BARI. Ventotto avvisi di conclusione delle indagini preliminari sono stati notificati nei giorni scorsi dalla Procura della Repubblica di Lecce a carico di altrettante persone tra le quali anche giudici di pace e avvocati del Foro di Bari. E' quanto scrive oggi il Corriere del Mezzogiorno.
L'inchiesta, condotta dal pm Elsa Valeria Mignone, competente per territorio in quanto sono coinvolti professionisti del Foro e della Corte di Appello di Bari, era nota da tempo. "Aragoste, salmone, caviale e champagne per le festivita' natalizie - scrive il quotidiano - il tutto in cambio della restituzione della patente revocata ai sorvegliati speciali".
Questo e' "l'aspetto piu' clamoroso ed evidente di una fitta serie accordi e scambi di favore che tra il 2006 e il 2008 avrebbero 'aiutato e orientato nelle decisioni' alcuni giudici di pace tra Bari e provincia". Un "'sistema' clientelare, fatto di regali, intese, promesse reciproche e sentenze pilotate". Secondo quanto ipotizzato dalla Procura, in alcuni casi le sentenze emesse sarebbero state scritte di comune accordo con gli avvocati degli imputati. In altri casi si sarebbe trattato di fare un favore a qualche amico. Nell'inchiesta, come scrive il Corriere del Mezzogiorno, sono coinvolti 14 giudici di pace in servizio tra Bari, Bitonto, Corato e Modugno e almeno tre avvocati del Foro di Bari. "Le sentenze aggiustate sarebbero centinaia", continua il Corriere.
Un sistema in cui a guadagnarci erano sia gli avvocati, sia i giudici. Almeno otto gli episodi contestati nel periodo tra febbraio e luglio 2006. A dare avvio all'inchiesta la Procura della Repubblica di Bari, con il sostituto procuratore Desiree Digeronimo, nell'ambito delle indagini sul boss Bartolomeo Dambrosio, assassinato il 6 settembre 2010 nelle campagne di Altamura. L'inchiesta, trasferita per competenza nel capoluogo salentino, e' stata portata a termine dopo due anni di indagini condotte da parte della Dda di Lecce.
L'inchiesta, condotta dal pm Elsa Valeria Mignone, competente per territorio in quanto sono coinvolti professionisti del Foro e della Corte di Appello di Bari, era nota da tempo. "Aragoste, salmone, caviale e champagne per le festivita' natalizie - scrive il quotidiano - il tutto in cambio della restituzione della patente revocata ai sorvegliati speciali".
Questo e' "l'aspetto piu' clamoroso ed evidente di una fitta serie accordi e scambi di favore che tra il 2006 e il 2008 avrebbero 'aiutato e orientato nelle decisioni' alcuni giudici di pace tra Bari e provincia". Un "'sistema' clientelare, fatto di regali, intese, promesse reciproche e sentenze pilotate". Secondo quanto ipotizzato dalla Procura, in alcuni casi le sentenze emesse sarebbero state scritte di comune accordo con gli avvocati degli imputati. In altri casi si sarebbe trattato di fare un favore a qualche amico. Nell'inchiesta, come scrive il Corriere del Mezzogiorno, sono coinvolti 14 giudici di pace in servizio tra Bari, Bitonto, Corato e Modugno e almeno tre avvocati del Foro di Bari. "Le sentenze aggiustate sarebbero centinaia", continua il Corriere.
Un sistema in cui a guadagnarci erano sia gli avvocati, sia i giudici. Almeno otto gli episodi contestati nel periodo tra febbraio e luglio 2006. A dare avvio all'inchiesta la Procura della Repubblica di Bari, con il sostituto procuratore Desiree Digeronimo, nell'ambito delle indagini sul boss Bartolomeo Dambrosio, assassinato il 6 settembre 2010 nelle campagne di Altamura. L'inchiesta, trasferita per competenza nel capoluogo salentino, e' stata portata a termine dopo due anni di indagini condotte da parte della Dda di Lecce.
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