Editoria: dal governo dl e delega per ridisegnare settore
ROMA. Un decreto legge ed una legge delega per ridisegnare le forme di sostegno all'editoria. E' quanto si propone il governo con un provvedimento all'esame degli uffici e che sara' affrontato a breve, a quanto apprende l'Asca, in un imminente Consiglio dei ministri. Lo scopo dell'iniziativa, promossa dal Sottosegretario all'editoria, Paolo Peluffo, e' di rendere concreta, nell'ambito della manovra complessiva di risanamento dei conti pubblici, la previsione del decreto legge dello scorso dicembre di cessazione del sistema di contributi in favore delle imprese editrici di quotidiani e periodici entro il 31 dicembre 2014. A questo scopo il provvedimento delega affida ad appositi decreti legislativi il riordino della normativa vigente, prevedendo ''forme omogenee di contributo correlate al rimborso di costi effettivamente sostenuti, nonche' specifiche forme di sostegno per la lettura, l'innovazione, la nascita di nuove imprese, la multimedialita'''. ''Per assicurare l'attuazione dei principi costituzionali in tema di liberta' e di pluralismo nella manifestazione del pensiero'', il ddl affida al governo il compito di ''definire le categorie di soggetti destinatarie dei contributi, con particolare riguardo ai quotidiani e periodici di consolidata tradizione e valore politico-culturale, alle testate espressione di comunita' locali''. Per le nuove imprese editoriali sono previsti ''incentivi allo start up'', incentivi anche per l'innovazione tecnologica e la multimedialita'. Il decreto legge vorrebbe, invece, disciplinare in via transitoria i contributi relativi alle imprese editrici di quotidiani e periodici sino a tutto il 2013, per ottenere ''effetti di risparmio prima del 2014''. Le principali modifiche sono dirette a ''commisurare l'entita' del contributo al parametro del numero di copie vendute'', con esclusione delle vendite in blocco e dello strillonaggio, sostituendo l'attuale criterio delle copie distribuite: almeno il 25% delle copie distribuite per i quotidiani nazionali, il 35% per quelli locali. Si prevede poi, per la prima volta, al fine di incentivare l'occupazione giornalistica e poligrafica presso le case editrici, un minimo di cinque dipendenti, per i quotidiani, con prevalenza di giornalisti. Le agenzie di informazione radiofonica possono accedere ad un contributo pari al 30% dei costi sostenuti per il personale per la diffusione, risultanti dal bilancio certificato da una societa' di revisione, per un massimo di ottocentomila euro. Una norma specifica riguarda le testate online, con rimborso sino al 70% dei costi. Vengono poi dettati criteri per l'ottimizzazione della spesa relativa all'acquisto di inserzioni radiofoniche, televisive e sulla stampa da parte delle pubbliche amministrazioni. Per favorire la modernizzazione del sistema di distribuzione e vendita della stampa quotidiana e periodica, dal 1 gennaio 2013, diventa obbligatoria la tracciabilita' delle vendite e delle rese di quotidiani e periodici. Per sostenere l'adeguamento tecnologico degli operatori e' attribuito un credito di imposta per il 2012 non superiore ai 10 milioni di euro. Il testo del decreto legge interviene anche su un settore estraneo alla materia del sostegno alle imprese editrici di quotidiani e periodici, quello delle convenzioni con le agenzie di stampa, dettando alcuni criteri: l'importo delle convenzioni non puo' eccedere il 60% del fatturato complessivo dell'agenzia e, in ogni caso, nessuna agenzia di stampa puo' essere destinataria di contratti per un importo annuale superiore al 35% dell'apposito stanziamento di bilancio della Presidenza del Consiglio. (ASCA)
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