BARI. Soddisfare le proposte per i palati più diversi e sfruttare la ricchezza ambientale e culturale della regione evitando conflittualità tra territori. Puntare ad uno standard omogeneo di offerta turistica. E’ quanto emerso oggi durante il Forum ‘Dalla A alla Puglia. Le politiche del turismo per la Puglia’ che si è tenuto nella sala consiliare della Provincia organizzato dall’Università Europea del Turismo (rettore Salvatore Messina), coadiuvato dal Consorzio Puglia Turismi. Molte le proposte per dare impulso allo sviluppo del turismo pugliese degli esperti del settore, partendo innanzitutto dai dati: nel 2011 la nostra regione ha superato 3 milioni di arrivi e 13 milioni di presenze, dando lavoro a più di 49mila unità solo negli alberghi e nei ristoranti. Un turismo che però pecca di eccessiva stagionalità , essendo votato al turismo balneare. Secondo l’Istat, per le vacanze di quattro o più notti nel periodo luglio - settembre, la Puglia è al secondo posto in Italia, preceduta solo dall’Emilia-Romagna. Dagli stakeholders del turismo pubblico e privato arriva allora la richiesta di una strategia integrata che ne amplifichi le possibilità abbattendone i punti di debolezza (la mancanza di formazione degli operatori turistici, la carenza di servizi informativi, di infrastrutture e di concertazione tra gli attori del settore).
L’Università Europea del Turismo ha presentato venti proposte programmatiche alle istituzioni europee (presente Alberto D’Alessandro del Consiglio Europeo del Turismo), nazionali e regionali tra cui quella di costituire un’agenzia di rating sulle politiche del turismo - “Torurism&Poor” - per creare un osservatorio turistico permanente, migliorare le infrastrutture e i trasporti pubblici, creare una pianificazione territoriale con previsione delle aree destinate agli insediamenti turistici sostenibili, promuovere la formazione universitaria in materia di turismo facilitando l’inserimento di professionisti con titoli specifici, promuovere specifici segmenti turistici, creare uno strumento di comunicazione per la promo-commercializzazione dell’offerta territoriale di qualità . E ancora: ampliare il periodo di apertura degli stabilimenti balneari, istituire la tassa di soggiorno solo nelle località che possiedono strutture e servizi qualificati, istituire un calendario annuale delle manifestazioni, creare una rete e valorizzare la produzione eno-gastronomica locale, intraprendere un’indagine qualitativa a partire dal 1 giugno rivolta a tutti i turisti. L’Università ha inoltre sottoscritto con altre quindici realtà universitarie l’accordo per la creazione del primo Multiple Degree in turismo che permetterà ai laureati in queste discipline di esercitare la loro professione in ogni paese d’Europa.
Al Forum (che si riunirà con cadenza annuale per valutare i risultati conseguiti e formulare nuove proposte: il prossimo si terrà dal 18 al 21 ottobre 2013) hanno partecipato il vice-presidente della Provincia di Bari, Nuccio Altieri e l’assessore al Marketing Territoriale e al Turismo del Comune di Bari Gianluca Paparesta, unanimi nell’elogiare lo sforzo per implementare lo sviluppo del settore puntando sulla varietà dell’offerta pugliese (turismo religioso, balneare, enogastronomico, culturale).
Le dichiarazioni - Salvatore Messina, rettore dell’Università Europea del Turismo - «L’handicap del turismo pugliese è la bassa percentuale di presenza straniera (14%) rispetto ad un 86% di turisti italiani: vorremmo sapere cosa si aspettano da noi, quali servizi migliorare, cosa cambiare, quali offerte dobbiamo proporre. Il rimedio è quindi intervenire sul prodotto da offrire loro, puntare sulla professionalità , diversificare la domanda: la Puglia ha grandi potenzialità , c’è un eccesso di risorse ma il lavoro nel settore soffre (49mila persone in Italia lavorano nel condotto e l’8,5% del giro d’affari contribuisce al Pil) e questo non può essere un limite. È tempo di organizzarci. Formare competenze, acquisire le buone prassi degli altri paesi, fare sistema.
Giacomo Ruggieri, presidente consorzio Puglia Turismi – «I dati di Federalberghi non sono proprio lusinghieri: nei primi quattro mesi del 2012 rispetto allo stesso periodo del 2011 si riscontra una diminuzione del 15-20% del giro d’affari. Bisogna rimboccarsi le maniche e puntare su un rimedio in particolare: rivedere l’offerta turistica per gli stranieri a condizione che i servizi sia più appetibili, investendo su operatori preparati in inglese, che sia assicurato un accesso alle nuove tecnologie senza problemi, fare marketing territoriale mirato avvalendosi anche del lavoro dei Gruppi di Azione Locale, corsi di cucina in inglese, corsi di degustazione.
Giancarlo Piccirillo, direttore generale di Puglia Promozione - «Il percorso di Puglia Promozione arriva nel momento in cui la Puglia ha deciso di sconvolgere la promozione del turismo, affidando ad un unico soggetto le strategie di promozione della Puglia turistica. Siamo partiti dall’assunto che la Puglia è estremamente in controtendenza con un aumento dell’indotto del settore del turismo in contrasto con l’andamento del mercato. Al tempo stesso, però, l’offerta prolifera e sempre più territori si propongono come destinazioni turistiche. Puglia Promozione nasce quindi come l’agenzia che propone un cambiamento radicale con promozione dei prodotti turistici, sponsorizzando il passaggio da un modello di turismo basato sulle destinazioni ad uno fondato sui prodotti. Tre gli obiettivi che sono alla base della costituzione dell’agenzia: proporre un’offerta organizzata; passare da una strategia di promozione ad una di promo-commercializzazione, basata sulla collaborazione di pubblici e privati e sulla promozione di territori-brand (Salento, Valle d’Itria, Puglia di Federico II); investire sull’innovazione, sulla promozione diretta, sull’utilizzo di strumenti di co-marketing e di e-commerce».
Francesco Caizzi, presidente Federalberghi Bari/BAT -« Dall’analisi dei circa 100 alberghi associati, in questi primi quattro mesi dell’anno hanno registrato un calo di fatturato che va dal 12 al 40% rispetto all’anno scorso. Situazione che si ripercuote sugli occupati. Per questo chiediamo una regolamentazione che sia più equa possibile per chi fa turismo. Purtroppo il sistema non esiste, ci sono solo localismi politici-territoriali che non hanno capito che il turismo è una filiera, è una staffetta in cui ognuno deve portare il testimone per la propria frazione. Rivendichiamo che le nostre politiche del turismo abbiano una visione di lungo periodo».
Hanno portato il loro apporto anche Stephan Doempke, coordinatore del programma di valorizzazione turistica del sito Unesco di Girokastra; José Carlos Vilalta, direttore del Commercio e del Turismo della Regione Catalogna; Alan Vella, amministratore principale dell’Unità Turismo della Commissione Europea e docente alla Sorbona; Ferruccio Bresolin, professore emerito di Politica Economica Internazionale dell’Università “Ca’ Foscari” di Venezia.