Il futuro è in mano ai giovani? Per favore: diteci prima quali!

di Francesco Brescia. Si assiste in questi ultimi giorni a Bisceglie, tra l'indifferente (e va bene così) e il “non vedo l'ora” (e va meno bene), all'organizzazione di non meglio identificati “eventi” che legano mondo dello spettacolo e commercio locale, di iniziative dalle dubbie finalità (ci sono finalità?) culturali, di appuntamenti che portano qui in città personaggi dalla non meglio chiara provenienza mediatica e dalla lampante e abissale vacuità di contenuti.
I due termini che danno il titolo a questa becera trovata (scusatemi ma proprio non riesco a non usare quest'aggettivo) danno in maniera netta l'idea di un'assoluta mancanza di contenuti e di assenza di messaggi edificanti: “shopping” e “vip”.
Giusto qualche secondo per esaminare questi due termini. “Shopping” è l'atto del comprare o, comunque, del girare per negozi con l'intento di acquistare qualcosa. E fin qui nulla di strano. Ora accostiamolo al termine “vip”. “Vip” è un personaggio che, entrato anche solo per quindici minuti (Andy Warhol, che hai combinato!), e a volte anche molto meno, nel “jet set” (nel “getsemani” dovreste andare!), in un film, in una fiction, in una trasmissione televisiva o, ancora peggio, in un reality, fa ingresso di diritto (ma chi glielo dà 'sto diritto?) nel novero delle celebrità.
Bene, fatta questa premessa, si comprende quanto nessuno dei due termini abbia a che fare con l'iniziativa: ma quale “shopping”? Piuttosto è una mesta e sterile passeggiata per le vie del centro. “Vip”? Questi nomi che non dicono nulla, che non hanno dato nulla, che non hanno mai saputo trasmettere nulla sarebbero vip? Very? Important? Person? Vabbé, person ci sta! Ma cosa resta di questi appuntamenti? Perché si avverte la patologica voglia di prendervi parte? Qual è, per favore: spiegatemelo, quello strano fenomeno astrale che spinge certa gente (qui non posso usare aggettivi per ovvi motivi) a immortalare il gaudente momento con una foto che per tutta la vita ricordi un abbraccio con un prodotto di una società malfunzionante? Ciò che spiazza è che certi redattori locali ne parlino pure. Il problema non è solo certa tv.
Il problema è costituito soprattutto da chi, certa tv (e tale evento), la racconta, la enfatizza, la promuove. Nulla contro i commercianti aderenti a questa fiera delle vanità (ma vantarsi di cosa poi?) ma... siamo sicuri che questa ideona rappresenti un valido strumento di crescita e di sviluppo commerciale e culturale? Se il futuro, lo sviluppo, la crescita di un territorio è in mano ai giovani, per favore, prima di tutto diteci di quali giovani. Questi proprio no!

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