BARI. Anci Puglia esprime un sincero augurio di buon lavoro ai sindaci e agli amministratori neoeletti al primo turno delle elezioni amministrative degli scorsi 6 e 7 maggio.
Certo che il momento è particolarmente critico per i comuni, per gli amministratori e per i cittadini, forse tra i più difficili del dopoguerra ed è preoccupante anche il fatto che la Puglia risulti essere la Regione con il maggior numero di comuni commissariati al voto. E’ evidente che i provvedimenti del Governo i materia di IMU e tesoreria unica, sommati Ai vincoli del patto di stabilità rendono difficile se non impossibile amministrare gli enti locali. Vi sono seri dubbi di legittimità costituzionale oltre che di opportunità e convenienza amministrativa.
I comuni sono svuotati del fondamentale principio autonomistico e i cittadini limitati nella loro sovranità . Sembrano vanificati il percorso e le scelte di federalismo municipale ed emerge ancora più evidente la non attuazione di quello istituzionale. Insomma, il percorso di rigore messo in atto dal Governo grava in maniera insostenibile sui comuni con pesanti ripercussioni sulla programmazione dei bilanci, quindi sulla spesa locale e su quello che significa per le comunità , in termini di servizi essenziali, coesione sociale, solidarietà e crescita economica. I sindaci, da ogni parte d’Italia, oggi come non mai, manifestano un forte malessere: la sofferenza di famiglie e imprese da un lato e il mortificato ruolo istituzionale dei comuni dall’altro, esigono attenzione da parte del Governo. L’ANCI comunque resta al fianco dei comuni e dei cittadini. Il prossimo 24 maggio a Venezia ha organizzato una grande mobilitazione con il coinvolgimento di tutti gli attori della società civile.
I comuni dicono no all’attuale IMU, chiedono modifiche immediate, maggiore equità e flessibilità oltre alla urgente rimodulazione del patto di stabilità . A tal proposito stiamo promuovendo una campagna di informazione ANCI con cui i sindaci chiedono al Governo chiarezza e trasparenza sull’IMU e ribadiscono a chiare lettere ai cittadini contribuenti che “QUESTA IMU NON E’ DEI COMUNI”, dietro la sigla IMU, che evoca i municipi infatti, si nasconde una tassa dello Stato che i comuni non possono neanche riscuotere liberamente, una imposta patrimoniale statale che sposta in modo insostenibile il carico della manovra su comuni e cittadini. I sindaci saranno meri esattori per conto dello Stato di una imposta centrale che i cittadini pagheranno senza avere in cambio nessun servizio aggiuntivo. Resta aperta infine, la questione patto di stabilità interno. Così com’è soffoca l’economia dei territori. Da una indagine ANCI emerge che lo sblocco del patto, solo nei 13 comuni metropolitani, porterebbe a circa 7 mld di € di spesa per investimenti.
Il Governo pare stia prendendo atto di questo ed è più che mai indispensabile che le recenti aperture del Presidente Monti, si traducano in fatti, affinché si proceda immediatamente ad una revisione del patto interno. I comuni devono poter spendere quanto hanno in cassa immobilizzato, avviare o completare i programmi di investimenti infrastrutturali significa risollevare l’economia in questo grave momento di recessione. Lo rende noto in un comunicato Anci Puglia.
Certo che il momento è particolarmente critico per i comuni, per gli amministratori e per i cittadini, forse tra i più difficili del dopoguerra ed è preoccupante anche il fatto che la Puglia risulti essere la Regione con il maggior numero di comuni commissariati al voto. E’ evidente che i provvedimenti del Governo i materia di IMU e tesoreria unica, sommati Ai vincoli del patto di stabilità rendono difficile se non impossibile amministrare gli enti locali. Vi sono seri dubbi di legittimità costituzionale oltre che di opportunità e convenienza amministrativa.
I comuni sono svuotati del fondamentale principio autonomistico e i cittadini limitati nella loro sovranità . Sembrano vanificati il percorso e le scelte di federalismo municipale ed emerge ancora più evidente la non attuazione di quello istituzionale. Insomma, il percorso di rigore messo in atto dal Governo grava in maniera insostenibile sui comuni con pesanti ripercussioni sulla programmazione dei bilanci, quindi sulla spesa locale e su quello che significa per le comunità , in termini di servizi essenziali, coesione sociale, solidarietà e crescita economica. I sindaci, da ogni parte d’Italia, oggi come non mai, manifestano un forte malessere: la sofferenza di famiglie e imprese da un lato e il mortificato ruolo istituzionale dei comuni dall’altro, esigono attenzione da parte del Governo. L’ANCI comunque resta al fianco dei comuni e dei cittadini. Il prossimo 24 maggio a Venezia ha organizzato una grande mobilitazione con il coinvolgimento di tutti gli attori della società civile.
I comuni dicono no all’attuale IMU, chiedono modifiche immediate, maggiore equità e flessibilità oltre alla urgente rimodulazione del patto di stabilità . A tal proposito stiamo promuovendo una campagna di informazione ANCI con cui i sindaci chiedono al Governo chiarezza e trasparenza sull’IMU e ribadiscono a chiare lettere ai cittadini contribuenti che “QUESTA IMU NON E’ DEI COMUNI”, dietro la sigla IMU, che evoca i municipi infatti, si nasconde una tassa dello Stato che i comuni non possono neanche riscuotere liberamente, una imposta patrimoniale statale che sposta in modo insostenibile il carico della manovra su comuni e cittadini. I sindaci saranno meri esattori per conto dello Stato di una imposta centrale che i cittadini pagheranno senza avere in cambio nessun servizio aggiuntivo. Resta aperta infine, la questione patto di stabilità interno. Così com’è soffoca l’economia dei territori. Da una indagine ANCI emerge che lo sblocco del patto, solo nei 13 comuni metropolitani, porterebbe a circa 7 mld di € di spesa per investimenti.
Il Governo pare stia prendendo atto di questo ed è più che mai indispensabile che le recenti aperture del Presidente Monti, si traducano in fatti, affinché si proceda immediatamente ad una revisione del patto interno. I comuni devono poter spendere quanto hanno in cassa immobilizzato, avviare o completare i programmi di investimenti infrastrutturali significa risollevare l’economia in questo grave momento di recessione. Lo rende noto in un comunicato Anci Puglia.
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