"In ginocchio le cliniche private. L'assessore riferisca in Commissione"

BARI. “Un'altra valanga di licenziamenti e cassa integrazione sulla sanità pugliese. Sono più di mille i dipendenti di cliniche private che presto resteranno senza lavoro a causa delle riduzioni dei tetti di spesa imposti dalla Regione per il piano di riordino. Per questo chiederemo all'assessore alle politiche delle salute, Ettore Attolini, di riferire in commissione quanto sta accadendo confrontandosi con i rappresentanti aziendali e sindacali dell'ospedalità privata.
Già molti gruppi hanno annunciato drastici tagli al personale e il blocco delle attività di day hospital, con ripercussioni gravissime anche sugli ospedali pubblici, già alle prese con liste di attesa infinite". Così il vice capo gruppo PdL alla Regione, Massimo Cassano.

"Eppure, - aggiunge - solo per cinque cliniche (Anthea, Gruppo Cbh, Santa Maria, Casa Bianca, Villa Imperatore) il tetto di spesa finanziario è passato da 137.108.349,04 di euro nel 2010, a 111.445.408,14 euro assegnati con delibera 720/12 dal direttore generale della Asl per l'anno in corso.
Del resto, assolutamente condivisibili sono le parole del presidente di Confindustria Puglia, Angelo Bozzetto e del delegato alla Sanità per gli industriali pugliesi, Paolo Telesforo, dopo l'analisi dei dati ufficiali venuti fuori dai bilanci 2011 delle Asl dai quali si evince come “i tagli delle risorse alle Case di Cura accreditate hanno portato ad un aumento della mobilità passiva extraregionale, paralizzando tutto il sistema delle imprese del settore".
Ancora una volta insomma le politiche sanitarie pugliesi brancolano nel buio, dando meno risorse alle Cliniche private locali, per poi elargire gli stessi soldi alle altre Regioni e facendo ricadere sui dipendenti i sacrifici. Per la Puglia la situazione è ancora più drammatica dal momento che la sanità privata accreditata svolge una fondamentale funzione di integrazione, soprattutto per la specialistica, ad un sistema pubblico già da tempo ormai in affanno.
Naturalmente per tutti pagheranno gli ammalati ai quali sarà impossibile assicurare livelli dignitosi di assistenza”, conclude Cassano.

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