Introna al Comitato centrale UILP: tornare all'Europa della gente

BARI. “C’è ancora un’Europa possibile, quella dei popoli, delle libertà e della pace, non l’attuale, ostaggio della finanza internazionale, della Banca Centrale e della Merkel”. Un nuovo patto tra Istituzioni e cittadini, per sostituire al “rigore dell’Europa dell’economia il fervore dell’Europa della politica”: è la proposta del presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, nel suo saluto al Comitato centrale Uil Pensionati, ospitato a Bari. L’idea europea ha tuttora un futuro, secondo il presidente, ma gli sforzi e “i sacrifici” chiesti a tutti devono “tornare al sogno dell’unione politica e della coesione sociale e civile”.
Un continente nel quale i cittadini di ogni area, anche la più remota, possano riconoscersi orgogliosamente nella grande storia comune dell’Unione continentale, che ha creato lo stato sociale, ha garantito i diritti dei lavoratori, ha dato vita ad un welfare avanzato. Questa l’Europa dalla quale ripartire, “riprendendo il sogno di Ventotene, quello di intere generazioni, finito sotto il tallone della BCE e che rischia di perdersi, ostaggio dei mercati finanziari”. Quanto all’Italia, “non si sa se il Paese sia commissariato dai vertici europei o se la politica abbia abdicato e si sia fatta commissariare dai tecnici. Forse, l’uno e l’altro insieme”, ha sostenuto il presidente del Consiglio regionale pugliese. “Il governo dei professori – ha continuato Introna – è figlio dell’incapacità dei politici italiani o della fuga dalle responsabilità nei confronti del Paese e delle politiche di rigore, delle quali c’è bisogno, ma che va coniugato con sviluppo e solidarietà. Rigore, sì, senza però demolire il sistema delle tutele e delle garanzie, conquistato con anni di lotte sociali. Non si crea nuova occupazione demolendo l’art. 18, non si sollevano i più deboli dalle difficoltà sottraendo dalla previdenza e dai servizi sociali il tesoretto per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, come pretende l’Europa delle banche”, per la quale la parità di cambio dell’euro viene prima della vita degli europei. “La ragioneria non basta, per superare la crisi secondo Introna servono cuore e coraggio”.

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