BRINDISI. Una nuova pista per la strage di Brindisi: la scuola Morvillo-Falcone, il 28 aprile scorso, ha ricevuto una minaccia da un uomo ancora senza nome i cui tratti somatici sarebbero compaticibili con l'attentatore di sabato. "Ve la farò pagare", aveva tuonato l'uomo, che nel giorno della minaccia voleva entrare dentro la scuola e parle col preside, ma è stato allontanato. Quindi la minaccia, scandita ad alta voce alla presenza di molti testimoni.
+ VIDEO / Fiaccolata della solidarietà a Carovigno
+ Una catena umana per dire no alla strage di N. Zuccaro
+ Monti: segnale di allarme che non può essere ignorato
+ Procuratore Dda: non esistono altri video
+ Forse c'è la svolta: il preside della scuola, nuove immagini killer
+ Panico post-attentato ad Ostuni: scoppiano bombole gas in casa vicino scuole, 1 ferito
+ Preside: non abbiamo avuto discussioni con nessuno
+ Veronica trasferita da Lecce a Pisa
+ Motta: non c'è pista internazionale
+ In centinaia a fiaccolata per Melissa a Brindisi
+ Monti: terrore non ci fermerà
+ Napolitano: chi ha troncato vita Melissa la pagherà
+ Consales: piazza intitolata a Melissa Bassi
+ Cancellieri: per ora nessun indagato
+ Grasso: tutte le ipotesi al vaglio
+ Il procuratore di Lecce: nessuna novità
+ "E' stato un incubo, non c'entro con la bomba"
+ Il fidanzatino di Melissa: studierò per dare un senso alla sua morte
+ Ostuni: ieri sera fiaccolata in memoria di Melissa di A. Nardelli
+ Vendola: a Mesagne la Puglia che reagisce
+ Condizioni stazionarie per Veronica
Gli ex insegnanti - L'episodio è tutto da verificare, ma nel contesto di indagini così difficili, un'inchiesta ora bloccata, è uno spiraglio, una pista da seguire. Al vaglio degli inquirenti, in particolare, ci sarebbero le posizioni di alcuni ex insegnanti di materie tecniche della scuola che frequentava Melissa Bassi, la 16enne vittima dell'attentato. Secondo gli investigatori, inoltre, qualcuno dentro la scuola sa qualcosa che ancora non ha detto, forse - ipotizzano - per "non compromettere il buon nome dell'istituto". L'episodio della minaccia infatti non era stato raccontato dal personale della scuola, ma è stato scoperto dagli inquirenti attraverso altre strade.
La mano del crimine - Vi è poi una seconda pista: riprende piede la possibilità che dietro l'orribile bomba ci sia la mano delle cosche. Nei giorni scorsi è stato infatti ascoltato il padre di Selene, una delle studentesse ferite e che si trova ancora in ospedale. L'uomo si chiama Vincenzo Greco e il primo luglio del 2010 fu gravemente ferito in un agguato. Suo fratello, Antonio, è diventato collaboratore di giustizia: i due fatti potrebbero essere collegati. E l'attentato potrebbe essere una vendetta contro la famiglia del pentito. Greco, però, dice di non credere affatto a questa ipotesi.
LA MOGLIE DEL BOSS? SCU NON C'ENTRA - "E' da escludere un coinvolgimento della Sacra Corona Unita nella vicenda di Brindisi. Non l'hanno mai fatto e non lo faranno mai. Siamo genitori, abbiamo figli e nipoti e non faremmo mai una cosa del genere". Lo ha detto a 'Tgcom24' la moglie del boss Pino Rogoli, il fondatore della Sacra Corona Unita, che attualmente si trova in regime di detenzione 41 bis. "Stiamo malissimo e speriamo che li prendano presto - aggiunge - Escludo categoricamente un coinvolgimento della Sacra Corona Unita nella vicenda. Quando ho capito la gravita' del fatto sono stata male e sto male tuttora. I bambini non si devono mai toccare. Io ho quattro nipotini e capisco come ci si possa sentire. Posso capire le altre mamme e le altre nonne. Chi ha fatto questo non e' una persona, io se lo prendessi con le mie mani non gliela farei passare liscia, anche se sono donna".
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Gli ex insegnanti - L'episodio è tutto da verificare, ma nel contesto di indagini così difficili, un'inchiesta ora bloccata, è uno spiraglio, una pista da seguire. Al vaglio degli inquirenti, in particolare, ci sarebbero le posizioni di alcuni ex insegnanti di materie tecniche della scuola che frequentava Melissa Bassi, la 16enne vittima dell'attentato. Secondo gli investigatori, inoltre, qualcuno dentro la scuola sa qualcosa che ancora non ha detto, forse - ipotizzano - per "non compromettere il buon nome dell'istituto". L'episodio della minaccia infatti non era stato raccontato dal personale della scuola, ma è stato scoperto dagli inquirenti attraverso altre strade.
La mano del crimine - Vi è poi una seconda pista: riprende piede la possibilità che dietro l'orribile bomba ci sia la mano delle cosche. Nei giorni scorsi è stato infatti ascoltato il padre di Selene, una delle studentesse ferite e che si trova ancora in ospedale. L'uomo si chiama Vincenzo Greco e il primo luglio del 2010 fu gravemente ferito in un agguato. Suo fratello, Antonio, è diventato collaboratore di giustizia: i due fatti potrebbero essere collegati. E l'attentato potrebbe essere una vendetta contro la famiglia del pentito. Greco, però, dice di non credere affatto a questa ipotesi.
LA MOGLIE DEL BOSS? SCU NON C'ENTRA - "E' da escludere un coinvolgimento della Sacra Corona Unita nella vicenda di Brindisi. Non l'hanno mai fatto e non lo faranno mai. Siamo genitori, abbiamo figli e nipoti e non faremmo mai una cosa del genere". Lo ha detto a 'Tgcom24' la moglie del boss Pino Rogoli, il fondatore della Sacra Corona Unita, che attualmente si trova in regime di detenzione 41 bis. "Stiamo malissimo e speriamo che li prendano presto - aggiunge - Escludo categoricamente un coinvolgimento della Sacra Corona Unita nella vicenda. Quando ho capito la gravita' del fatto sono stata male e sto male tuttora. I bambini non si devono mai toccare. Io ho quattro nipotini e capisco come ci si possa sentire. Posso capire le altre mamme e le altre nonne. Chi ha fatto questo non e' una persona, io se lo prendessi con le mie mani non gliela farei passare liscia, anche se sono donna".