di Nicola Ricchitelli. Ospite quest’oggi della nostra rubrica “L’Intervista” la celebre cantante genovese Antonella Ruggiero, fondatrice dei Matia Bazar, ed autrice di meravigliosi brani che rimangano a tutt'oggi tra le più ascoltate composizioni della musica leggera italiana.
D: Antonella, uno dei tuoi ultimi progetti è stato “Contemporanea Tango”. Cosa ci puoi raccontare di questo viaggio tra le melodie del tango?
R: «È stato molto affascinante entrare in un mondo che fino a due anni fa mi sembrava molto lontano dalle mie frequentazioni musicali. Mi sono resa conto di conoscere da tempo alcuni brani del repertorio del tango, sia quello più “antico”, alcune di queste canzoni fanno parte di un mondo di ricordi musicali che mi appartengono inconsapevolmente fin da bambina, che quello più attuale. Il tango fa parte della nostra cultura, considerando la forte emigrazione italiana in Argentina, da non dimenticare ad esempio che molti autori di tango sono di origini italiane ed hanno cognomi italiani. Ho inoltre scoperto che il mondo del tango è sconfinato e conosciuto in tutto il mondo: viene seguito con grande passione, una passione non esclusivamente legata alla musica ma soprattutto alla danza, dove tutto viene studiato con cura a partire dall’abito, alle scarpe, alla postura ed è stato affascinante scoprire la magia dei luoghi dove il tango viene suonato e danzato forse in un certo senso anche vissuto».
D: Antonella, quali sono stati i tuoi riferimenti musicali, nonché quali gli artisti che hanno contribuito alla tua crescita musicale?
R: «Ho avuto riferimenti musicali importanti dall’adolescenza fino ai 24 anni circa, a partire dai gruppi progressive degli anni 60 a quelli elettronici degli anni '70 e '80. Dopodiché, i miei interessi musicali sono diventati molto più vari e disparati: dalla musica etnica alla musica sinfonica passando anche per la musica tradizionale e dialettale».
D: Non meno di cinque anni fa hai reso omaggio alla tua città, Genova, con l’album “Genova la superba”. Quanto questa città ha influito e influenzato la tua musica? Come hai vissuto il dramma dell’alluvione?
R: «Ho vissuto in prima persona l’alluvione che colpì la città di Genova nel ’70, l’alluvione del 2011 l’ho vissuta da lontano ma sentendomi comunque molto vicina a chi l’ha vissuta direttamente. La sensazione che ho provato, oltre al dispiacere e allo sgomento per una tragedia umana ed ambientale, è la consapevolezza che in tutti questi anni non si sia fatto quasi nulla per prevenire disastri di questo genere che sono avvenuti esattamente negli stessi luoghi. Molto spesso la cura del territorio in cui viviamo non viene considerato un aspetto fondamentale da non trascurare e la mancanza di attenzione, porta spesso a queste conseguenze. Con “Genova la superba” ho voluto rendere omaggio alla mia città, interpretando in chiave nuova alcuni fra i brani più noti di autori e cantautori significativi per la città di Genova e per la musica italiana in generale come De Andrè, Bindi, Lauzi, Tenco, Paoli e i New Trolls».
D: Antonella, come giudichi lo stato attuale della musica italiana?
R: «Credo che la situazione attuale della musica italiana sia lo specchio del momento storico che stiamo vivendo. Da tempo ci sono modelli musicali che si ripetono, molto spesso legati ad un mondo musicale “televisivo” con un preponderante aspetto commerciale della musica. Nonostante questo, ci sono gruppi di giovani musicisti bravi ed impegnati che compongono musica interessante e in un certo senso “nuova” ma per ascoltarli è necessaria una ricerca e una curiosità specifica. Nonostante la distanza di questi gruppi dal mondo televisivo, noto con piacere che i loro concerti sono seguiti da molte persone che si informano soprattutto attraverso la rete».
D: Tante le canzoni legate al tuo nome, quale quella che a distanza di anni ti dà ancora un'emozione particolare?
R: «“Canzoni fra le guerre”, brano che ho portato a Sanremo nel 2007 accompagnata dal coro S. Ilario e Coro Valle dei Laghi sessanta elementi in tutto, è sicuramente il brano che nel momento in cui lo canto mi trasmette sensazioni molto forti e profonde, sicuramente perché legato al tema della tragedia della guerra vissuto dal punto di vista delle donne e dei bambini purtroppo sempre attuale».
D: Cosa c’è nel futuro di Antonella Ruggiero?
R: «Sicuramente un disco di brani inediti al quale sto lavorando da tempo e un progetto legato alle arie d’opera italiana, naturalmente rielaborate e trasformate in chiave elettronica senza trascurare gli elementi strumentali classici di queste composizioni».
D: Antonella, uno dei tuoi ultimi progetti è stato “Contemporanea Tango”. Cosa ci puoi raccontare di questo viaggio tra le melodie del tango?
R: «È stato molto affascinante entrare in un mondo che fino a due anni fa mi sembrava molto lontano dalle mie frequentazioni musicali. Mi sono resa conto di conoscere da tempo alcuni brani del repertorio del tango, sia quello più “antico”, alcune di queste canzoni fanno parte di un mondo di ricordi musicali che mi appartengono inconsapevolmente fin da bambina, che quello più attuale. Il tango fa parte della nostra cultura, considerando la forte emigrazione italiana in Argentina, da non dimenticare ad esempio che molti autori di tango sono di origini italiane ed hanno cognomi italiani. Ho inoltre scoperto che il mondo del tango è sconfinato e conosciuto in tutto il mondo: viene seguito con grande passione, una passione non esclusivamente legata alla musica ma soprattutto alla danza, dove tutto viene studiato con cura a partire dall’abito, alle scarpe, alla postura ed è stato affascinante scoprire la magia dei luoghi dove il tango viene suonato e danzato forse in un certo senso anche vissuto».
D: Antonella, quali sono stati i tuoi riferimenti musicali, nonché quali gli artisti che hanno contribuito alla tua crescita musicale?
R: «Ho avuto riferimenti musicali importanti dall’adolescenza fino ai 24 anni circa, a partire dai gruppi progressive degli anni 60 a quelli elettronici degli anni '70 e '80. Dopodiché, i miei interessi musicali sono diventati molto più vari e disparati: dalla musica etnica alla musica sinfonica passando anche per la musica tradizionale e dialettale».
La cantante genovese ha partecipato per ben 7 volte al Festival di Sanremo |
D: Non meno di cinque anni fa hai reso omaggio alla tua città, Genova, con l’album “Genova la superba”. Quanto questa città ha influito e influenzato la tua musica? Come hai vissuto il dramma dell’alluvione?
R: «Ho vissuto in prima persona l’alluvione che colpì la città di Genova nel ’70, l’alluvione del 2011 l’ho vissuta da lontano ma sentendomi comunque molto vicina a chi l’ha vissuta direttamente. La sensazione che ho provato, oltre al dispiacere e allo sgomento per una tragedia umana ed ambientale, è la consapevolezza che in tutti questi anni non si sia fatto quasi nulla per prevenire disastri di questo genere che sono avvenuti esattamente negli stessi luoghi. Molto spesso la cura del territorio in cui viviamo non viene considerato un aspetto fondamentale da non trascurare e la mancanza di attenzione, porta spesso a queste conseguenze. Con “Genova la superba” ho voluto rendere omaggio alla mia città, interpretando in chiave nuova alcuni fra i brani più noti di autori e cantautori significativi per la città di Genova e per la musica italiana in generale come De Andrè, Bindi, Lauzi, Tenco, Paoli e i New Trolls».
D: Antonella, come giudichi lo stato attuale della musica italiana?
R: «Credo che la situazione attuale della musica italiana sia lo specchio del momento storico che stiamo vivendo. Da tempo ci sono modelli musicali che si ripetono, molto spesso legati ad un mondo musicale “televisivo” con un preponderante aspetto commerciale della musica. Nonostante questo, ci sono gruppi di giovani musicisti bravi ed impegnati che compongono musica interessante e in un certo senso “nuova” ma per ascoltarli è necessaria una ricerca e una curiosità specifica. Nonostante la distanza di questi gruppi dal mondo televisivo, noto con piacere che i loro concerti sono seguiti da molte persone che si informano soprattutto attraverso la rete».
D: Tante le canzoni legate al tuo nome, quale quella che a distanza di anni ti dà ancora un'emozione particolare?
R: «“Canzoni fra le guerre”, brano che ho portato a Sanremo nel 2007 accompagnata dal coro S. Ilario e Coro Valle dei Laghi sessanta elementi in tutto, è sicuramente il brano che nel momento in cui lo canto mi trasmette sensazioni molto forti e profonde, sicuramente perché legato al tema della tragedia della guerra vissuto dal punto di vista delle donne e dei bambini purtroppo sempre attuale».
D: Cosa c’è nel futuro di Antonella Ruggiero?
R: «Sicuramente un disco di brani inediti al quale sto lavorando da tempo e un progetto legato alle arie d’opera italiana, naturalmente rielaborate e trasformate in chiave elettronica senza trascurare gli elementi strumentali classici di queste composizioni».