“L’Intervista di…Gabry Ponte”: una chiacchierata ricordando “la danza delle streghe” a ritmo di Beat On My Drum

di Nicola Ricchitelli. Ospite quest’oggi della rubrica “L’Intervista” uno dei più grandi disc jockey del panorama italiano e internazionale: stiamo parlando di Gabry Ponte. Gabry, le ultime novità ti vedevano coinvolto nella reunion con gli Eiffel 65. Puoi anticiparci qualcosa circa eventuali progetti? Quanto bisognerà aspettare per vedere un vostro nuovo album?
R:«Più che una vera e propria reunion si tratta di un "buttiamo giù qualche idea e vediamo se esce fuori qualcosa che ci piace! " Al momento stiamo sperimentando su vari fronti, ma visti i molteplici impegni non sappiamo se e quando ci sarà qualcosa da ascoltare. Potrebbe essere domani come tra un anno, chi lo sa...».

D: Veniamo al tuo ultimo singolo di successo Beat On My Drum, in collaborazione con Pitbull & Sophia Del Carmen. E' già in programmazione in molte radio ed è da 2 settimane la sigla del programma” L'Eredità” di Carlo Conti... Insomma un'altra bella avventura musicale. Cosa ci puoi raccontare di questa collaborazione?
R:«Eh, qui il racconto è lungo. L'idea nasce da un mio amico editore Tommaso Casigliani, che mi inviò circa 5 anni fa un demo con un sample di "Moliendo Cafè", hai presente il giro di "trombetta" di Beat on my drum? Ecco... Capii subito che era forte e iniziai a lavorare sulla base. Venne bene, ma era una traccia strumentale e decidemmo di cercare un vocal per dargli una dimensione più pop. Dopo svariati tentativi - registrammo in un anno almeno 5 cantati con voci e testi diversi - nessuno ci convinceva, quindi decidemmo "stand-by". Due anni fa riusciamo a far arrivare la nostra base a Pitbull , il quale disse "è una hit! facciamolo"... e decise di includere nel progetto anche una sua artista Sophia del Carmen. Dopo due anni a scambiarsi file back and forth... ecco Beat on my drum!».

D: Gabry, ci parli della tua collaborazione con Dorotea Mele per il brano "Lovely On My Hand" usato per lo spot internazionale di Calzedonia?
R:«Il pezzo è stato scritto da Fabrizio Campanelli, un grande musicista e compositore di colonne sonore, e una persona fantastica. Ho conosciuto lui e Dorotea e ho proposto loro di riarrangiare il loro "Lovely on my hand" in chiave pop-dance... gli dissi: "se vogliamo conquistare il mercato internazionale bisogna dargli un vestito accattivante, che mantenga la magia della versione originale ma che abbia il giusto power"; loro hanno detto "vedo" e mi sono messo al lavoro. E' stato un parto, ho fatto prove in studio per due mesi prima di trovare il sound che ci convinceva, ma alla fine abbiamo avuto ragione! Sta andando molto bene in molti paesi d'Europa».

D: Alla musica dance hai donato innumerevoli successi nel corso della tua carriera artistica. Come si costruisce un brano di successo?
R:«Non si "costruisce"... nasce... e solitamente quando non te lo aspetti. Io lavoro sempre su un gran numero di progetti contemporaneamente, con passione, cercando di tenere la mente libera e di seguire l'istinto... non mi aspetto mai nulla».

D: Come e quanto è cambiata la musica dance nel corso degli anni?
R:«La musica dance, poiché parte dal club,  si rivolge prevalentemente ad un pubblico giovane, che per definizione è mutevole nei gusti e nelle tendenze. Quindi è ovvio che i canoni della musica dance vengano periodicamente sconvolti e rimodellati dai cambi generazionali. È importante non perdere mai il contatto con la realtà e cercare di re inventarsi continuamente. Mi fanno sorridere i commenti dei nostalgici su Youtube quando leggo "Gabry torna a fare la Danza delle Streghe": credo che questo sia proprio l'esempio da NON seguire! Senza nulla togliere ai successi del passato a cui devo molto».

Il celebre disc jockey Gabry Ponte
D: Gabry, sono anni oramai che giri le discoteche dello stivale in lungo e in largo. Come sono cambiate nel corso degli anni, cosa ci si ritrova davanti oggi entrando in una discoteca?
R:«La gente è cambiata, due o tre generazioni si sono avvicendate, ma la voglia di divertirsi rimane sempre la stessa, ti trovi davanti ragazzi con tanta "voglia di dance...". E' per questo che adoro questo lavoro e riesco a farlo con lo stesso entusiasmo di 15 anni fa...».

D: Tutto ebbe inizio quando avevi appena diciassette anni, quando inizi la tua attività di resident in alcuni locali della città di Torino. Che ricordi conservi di quel periodo?
R:« Meravigliosi. Mi ricordo di quando sognavo di avere una mia serata in un locale per fare ballare la gente, di quando sognavo di fare la prima stagione estiva, di produrre il primo disco... credo che sia grazie a tutti questi sogni se oggi sono qui!».

D: Gabry, ha riscontrato interesse e grande successo nel 2002 il remix di “Geordie” di Fabrizio De Andrè. Quanto coraggio ci vuole per cambiare i connotati ad un brano del grande “Faber”?
R:« Coraggio, sì, perchè quando feci questa operazione era proprio fuori dagli schemi... ma anche rispetto!
Ho sempre avuto una grande ammirazione per le opere del grande De Andrè, perché da piccolo mio padre mi suonava le sue cassette in loop. Mi ha fatto piacere pensare di essere riuscito ad avvicinare una nuova generazione ad una ballata meravigliosa come "Gerodie"».

D: Gabry, anno 2003, Festival di Sanremo con gli Eiffel 65 – con il brano “quelli che non hanno età” - come hai vissuto l’esperienza del Teatro Ariston?
R:« Con la pelle d'oca... Da italiano, cresciuto a "pane e Sanremo" salire sul palco dell'Ariston non ha prezzo. E anche qui, con un po’ di coraggio perchè mentre oggi la musica pop ha forti contaminazioni dance allora eravamo visti un po’ come alieni e devo ringraziare soprattutto Pippo Baudo, fu lui a scegliere senza alcun dubbio di averci a Sanremo dopo aver sentito il provino di "Quelli che non hanno età"!».

D: Dal 2003 in poi importante è stata la tua attività di remixer. Tante le collaborazioni sia in campo nazionale(Jovanotti, Fabri Fibra, Elio e le storie tese) e internazionale (David Guetta, Blach Eyed Pease, ecc.). Quali gli elementi basilari per realizzare un remix di livello e di successo?  
R:« Tenere sempre un occhio... anzi... un orecchio... alla pista! Un buon remix deve essere funzionale alla pista prima di tutto, specialmente quando si tratta di un brano pop che ha già l'attenzione dei media».

D: Gabry, ltro momento interessante della tua carriera artistica è stata la collaborazione artistica con Little Tony nel 2004 nel brano “Figli di Pittagora”. Come nasce e come hai vissuto questa esperienza con uno delle icone della musica italiana?
R:« Il nostro incontro avvenne proprio in occasione del festival di Sanremo nel 2003,  entrambi eravamo in gara, lui con Bobby Solo, io con gli Eiffel. Rimanemmo in contatto e poco dopo nacque l'idea di far ricantare a lui figli di Pitagora, che era un pezzo presente nell'album "Eiffel65", ovviamente cantato da Jeffrey, ma mai utilizzato come singolo! A lui l'idea piacque subito e lo cantò in 15 minuti netti! Tony è un grande... era un rischio per lui avvicinarsi ad un suono così diverso, e soprattutto accostarsi ad un dj... in quegli anni non era una cosa comune come oggi, ma lui non ha avuto dubbi. Respect».

D: Sono quasi 30 i singoli pubblicati dal 2001 ad oggi. Quale quello a cui sei maggiormente legato?
R:« Ah no, a questa non rispondo... non ci sono figli e figliastri».

D: Gabry, come è cambiata la tua vita dal gennaio 2010, da quando è nata ufficialmente questa nuova realtà discografica DanceAndLove?
R:«Danceandlove è nata per gioco... Dopo 10 anni mi sono staccato dalla Bliss, la mia prima etichetta, dove sono cresciuto e dove ho imparato buona parte di quello che so e ho iniziato a crearmi un mio team. Credo fortemente nel team! E penso di avere il miglior team possibile al mio fianco oggi,  lavoriamo sodo ma ci divertiamo che è la cosa più importante. Danceandlove è una famiglia, famiglia numerosa invero, siamo circa in 20! PaoloAnnaFrancescoAlexDavideStefanoPakiPhaxoRobertoFrankLucaLuigiMarcoIvanLorenzoCorinneClaudio... peace... dance and love!».

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