BARI. La Puglia saluta con commozione Placido Rizzotto, onora la sua memoria e ricorda il sacrificio del sindacalista socialista, ucciso dalla mafia a Corleone nel 1948”. Nella giornata in cui sono state celebrate le solenni esequie, dopo 64 anni dalla scomparsa, il presidente Onofrio Introna rivolge, a nome del Consiglio regionale e “a titolo sentitamente personale”, un pensiero al protagonista delle lotte bracciantili in Sicilia nel secondo dopoguerra.
Il 14 marzo, alla notizia che le ricerche sul Dna avevano attribuito a Rizzotto i resti rinvenuti in una profonda cavità naturale nel territorio corleonese, l’Assemblea pugliese aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno, associandosi alla richiesta di funerali di Stato ed onoranze postume al sindacalista siciliano.
“Era sembrato doveroso tributare ad un martire di mafia gli onori solenni che gli assassini gli avevano negato”, osserva il presidente Introna. Sua l’iniziativa di un documento ufficiale, condiviso dall’intero Consiglio, che aveva inteso celebrare la figura di un “eroe e vittima della battaglia per la legalità e contro la mafia”.
Da più parti d’Italia, ricorda Introna, si era levata la richiesta di onoranze postume. Nel 1948 il cadavere di Rizzotto era stato occultato: “un caso di lupara bianca, una vittima destinata a non avere nemmeno una tomba sulla quale piangere – aggiunte il presidente del Consiglio pugliese – ma oggi, con la presenza del Capo dello Stato, il Paese ha tributato gli onori alla memoria del sindacalista socialista della Cgil, assassinato a 34 anni. Oggi, come ieri, la Puglia intera si inchina ad uno dei primi oppositori della mafia, quando ancora quella parola non si pronunciava. ‘La mafia non esiste’ si sentiva dire e tanti hanno continuato a ripeterlo fino addirittura agli anni Settanta”.