Marò: respinta richiesta libertà su cauzione

INDIA. Il tribunale indiano di Kollam ha respinto nuovamente richiesta di libertà dietro cauzione presentata dai legali dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in carcere da due mesi perché accusati dalle autorità locali di aver ucciso dei pescatori indiani. Dopo il primo no, l'11 maggio, "per motivi tecnici", è stato un giudice della 'Session Court' del tribunale a firmare una seconda sentenza negativa per la richiesta di libertà. Gli avvocati sono già al lavoro per presentare un nuovo ricorso e una nuova domanda sullo stesso tema presso l'Alta Corte di Kochi.

DE MISTURA: ULTERIORE DISAPPUNTO - "Non siamo sorpresi, ma proviamo un ulteriore disappunto", è stato il commento a caldo del sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura. "Non sorpresi perché era un atto dovuto, vista anche la presentazione da parte della polizia del Kerala del dossier con le accuse contro Latorre e Girone; dopo tale rapporto appariva davvero improbabile una risposta positiva a questo stadio", ha detto.

ACCUSE: OMICIDIO E ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE - Le imputazioni - cita il The Indian Express - sono omicidio, tentato omicidio, azioni che hanno comportato danni e associazione per delinquere. Contestata anche la violazione della Convenzione internazionale per la repressione di atti illeciti contro la sicurezza della navigazione che stabilisce la giurisdizione di uno Stato fino a 200 miglia nautiche.

ITALIA RICHIAMA AMBASCIATORE IN INDIA - L'ambasciatore italiano a New Delhi è stato richiamato a Roma per consultazioni riguardo alla vicenda dei maro'. Lo rende noto la Farnesina. Una nota del ministero degli Esteri riferisce che "alla luce degli sviluppi della situazione in Kerala e dei capi di imputazione a carico dei due militari italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, l'Ambasciatore a New Delhi Giacomo Sanfelice è stato richiamato a Roma per consultazioni con il Governo".

"GOVERNO BATTA PUGNI SU TAVOLO" - "Quello che e' successo oggi è niente di più e niente di meno di quello che ci aspettavamo. Sapevamo che allo scadere della carcerazione preventiva dovevano arrivare i capi di imputazione, ma quello che chiediamo al governo è di cominciare a battere i pugni sul tavolo". Così Christian D'Addario, nipote del marò Massimiliano Latorre, detenuto in India, parla a nome della famiglia del militare facendo trasparire tutta l'insofferenza per una situazione fatta solo di continui rinvii.

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