Mi dimetto da tifoso

di Francesco Greco.  Il campionato è finito, grazie a Dio, e così posso finalmente dimettermi da tifoso del Milan. Fine delle trasmissioni. Laudetur Jesus Christus. Sono in ritardo, lo so. I miei migliori amici l’hanno fatto dieci anni fa, la sera delle porcate che fece il famigerato arbitro Moreno in Corea-Italia. E che ci scacciò dai Campionati del Mondo. Alcuni si sono messi a tifare straniero: Barcellona, Chelsea, Real Madrid… Io mi sono turato il naso e ho resistito dieci lunghissimi anni in cui è successo di tutto, di più: ma adesso basta, il giocattolo è rotto e non si può più riaggiustare: troppo marcio e corrotto. L’ho scritto come lettera a qualche giornale sportivo: censured! Ho resistito a Calciopoli, agli arbitri comprati, alle loro sviste che condizionano tutto e tutti, alla sudditanza psicologica. E, più in generale, al doping come metodo (quando lo diceva Zeman era preso per matto: troppo antisistema), e non solo nel calcio, ai giocatori dopati male, costretti a bere i “beveroni” come animali da sacrificio e che sono morti giovani o sono rimasti invalidi a vita. Ho resistito al soffocamento strutturale dei vivai: ho segnalato ad alcune società di serie A, le maggiori (cioè, le più indebitate) dei piccoli campioni locali (fra cui il sedicenne Luigi Verardo di Acquarica del Capo, più bravo di Vucinic!), manco mi hanno risposto. Eppure ho letto su un libro di Luca Caioli (editore Dalai) che Messi fu visto e portato a Barcellona a 12 anni! Qui fanno la politica del brocco, purchè straniero: corrono dietro ad Hathley e Ruy Barros, e quando li cedono è per ingaggiare altri brocchi.
Ho resistito alla fine ingloriosa della critica sportiva: la sera di Milan-Inter il 6 maggio scorso, la premiata ditta Caressa-Bergomi le ha dato il colpo di grazia. Brera e Gismondi si sono rivoltati nella tomba. E poi, roba di questi giorni, gli arresti degli ultras, espressione della malavita che condiziona le partite, il giro di scommesse: un sistema squallido, ripugnante. Che si innesta sull’albero già marcio di Calciopoli, con la Triade bianconera che condizionava tutto.
Ora giustizia è fatta, la Juventus è stata “risarcita” dello scudetto sottratto per decreto e dato all’Inter: con una rete di Muntari ben dentro nell’ultimo Juventus-Milan e una in fuorigioco in Cagliari-Juventus alla penultima di campionato. C’era un disegno, è stato eseguito. E adesso? Di straforo va detto che il suo tecnico è entrato di straforo nelle intercettazioni, ma ci è rimasto un solo giorno e poi è sparito. Non resta che riprendere in mano “Gioco sporco”, editore Baldini-Castoldi-Dalai: Gianluca Ferraris aveva scritto tutto. Intanto, ripeto: mi dimetto da tifoso.
Basta Sky, Premium, maxischermo, partite in eurovisione, niente giornali sportivi, salterò le pagine dello sport sui quotidiani generalisti, basta programmi sportivi, e quant’altro. Non sono un complottista doc, ma hai sempre l’aspra sensazione che la buona fede del tifoso è aggirata e sbeffeggiata e che tutto deciso prima da una sorta di Spectre. Non si curano di salvare nemmeno la forma: ognuno è in grado di vedere con i suoi occhi come stanno le cose, anche con gli statumenti tecnici, di cui vogliono limitare l’uso per restare nella zona grigia della discrezionalità.
Se a voi che leggete sta bene così, prego: continuate pure a tifare. Io scendo dalla giostra, stanco di essere preso in giro, domenica dopo domenica. Continuate pure senza di me finchè non vi verrà la nausea. Buon divertimento!

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