di Redazione. Grande riserbo sia sulla colazione di lavoro di ieri a Palazzo Chigi tra Mario Monti, Silvio Berlusconi, Angelino Alfano, Gianni Letta e il sottosegretario Antonio Catricalà, nonchè sul vertice Pdl tenutosi ieri sera. Alla vigilia dei ballottaggi di domenica e lunedi' prossimi nelle elezioni amministrative a prevalere e' la prudenza.
A sgomberare il campo da strane interpretazioni sulla durata dell'incontro ci ha pensato lo stesso Berlusconi che nel pomeriggio e' arrivato alla Camera per votare la fiducia chiesta dal governo sul decreto riguardante le commissioni bancarie. A chi gli chiedeva notizie sul summit conclusosi poco prima, l'ex presidente del Consiglio replicava dicendo che la sua presenza a Montecitorio per il voto di fiducia non era casuale.
Secondo alcune indiscrezioni, Berlusconi e Alfano avrebbero confermato a Monti che il Pdl non ha intenzione di far mancare i propri voti all'esecutivo anche se d'ora in poi il sostegno sara' accompagnato da piu' ferme richieste di chiarimento su ogni singolo provvedimento.
L'ex premier, secondo quanto hanno riferito alcuni deputati che si sono assiepati intorno al loro leader quando ha fatto il suo ingresso alla Camera, avrebbe ribadito che la linea del Pdl resta quella di non staccare la spina al governo perche' la crisi economica e' tutt'altro che finita. Il Cavaliere ha spiegato inoltre che e' sua intenzione usare il tempo che resta della legislatura fino alla primavera del 2013 per far decollare il progetto di una federazione dei moderati che possa avere l'adesione dell'Udc di Pier Ferdinando Casini e della Fondazione ItaliaFutura di Luca Cordero di Montezemolo.
Berlusconi ha confermato anche la propria contrarieta' alle elezioni anticipate citando il caso della Grecia, dove il ricorso alle urne non ha risolto le difficolta' di stabilita' politica di quel paese. Quanto al successo delle liste dei grillini, l'ex premier si e' detto persuaso che sia un segnale di insofferenza nei confronti dei partiti a cui si deve rispondere introducendo forti novita' sulla scena politica.
Nel vertice a Palazzo Grazioli si e' discusso anche di legge elettorale, giustizia e soprattutto della prospettiva della federazione dei moderati. Sul primo punto il Pdl si orienterebbe a modificare le norme elettorali in vigore inserendo la preferenza a disposizione dell'elettore per il 70% degli eletti riservando ai partiti un 30% di candidati da eleggere su lista bloccata. Si ritiene che il mantenimento del cosiddetto ''porcellum'' possa favorire la nascita della federazione perche' obbliga al formarsi di coalizioni per ottenere il premio di maggioranza in caso di vittoria.
L'ipotesi della federazione dei moderati e' considerata prioritaria da Berlusconi e Alfano anche perche' l'andamento della crisi di leadership nella Lega Nord non permette di puntare a riedizioni di vecchie alleanze. Tra le tante indiscrezioni sulla federazione dei moderati, c'e' anche quella che fa riferimento ad alcune novita' che potrebbero prendere forma gia' la prossima settimana come, ad esempio, il costituirsi di gruppi parlamentari che sarebbero apripista alla Camera e al Senato dove confluirebbero i piu' convinti assertori dell'unita' dei moderati.
A sgomberare il campo da strane interpretazioni sulla durata dell'incontro ci ha pensato lo stesso Berlusconi che nel pomeriggio e' arrivato alla Camera per votare la fiducia chiesta dal governo sul decreto riguardante le commissioni bancarie. A chi gli chiedeva notizie sul summit conclusosi poco prima, l'ex presidente del Consiglio replicava dicendo che la sua presenza a Montecitorio per il voto di fiducia non era casuale.
Secondo alcune indiscrezioni, Berlusconi e Alfano avrebbero confermato a Monti che il Pdl non ha intenzione di far mancare i propri voti all'esecutivo anche se d'ora in poi il sostegno sara' accompagnato da piu' ferme richieste di chiarimento su ogni singolo provvedimento.
L'ex premier, secondo quanto hanno riferito alcuni deputati che si sono assiepati intorno al loro leader quando ha fatto il suo ingresso alla Camera, avrebbe ribadito che la linea del Pdl resta quella di non staccare la spina al governo perche' la crisi economica e' tutt'altro che finita. Il Cavaliere ha spiegato inoltre che e' sua intenzione usare il tempo che resta della legislatura fino alla primavera del 2013 per far decollare il progetto di una federazione dei moderati che possa avere l'adesione dell'Udc di Pier Ferdinando Casini e della Fondazione ItaliaFutura di Luca Cordero di Montezemolo.
Berlusconi ha confermato anche la propria contrarieta' alle elezioni anticipate citando il caso della Grecia, dove il ricorso alle urne non ha risolto le difficolta' di stabilita' politica di quel paese. Quanto al successo delle liste dei grillini, l'ex premier si e' detto persuaso che sia un segnale di insofferenza nei confronti dei partiti a cui si deve rispondere introducendo forti novita' sulla scena politica.
Nel vertice a Palazzo Grazioli si e' discusso anche di legge elettorale, giustizia e soprattutto della prospettiva della federazione dei moderati. Sul primo punto il Pdl si orienterebbe a modificare le norme elettorali in vigore inserendo la preferenza a disposizione dell'elettore per il 70% degli eletti riservando ai partiti un 30% di candidati da eleggere su lista bloccata. Si ritiene che il mantenimento del cosiddetto ''porcellum'' possa favorire la nascita della federazione perche' obbliga al formarsi di coalizioni per ottenere il premio di maggioranza in caso di vittoria.
L'ipotesi della federazione dei moderati e' considerata prioritaria da Berlusconi e Alfano anche perche' l'andamento della crisi di leadership nella Lega Nord non permette di puntare a riedizioni di vecchie alleanze. Tra le tante indiscrezioni sulla federazione dei moderati, c'e' anche quella che fa riferimento ad alcune novita' che potrebbero prendere forma gia' la prossima settimana come, ad esempio, il costituirsi di gruppi parlamentari che sarebbero apripista alla Camera e al Senato dove confluirebbero i piu' convinti assertori dell'unita' dei moderati.