BARI. Mi associo al coro unanime di cordoglio nei confronti delle famiglie mesagnesi direttamente colpite dal vile ed ignobile attentato di Brindisi, a loro va la mia vicinanza, il mio incoraggiamento a reagire ad una vicenda che nessuno forse si sarebbe mai aspettato. La morte della giovane Melissa, anima innocente, ed il ferimento delle altre sue compagne merita rispetto e unanime condanna nei confronti di chi ha inteso colpire in questo modo così “barbaro”. Plaudo con estremo favore l’iniziativa di convocare l’assemblea straordinaria.
Nei giorni scorsi, meditavo attentamente su quanto accaduto e sulle sue cause. Sui social-network più in voga, leggevo numerosi commenti di semplici cittadini. Alcuni di questi riportavano testuali parole: “Hanno sbagliato bersaglio!” oppure “Avrebbero dovuto mettere l’ordigno dinanzi alla sede del Parlamento”.
La lettura di questi post, credo debba indurre tutti ad una profonda riflessione sul forte clima di odio e di livore, formatosi giorno dopo giorno, rispetto alla politica in generale, senza distinzione alcuna.
Certo, è vero, sono tanti gli esempi di mala amministrazione che hanno caratterizzato la scena politica degli ultimi anni. Sia ben chiaro, nessuno intende fare una difesa d’ufficio di ciò che potremmo definire “indifendibile”.
Lo stato di grande crisi che sta attraversando il Paese viene da lontano e raccoglie l’eredità di una moltitudine di scelte ispirate alla salvaguardia di interessi particolari. Interessi che hanno creato, nel corso degli anni, una vasta gamma di privilegi “sproporzionati” ed in contrasto con quelli che sono gli ideali fondamentali che dovrebbero alimentare l’azione di chi esercita pubbliche funzioni. Ideali che dovrebbero mettere al centro dell’attività istituzionale gli interessi dell’intera comunità .
A tutto questo, va premesso che la difesa della democrazia non deve avere colori politici. Chi non lo comprende è servo della propria vocazione alla speculazione. Se il Paese non recupera il senso dei valori, del rispetto, della solidarietà , della credibilità , dell’affidabilità e della coesione sociale, difficilmente riuscirà ad uscir fuori dal tunnel.
La sfida è dura ma non impossibile! Non si può continuare a far finta di non vedere e di non sentire. Non ci si può limitare a manifestare la propria vicinanza solo mediante comunicati stampa, manifestazioni e fiaccolate popolari di rito. E’ necessaria una “svolta”. Bisogna affrontare il tema in maniera diretta, lucida e trasparente evitando strumentalizzazioni inutili.
L’obiettivo primario che deve darsi la politica deve essere quello di avviare un processo virtuoso ed umile di ascolto che ridia credibilità a tutti coloro i quali vengono chiamati a compiere scelte responsabili per il bene del Paese, recuperando nel contempo la fiducia e la speranza dei cittadini. Per fare questo, bisogna mettere insieme tutte le forze migliori della nostra società .
Basta con la politica dei palazzi, delle camere chiuse, degli interessi di bottega, sorda a raccogliere il grido di dolore proveniente dai tantissimi cittadini vessati da una politica miope ed insensibile e che ha inteso risolvere i problemi solo tassando, tassando e, tassando. I cittadini sono stanchi. Bisogna fare il contrario attuando politiche che razionalizzino la spesa, ottimizzando le risorse, partendo dal presupposto che bisogna spendere limitatamente alle proprie possibilità , dato che sino ad oggi si è speso più di quello che era disponibile. Bisogna dare al Paese, segnali ancora più forti di quelli dati sin qui. Ripeto, bisogna invertire il trend. E la nostra Regione può divenire modello di riferimento per tutta l’Italia qualora decidesse di mettere in campo una seria politica di ridimensionamento della spesa improduttiva e di riduzione della pressione fiscale regionale che tanto incide sulle tasche dei contribuenti. Così il consigliere Giovanni Alfarano (Pdl).
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