Nome in materia socio-assistenziale: il ddl all'esame della III commissione


BARI. Prosegue in III commissione (Servizi sociali) presieduta da Dino Marino (Pd) l’iter del disegno di legge contenente “Norme in materia socio-assistenziale”. A illustrare il provvedimento, il cui testo è tornato oggi in commissione dopo aver recepito le osservazioni presentate dalle parti sociali e gli emendamenti depositati dai consiglieri, l’assessore al Welfare Elena Gentile, che ha ribadito la necessità di “approvare una legge che porti alla riforma del settore”. A partire dall’istituzione della fondazione regionale Puglia Sociale che, ha spiegato la Gentile, “sarà uno strumento duttile e agile per intercettare nuove forme di finanziamento, e ampliare l’ambito di azione e collaborazione della Regione con altri soggetti pubblici e privati. Una necessità derivante dal mutato contesto socio-economico e dal progressivo assottigliamento del fondo nazionale per le politiche sociali.
In questo modo - ha continuato la Gentile -  la Regione avrà la possibilità di intraprendere percorsi di innovazione e partecipazione nell’ambito di iniziative di utilità sociale, e mettere a frutto i proventi della raccolta straordinaria di fondi derivanti dal 5 per mille devoluto alla Regione Puglia, circa 18 milioni di euro. Uno strumento a costo zero – ha tenuto a precisare l’assessore Gentile – la cui gestione sarà affidata esclusivamente alle strutture dell’assessorato: in questo modo sarà possibile mettere a disposizione dei soggetti interessati le conoscenze necessarie ad articolare gli interventi in maniera mirata”.
Rassicurazioni che non sono bastate ai commissari: il primo a sollevare dubbi il consigliere Pd Michele Monno, che ha puntato il dito contro la necessità di istituire una nuova fondazione, per attività che, ha affermato, “potrebbero essere delegate a un dipartimento regionale, con maggiori garanzie”.
Critica anche l’opposizione: Rocco Palese (Pdl), pur condividendo gli obiettivi, si è detto in disaccordo con le modalità indicate dall’assessore, che "prefigurano la nascita di un ulteriore “carrozzone", come già avvenuto con le agenzie regionali”.
Sospetto condiviso dai consiglieri Fli Giammarco Surico e Euprepio Curto, per il quale “è forte la sensazione che con l’apertura a imprenditori privati, si possa precostituire un sistema per rendere più flessibile all’esterno la gestione dei servizi sociali”. Il capogruppo Udc Salvatore Negro ha invece portato l’attenzione sulla necessità, “prima di affrontare ogni altra questione, di rivedere i Piani sociali di zona e le modalità con cui vengono distribuite le risorse”.
In conclusione, l’invito del presidente Marino a individuare “nuove forme e metodi per salvaguardare da una parte, le finalità indicate dall’assessore e dall’altra per mettere i commissari nelle condizioni di approvare la legge”.
La commissione ha inoltre dato parere favorevole (con l’astensione del centrodestra) al regolamento che stabilisce i requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle attività sanitarie delle unità di raccolta di sangue.

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