Palese: voto segreto, assenze governo e bocciatura per norme già previste
BARI. “E’ davvero strano quanto accaduto oggi in Consiglio sulla Proposta di Legge di modifica del Regolamento interno presentata da due colleghi di maggioranza (Losappio e Disabato) e apparentemente boicottata dalla stessa maggioranza con la quasi totale assenza del Governo regionale e i voti contrari di molti colleghi di centrosinistra favoriti anche dal voto segreto”.
Lo dichiara il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Rocco Palese, che aggiunge: “Sorprende l’esito della votazione, ossia la bocciatura, ma anche l’andamento del dibattito: sembrava che si volesse inserire nel Regolamento una sorta di ‘rivoluzione copernicana’, quando si trattava semplicemente di recepire nel Regolamento quanto già espressamente previsto da due Leggi Regionali in vigore, ossia l’iscrizione dei DDL e delle PDL all’ordine del giorno nel rispetto delle procedure di contabilità relative alla copertura finanziaria (già previsto dalla Legge Regionale 28/2001 “Legge di contabilità della Regione Puglia” e smi) e accompagnati dal parere di costituzionalità (quest’ultimo peraltro non vincolante e anch’esso già previsto dall’articolo 7 della Legge 29/2011 “Semplificazione e qualità della formazione).
Esigenza - aggiunge Palese – avvertita in primis da colleghi di maggioranza e dettata dal fatto che sempre più spesso nelle Commissioni arrivano DDL e PDL privi dei pur previsti pareri sulla copertura finanziaria e sulla compatibilità dei testi con la Costituzione e le Leggi vigenti. Come si vede queste norme sono già Legge in questa Regione e alla luce di ciò appaiono inspiegabili sia le numerose assenze nei banchi del Governo regionale, sia le dichiarazioni di contrarietà ai principi ispiratori di questa Proposta di Legge (mero recepimento di norme legislative nel Regolamento interno del Consiglio), sia la richiesta di voto segreto, sia i voti contrari.
Ferma restando la insindacabile libertà di ciascuno di esprimere la propria opinione ed il proprio voto – conclude Palese - sarebbe auspicabile che chi ha votato contro spiegasse ai cittadini pugliesi perché non vuole inserire nel Regolamento interno del Consiglio quanto già previsto da due Leggi Regionali in vigore a tutela della qualità della legislazione regionale pugliese che purtroppo risulta essere tra le più censurate d’Italia da parte della Corte Costituzionale”.
Losappio e Disabato: “Ecco il partito trasversale della spesa pubblica” - “Insofferenti ai controlli ed alle regole, bramosi di spendere e di soddisfare le attese di parti di territorio e categorie: con questi presupposti trasversalmente diffusi negli schieramenti in Aula ed impudicamente rivendicati negli interventi di qualche autorevole collega i 33 voti a favore di una modesta modifica del regolamento interno non erano sufficienti.
Ne occorrevano 36, la maggioranza qualificata.
E’ stata così respinta una norma che avrebbe reso più severo e trasparente il percorso sulle leggi presentate direttamente in Aula, senza passare in Commissione, per evitare possibili attacchi alla diligenza. Anzi, probabili.
Resta ferma la Legge 29/2011 (semplificazione e qualità della formazione) che in sostanza indica gli stessi vincoli procedimentali che sarà nostra cura far rispettare.
La parte più brutta di questa vicenda non sta dunque nelle conseguenze del mancato voto, ma nei pensieri e nei retro pensieri che hanno ispirato il colpo di mano del partito della spesa pubblica”.
A riferirlo i Presidenti dei Gruppi Sel e PPV, Michele Losappio e Angelo Disabato.
Lo dichiara il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Rocco Palese, che aggiunge: “Sorprende l’esito della votazione, ossia la bocciatura, ma anche l’andamento del dibattito: sembrava che si volesse inserire nel Regolamento una sorta di ‘rivoluzione copernicana’, quando si trattava semplicemente di recepire nel Regolamento quanto già espressamente previsto da due Leggi Regionali in vigore, ossia l’iscrizione dei DDL e delle PDL all’ordine del giorno nel rispetto delle procedure di contabilità relative alla copertura finanziaria (già previsto dalla Legge Regionale 28/2001 “Legge di contabilità della Regione Puglia” e smi) e accompagnati dal parere di costituzionalità (quest’ultimo peraltro non vincolante e anch’esso già previsto dall’articolo 7 della Legge 29/2011 “Semplificazione e qualità della formazione).
Esigenza - aggiunge Palese – avvertita in primis da colleghi di maggioranza e dettata dal fatto che sempre più spesso nelle Commissioni arrivano DDL e PDL privi dei pur previsti pareri sulla copertura finanziaria e sulla compatibilità dei testi con la Costituzione e le Leggi vigenti. Come si vede queste norme sono già Legge in questa Regione e alla luce di ciò appaiono inspiegabili sia le numerose assenze nei banchi del Governo regionale, sia le dichiarazioni di contrarietà ai principi ispiratori di questa Proposta di Legge (mero recepimento di norme legislative nel Regolamento interno del Consiglio), sia la richiesta di voto segreto, sia i voti contrari.
Ferma restando la insindacabile libertà di ciascuno di esprimere la propria opinione ed il proprio voto – conclude Palese - sarebbe auspicabile che chi ha votato contro spiegasse ai cittadini pugliesi perché non vuole inserire nel Regolamento interno del Consiglio quanto già previsto da due Leggi Regionali in vigore a tutela della qualità della legislazione regionale pugliese che purtroppo risulta essere tra le più censurate d’Italia da parte della Corte Costituzionale”.
Losappio e Disabato: “Ecco il partito trasversale della spesa pubblica” - “Insofferenti ai controlli ed alle regole, bramosi di spendere e di soddisfare le attese di parti di territorio e categorie: con questi presupposti trasversalmente diffusi negli schieramenti in Aula ed impudicamente rivendicati negli interventi di qualche autorevole collega i 33 voti a favore di una modesta modifica del regolamento interno non erano sufficienti.
Ne occorrevano 36, la maggioranza qualificata.
E’ stata così respinta una norma che avrebbe reso più severo e trasparente il percorso sulle leggi presentate direttamente in Aula, senza passare in Commissione, per evitare possibili attacchi alla diligenza. Anzi, probabili.
Resta ferma la Legge 29/2011 (semplificazione e qualità della formazione) che in sostanza indica gli stessi vincoli procedimentali che sarà nostra cura far rispettare.
La parte più brutta di questa vicenda non sta dunque nelle conseguenze del mancato voto, ma nei pensieri e nei retro pensieri che hanno ispirato il colpo di mano del partito della spesa pubblica”.
A riferirlo i Presidenti dei Gruppi Sel e PPV, Michele Losappio e Angelo Disabato.
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