BARI. I consiglieri regionali passano, a partire dalla prossima legislatura, da 70 a 60. La modifica alla statuto regionale è stata approvata all’unanimità dall’assemblea legislativa pugliese in seconda lettura (presenti 48 consiglieri, a favore 47) con un’unica astensione (quella di Davide Bellomo, I Pugliesi). Gli assessori di riflesso vengono ridotti da 14 a 12, di cui massimo tre esterni.
+ Introna: il cantiere dell'autoriforma è aperto
Il presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, ha ringraziato per il voto unanime dell’assemblea che apre una nuova stagione istituzionale, che avrà a breve come primo obiettivo la revisione della legge elettorale in funzione del perseguimento di tre obiettivi principali: il rispetto della rappresentanza dei territori; il perseguimento della “possibile e auspicabile parità di genere” e la revisione del meccanismo della soglia elettorale, dando spazio alle forze politiche minori. In precedenza è intervenuto il capoluogo PdL Rocco Palese che ha evidenziato come il progetto federalista spinto proprio dello statuto in vigore (che 12 anni fa ha rappresentato la riforma più federalista possibile, configurando un modello di Regione-Stato) sia fallito, nel momento in cui lo Stato è stato costretto per ragioni di convergenza con le politiche dell’Ue, a ritornare alla tesoreria unica nazionale. Rispetto a questo processo è quanto mai opportuna la riduzione a 60 dei consiglieri regionali, nella more delle definizione del contenzioso acceso da alcune regioni rispetto alla misura disposta dal Governo per la riduzione dei consiglieri a 50, sia pure subordinatamente alla assegnazione delle risorse finanziarie. Quindi revisione a breve della legge elettorale regionale nell’ambito della 7° commissione consiliare. Il capogruppo PD, Antonio Decaro, ha ricordato che quella della riduzione a 60 consiglieri sia un’iniziativa autonoma dell’assemblea pugliese, prima ancora di quella parlamentare e della ondata di antipolitica. La riduzione approvata – ha aggiunto - non è soltanto funzionale alla riduzione dei costi, ma anche ad uno snellimento dei lavori delle commissioni consiliari in modo da mettere le stesse nelle condizioni di lavorare in maniera più organica. Ecco perché è necessario mettere mano subito alla revisione della legge elettorale che vedrà impegnata la 7° commissione dalla settimana prossima. Anche lui ha sottolineato i tre punti fermi che dovranno contraddistinguere la stessa legge: rappresentanza di tutti i territori, parità di genere e spazio anche alle forze politiche minori. Anche il capogruppo UDC Salvatore Negro ha sottolineato come l’iniziativa legislativa sia precedente a quella del Parlamento e alla ventata di antipolitica montata negli ultimi tempi.
“Il cittadino, pero’ – ha aggiunto – ha bisogno soprattutto di risposte concrete rispetto alle problematiche che si pongono”, citando gli esempi dei ritardi nei pagamenti alle imprese, dei lavoratori socialmente utili che a distanza di 2 anni dai provvedimenti regionali vedono ancora irrisolti i problemi connessi alle questioni previdenziali e dei de-stabilizzati, per i quali ha sollecitato il coinvolgimento dei parlamentari pugliesi per arrivare a modifiche legislative nazionali in grado di risolvere alla base il problema dei lavoratori in questione.
+ Introna: il cantiere dell'autoriforma è aperto
Il presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, ha ringraziato per il voto unanime dell’assemblea che apre una nuova stagione istituzionale, che avrà a breve come primo obiettivo la revisione della legge elettorale in funzione del perseguimento di tre obiettivi principali: il rispetto della rappresentanza dei territori; il perseguimento della “possibile e auspicabile parità di genere” e la revisione del meccanismo della soglia elettorale, dando spazio alle forze politiche minori. In precedenza è intervenuto il capoluogo PdL Rocco Palese che ha evidenziato come il progetto federalista spinto proprio dello statuto in vigore (che 12 anni fa ha rappresentato la riforma più federalista possibile, configurando un modello di Regione-Stato) sia fallito, nel momento in cui lo Stato è stato costretto per ragioni di convergenza con le politiche dell’Ue, a ritornare alla tesoreria unica nazionale. Rispetto a questo processo è quanto mai opportuna la riduzione a 60 dei consiglieri regionali, nella more delle definizione del contenzioso acceso da alcune regioni rispetto alla misura disposta dal Governo per la riduzione dei consiglieri a 50, sia pure subordinatamente alla assegnazione delle risorse finanziarie. Quindi revisione a breve della legge elettorale regionale nell’ambito della 7° commissione consiliare. Il capogruppo PD, Antonio Decaro, ha ricordato che quella della riduzione a 60 consiglieri sia un’iniziativa autonoma dell’assemblea pugliese, prima ancora di quella parlamentare e della ondata di antipolitica. La riduzione approvata – ha aggiunto - non è soltanto funzionale alla riduzione dei costi, ma anche ad uno snellimento dei lavori delle commissioni consiliari in modo da mettere le stesse nelle condizioni di lavorare in maniera più organica. Ecco perché è necessario mettere mano subito alla revisione della legge elettorale che vedrà impegnata la 7° commissione dalla settimana prossima. Anche lui ha sottolineato i tre punti fermi che dovranno contraddistinguere la stessa legge: rappresentanza di tutti i territori, parità di genere e spazio anche alle forze politiche minori. Anche il capogruppo UDC Salvatore Negro ha sottolineato come l’iniziativa legislativa sia precedente a quella del Parlamento e alla ventata di antipolitica montata negli ultimi tempi.
“Il cittadino, pero’ – ha aggiunto – ha bisogno soprattutto di risposte concrete rispetto alle problematiche che si pongono”, citando gli esempi dei ritardi nei pagamenti alle imprese, dei lavoratori socialmente utili che a distanza di 2 anni dai provvedimenti regionali vedono ancora irrisolti i problemi connessi alle questioni previdenziali e dei de-stabilizzati, per i quali ha sollecitato il coinvolgimento dei parlamentari pugliesi per arrivare a modifiche legislative nazionali in grado di risolvere alla base il problema dei lavoratori in questione.
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