PARIGI. La Francia torna rossa. Il candidato socialista Francois Hollande e' diventato il nuovo presidente francese scalzando dall'Eliseo Nicolas Sarkozy. Il margine e' stato inferiore a quello che ci si aspettava: Hollande ha ottenuto il 51,7% delle preferenze, contro il 48,3% del rivale, con un'alta affluenza alle urne (oltre l'81% dei 46 milioni di aventi diritto).
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''Saro' il presidente di tutti. Questa sera c'e' una sola nazione. Ognuno sara' trattato nello stesso modo, stessi diritti e stessi doveri. Nessun figlio della repubblica sara' lasciato indietro o discriminato'', ha detto il neopresidente pronunciando il suo primo discorso ufficiale nel feudo elettorale di Tulle. Sarkozy, dopo una riunione con il primo ministro Francois Fillon, il presidente dell'Ump Jean-Francois Cope' e il ministro degli Esteri, Alain Juppe', ha riconosciuto la sconfitta: ''Torno a essere francese tra i francesi. Francois Hollande e' il presidente della Francia e deve essere rispettato''. Congratulazioni al neo eletto sono arrivate dal Cancelliere tedesco, Angela Merkel, che ha invitato Hollande in Germania, mentre dalla Casa Bianca una nota ufficiale ha confermato l'attenzione del presidente Barack Obama nei confronti del voto francese, nella speranza che possa avere ripercussioni positive anche sull'economia americana. Il presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, ha telefonato ad Hollande manifestandogli il ''desiderio del governo italiano, e personale, di collaborare strettamente con la Francia, in particolare nel quadro europeo, ai fini di un'unione sempre piu' efficace e orientata alla crescita''. Hollande, che nel 2007 venne scavalcato nella corsa alle presidenziali dalla sua compagna di allora, Segolene Royal, e' il 24mo presidente della Repubblica francese, nonche' il secondo socialista a varcare la soglia dell'Eliseo, dopo Francois Mitterrand.
Tra i primi a telefonare al nuovo inquilino dell'Eliseo anche Giorgio Napolitano. Informa il Quirinale: ''Il presidente ha telefonato a Hollande per esprimergli le sue calorose congratulazioni e auspicare fervidi rapporti di attiva collaborazione tra Italia e Francia nel contesto europeo''. In serata anche un primo giudizio del premier Mario Monti contenuto in una nota, dopo aver telefonato a Hollande: ''I risultati delle elezioni in Francia e in Grecia impongono una riflessione sulla politica europea. La disciplina del bilancio pubblico rimarra' un elemento essenziale dell'Unione economica e monetaria''. Aggiunge il presidente del Consiglio: ''Una finanza pubblica responsabile e' condizione necessaria ma non certo sufficiente per l'obiettivo chiave: una crescita sostenibile, creatrice di occupazione e orientata all'equita' sociale. Per questo, e' fondamentale che l'Europa adotti con urgenza concrete politiche per la crescita. L'Italia deve avere, in questo, un particolare ruolo di orientamento e di impulso in Europa. Tale ruolo trovera' ora uno spazio maggiore''. Da Palazzo Chigi si fa sapere che il presidente Monti ha anche avuto scambi di opinioni con il presidente del Consiglio europeo Herman Von Rompuy, con il cancelliere tedesco Angela Merkel e con il primo ministro britannico David Cameron, al fine di valutare congiuntamente le prospettive che, a seguito dei risultati elettorali in Francia e in Grecia, si aprono per la politica europea, e in particolare ai fini della crescita economica, obiettivo che il governo italiano considera prioritario e che, con recenti iniziative, ha posto al centro dell'agenda europea. Pier Luigi Bersani valuta la vittoria di Hollande come ''una bella notizia per l'Europa, un passo determinante per invertire il ciclo disastroso dei governi delle destre e anche per sconfiggere i venti populisti e regressivi che si fanno sentire in Europa''. Prosegue il segretario del Pd: ''Ora si puo' lavorare con piu' forza e convinzione a un cambio delle politiche europee. L'Italia ha tutto da guadagnare da un avanzamento della piattaforma dei progressisti europei che riesce anche a individuare obiettivi di crescita da affiancare a un rigore che se e' cieco ci porta a una recessione indomabile''.
Per Nichi Vendola, leader di Sel che ha avviato rapporti con il Pse, a Parigi ha vinto ''la sinistra che difende l'Europa sociale, l' Europa dei diritti e del welfare mentre la sinistra che sventola la bandiera del liberismo e del rigorismo viene travolta''. Antonio Di Pietro, Idv, sottolinea che ''la vittoria di Hollande e' un punto di svolta perche' puo' rafforzare la dimensione politica e sociale dell' Unione europea che non deve piu' rispondere alle logiche finanziarie degli speculatori e alle banche''.
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