ROMA. Stop alle violenze in Siria. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ''ha condannato nei termini piu' forti possibili le uccisioni di civili, causate da colpi sparati da vicino e da gravi abusi fisici come confermato dagli osservatori internazionali, di decine di uomini, donne e bambini e il ferimento di altre centinaia di persone'', in combattimenti che hanno ''comportato bombardamenti da parte dell'artiglieria governativa''. I responsabili del massacro ''saranno chiamati a risponderne''.
E' quanto si legge nel testo della dichiarazione congiunta varata dai Quindici durante un vertice last-minute volto a deplorare il massacro della citta' di Hula, durante il quale hanno perso la vita 108 persone, di cui 49 bambini e 34 donne uccise a bruciapelo da milizie di Shabiha fedeli al regime di Damasco, secondo quanto riferito dalle opposizioni in Siria.
Alla riunione del Consiglio, convocata in via straordinaria nella notte, ha partecipato in videoconferenza anche il capo della missione delle Nazioni Unite in Siria, il generale Robert Mood.
Tre ore di duro confronto, un braccio di ferro tra le potenze occidentali e Mosca, poi la condanna finale, approvata all'unanimita', nella quale si ribadisce la richiesta del ritiro delle armi pesanti dalle citta' siriane come previsto dal piano di pace dell'inviato speciale Kofi Annan. La Russia, principale alleato del presidente Bashar al-Assad, e' tornata sui suoi passi dopo aver dichiarato di non ritenere responsabile il governo della strage.
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