ROMA. Con la vittoria nelle primarie negli Stati del Connecticut, Delaware, Pennsylvania, Rhode Island e New York, lo scorso 24 aprile, Mitt Romney ha raggiunto la quota di 684 delegati alla Convenzione nazionale del Partito repubblicano che si svolgerà a Tampa, Florida, a fine agosto. Il quorum di delegati necessario per ottenere la candidatura è di 1144 delegati, ma il ritiro del principale avversario di Romney, Rick Santorum, e la grande distanza con i delegati ottenuti dagli altri due candidati ancora formalmente in corsa, l’ex-speaker della Camera dei rappresentanti Newt Gingrich (141; Gingrich ha comunque annunciato l’intenzione di ritirarsi) e Ron Paul (84), rendono scontata la sua designazione. Mormone, Mitt Romney (n. 1947), finanziere, è stato governatore del Massachusetts dal 2003 al 2007.
In politica interna le sue posizioni appaiono moderate: da governatore repubblicano in uno Stato tradizionalmente democratico, ha approvato per il Massachussets una riforma sanitaria simile a quella approvata a livello federale dall’amministrazione USA. In politica estera, invece, la composizione del suo Foreign Policy and National Security Advisory Team, che lo assiste nella campagna elettorale, lascia intravedere un’agenda maggiormente ispirata alle posizioni neoconservatrici. A tale ambito politico-culturale sono riconducibili lo studioso Robert Kagan e Eliot Cohen, già consigliere del segretario di Stato Condoleezza Rice tra il 2007 e il 2009. Il manifesto di politica estera fin qui presentato da Romney durante la campagna elettorale, An American Century. A Strategy to Secure America’s Enduring Interests and Ideals si basa su quattro principi: chiarezza degli interessi da perseguire; aspirazione ad un sistema internazionale congeniale alle istituzioni liberali, al libero mercato, alla democrazia e al rispetto dei diritti umani; la volontà di agire preventivamente per evitare che situazioni di crisi sfocino in aperti conflitti e la leadership nelle alleanze e nelle organizzazioni internazionali. (fonte:camera.it)
In politica interna le sue posizioni appaiono moderate: da governatore repubblicano in uno Stato tradizionalmente democratico, ha approvato per il Massachussets una riforma sanitaria simile a quella approvata a livello federale dall’amministrazione USA. In politica estera, invece, la composizione del suo Foreign Policy and National Security Advisory Team, che lo assiste nella campagna elettorale, lascia intravedere un’agenda maggiormente ispirata alle posizioni neoconservatrici. A tale ambito politico-culturale sono riconducibili lo studioso Robert Kagan e Eliot Cohen, già consigliere del segretario di Stato Condoleezza Rice tra il 2007 e il 2009. Il manifesto di politica estera fin qui presentato da Romney durante la campagna elettorale, An American Century. A Strategy to Secure America’s Enduring Interests and Ideals si basa su quattro principi: chiarezza degli interessi da perseguire; aspirazione ad un sistema internazionale congeniale alle istituzioni liberali, al libero mercato, alla democrazia e al rispetto dei diritti umani; la volontà di agire preventivamente per evitare che situazioni di crisi sfocino in aperti conflitti e la leadership nelle alleanze e nelle organizzazioni internazionali. (fonte:camera.it)
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