LECCE. La proclamazione dei vincitori e una dichiarazione d’intenti per la costituzione della Fondazione dei vini rosati sanciscono ufficialmente la conclusione del 1° Concorso enologico nazionale dei vini Rosati d’Italia. Un bilancio estremamente positivo per questa prima edizione di un concorso unico nel suo genere che ha saputo catturare l’attenzione dei produttori italiani, senza distinzione da Nord a Sud.
+ Il ministro: sì a fondazione rosati
A suggellare questa nuova vita, questa rinascita dei vini rosati, un parterre di eccezione, riunito per l’occasione nella suggestiva location del castello Aragonese di Otranto, per dare vita ad un convegno interamente dedicato alla particolare tipologia enoica.
Esponenti di spicco del mondo accademico, tecnico-scientifico ed istituzionale, raccolti intorno ad un tavolo per fissare i punti salienti di un percorso condiviso, che ha avuto (ed ha) come unico obiettivo la valorizzazione e la salvaguardia del vino rosato. Prima dell’apertura dei lavori l’inaugurazione della mostra “Rosati d’Italia”, esposizione di tutte le etichette partecipanti al concorso, con il taglio del nastro da parte del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania, e dell’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno, alla presenza del Presidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo de Castro, e dell’assessore alle Politiche giovanili della Regione Puglia, Nicola Fratoianni.
Nutrita e di altissimo spessore anche la schiera dei relatori al dibattito “I Rosati e il loro consumo” moderato da Fede e Tinto, conduttori di “Decanter” di Rai Radio 2: Davide Gaeta, docente della Facoltà di Economia dell’Università di Verona, Giuseppe Martelli, direttore Assoenologi, Antonio Calò, presidente dell’Accademia italiana della Vite e del vino e Federico Castellucci, direttore generale Oiv (Organisation internationale de la Vigne et du Vin). “Consentitemi un sentimento di orgoglio per una vittoria già conquistata: quella del vino rosato italiano – ha detto l’assessore Stefàno. Questo ci consegna la prima edizione ottimamente riuscita di un concorso che ha saputo intercettare, evidentemente, un bisogno esistente tra i produttori di tutta Italia, quello di valorizzare una tipologia enoica finora un po’ la Cenerentola delle etichette ma che, al contrario, sta vivendo uno straordinario trend di crescita negli apprezzamenti da parte di consumatori e dei mercati. L'ampia partecipazione delle regioni italiane, pressoché tutte, ci ripaga degli sforzi e degli ostacoli incontrati lungo il percorso e irrobustisce le nostre convinzioni: il vino rosato italiano deve essere valorizzato e tutelato, poiché ha le carte in regola per ambire a palcoscenici più prestigiosi. È una peculiarità produttiva che appartiene all’intero Paese e racchiude in sé sapienza, tradizioni e culture contadine sedimentate nel corso dei millenni. È una parte della nostra storia e come tale va custodita e preservata, ma è anche una porzione importante del percorso verso il futuro che vogliamo fare accanto ai nostri produttori”.
Il grande interesse dei consumatori e dei mercati mondiali verso questa tipologia enoica è stata la scintilla che ha motivato la felice intuizione dell’assessorato alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia che ha incontrato l’ entusiasmo e sostegno di tutti i produttori italiani, senza distinzione.
La risposta dei produttori, del resto, non lascia spazio ai dubbi: una partecipazione compatta, con oltre 350 campioni di vino pervenuti e la presenza di 18 regioni su 20. Nella classifica delle regioni più rappresentate spiccano accanto alla Puglia, Abruzzo, Veneto e Lombardia. Ex aequo Emilia Romagna, Toscana e Marche, ed infine Sicilia e Sardegna. Otto commissioni, composte ciascuna da 4 tecnici - enologi nominati dall’Associazione Enologi Enotecnici italiani e da un giornalista nominato dall’Ente organizzatore, la settimana scorsa hanno valutato i campioni pervenuti in base al metodo “Union Internationale des Oenologues”.
Ogni componente ha espresso in modo autonomo il proprio giudizio ed il punteggio finale è risultato dalla media aritmetica dei singoli giudizi numerici. A quest’ultimo fondamentale passo del progetto che, considerando il gradimento ottenuto apre scenari ancora più ambiziosi, non poteva mancare la presenza del ministro Mario Catania, che ha colto l’occasione per sottolineare la qualità del vino rosato italiano, un esempio importante dell’eccellenza di tutto il patrimonio enologico del nostro Paese.
+ Il ministro: sì a fondazione rosati
A suggellare questa nuova vita, questa rinascita dei vini rosati, un parterre di eccezione, riunito per l’occasione nella suggestiva location del castello Aragonese di Otranto, per dare vita ad un convegno interamente dedicato alla particolare tipologia enoica.
Esponenti di spicco del mondo accademico, tecnico-scientifico ed istituzionale, raccolti intorno ad un tavolo per fissare i punti salienti di un percorso condiviso, che ha avuto (ed ha) come unico obiettivo la valorizzazione e la salvaguardia del vino rosato. Prima dell’apertura dei lavori l’inaugurazione della mostra “Rosati d’Italia”, esposizione di tutte le etichette partecipanti al concorso, con il taglio del nastro da parte del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania, e dell’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno, alla presenza del Presidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo de Castro, e dell’assessore alle Politiche giovanili della Regione Puglia, Nicola Fratoianni.
Nutrita e di altissimo spessore anche la schiera dei relatori al dibattito “I Rosati e il loro consumo” moderato da Fede e Tinto, conduttori di “Decanter” di Rai Radio 2: Davide Gaeta, docente della Facoltà di Economia dell’Università di Verona, Giuseppe Martelli, direttore Assoenologi, Antonio Calò, presidente dell’Accademia italiana della Vite e del vino e Federico Castellucci, direttore generale Oiv (Organisation internationale de la Vigne et du Vin). “Consentitemi un sentimento di orgoglio per una vittoria già conquistata: quella del vino rosato italiano – ha detto l’assessore Stefàno. Questo ci consegna la prima edizione ottimamente riuscita di un concorso che ha saputo intercettare, evidentemente, un bisogno esistente tra i produttori di tutta Italia, quello di valorizzare una tipologia enoica finora un po’ la Cenerentola delle etichette ma che, al contrario, sta vivendo uno straordinario trend di crescita negli apprezzamenti da parte di consumatori e dei mercati. L'ampia partecipazione delle regioni italiane, pressoché tutte, ci ripaga degli sforzi e degli ostacoli incontrati lungo il percorso e irrobustisce le nostre convinzioni: il vino rosato italiano deve essere valorizzato e tutelato, poiché ha le carte in regola per ambire a palcoscenici più prestigiosi. È una peculiarità produttiva che appartiene all’intero Paese e racchiude in sé sapienza, tradizioni e culture contadine sedimentate nel corso dei millenni. È una parte della nostra storia e come tale va custodita e preservata, ma è anche una porzione importante del percorso verso il futuro che vogliamo fare accanto ai nostri produttori”.
Il grande interesse dei consumatori e dei mercati mondiali verso questa tipologia enoica è stata la scintilla che ha motivato la felice intuizione dell’assessorato alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia che ha incontrato l’ entusiasmo e sostegno di tutti i produttori italiani, senza distinzione.
La risposta dei produttori, del resto, non lascia spazio ai dubbi: una partecipazione compatta, con oltre 350 campioni di vino pervenuti e la presenza di 18 regioni su 20. Nella classifica delle regioni più rappresentate spiccano accanto alla Puglia, Abruzzo, Veneto e Lombardia. Ex aequo Emilia Romagna, Toscana e Marche, ed infine Sicilia e Sardegna. Otto commissioni, composte ciascuna da 4 tecnici - enologi nominati dall’Associazione Enologi Enotecnici italiani e da un giornalista nominato dall’Ente organizzatore, la settimana scorsa hanno valutato i campioni pervenuti in base al metodo “Union Internationale des Oenologues”.
Ogni componente ha espresso in modo autonomo il proprio giudizio ed il punteggio finale è risultato dalla media aritmetica dei singoli giudizi numerici. A quest’ultimo fondamentale passo del progetto che, considerando il gradimento ottenuto apre scenari ancora più ambiziosi, non poteva mancare la presenza del ministro Mario Catania, che ha colto l’occasione per sottolineare la qualità del vino rosato italiano, un esempio importante dell’eccellenza di tutto il patrimonio enologico del nostro Paese.