BARI. È stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa a Palazzo di Città il bilancio sociale e operativo della Fondazione ANT Italia Onlus in Puglia, alla presenza dell'Assessore al Welfare del Comune di Bari Ludovico Abbaticchio, del consigliere incaricato del sindaco per la prevenzione dei tumori Geni Palmiotti e del presidente ANT Raffaella Pannuti.
Tutti in crescita i numeri di ANT nel territorio pugliese nel 2011: i sofferenti assistiti sono infatti aumentati del 17.5% rispetto all'anno precedente, passando complessivamente da 3.150 a 3.702 persone. Le giornate di presa in carico dei Pazienti da parte di ANT sono cresciute del 21%, dalle 308.876 del 2010 alle 373.612 del 2011. Il dato dei sofferenti seguiti ogni giorno è cresciuto del 17.4%, per un totale di 1.234 persone (dato aggiornato al 31 dicembre 2011) assistite da uno staff - anche questo in aumento - di 47 medici, 36 infermieri e 4 psicologi che lavorano per la Fondazione (erano rispettivamente 45, 32 e 3 gli operatori sanitari attivi nel 2010). Sono 6 gli Ospedali Domiciliari Oncologici ANT presenti in Puglia, dove ANT è operativa dal 1988: Bari, Brindisi, Foggia, Lecce, BAT, Taranto. E' Taranto la provincia dove l'attività è più intensa, con 1.249 Pazienti assisiti nel 2011, seguita da Brindisi con 740 assistiti, Lecce con 530, e dalla BAT, con 519 persone seguite lo scorso anno. Anche il dato dei Pazienti che hanno potuto usufruire di un percorso di dimissioni protette grazie alle convenzioni stipulate da ANT con le ASL locali pugliesi è in crescita: erano 1.424 gli assistiti in convenzione nel 2010, dato che sale a 1.752 nel 2011.
"ANT è stata la prima realtà a occuparsi di cure palliative in Puglia, e da noi sono filiate tutte le altre esperienze, domiciliari e di hospice, presenti sul territorio - ha dichiarato Raffaella Pannuti - grazie all'accordo con le ASL che hanno ben interpretato il concetto di sussidiarietà (privato sociale e pubblico insieme per la sanità intesa come "bene comune"). Assistiamo in Puglia il 20% dei sofferenti che decedono a causa di un tumore, e di questi oltre il 90% riesce a morire a domicilio tra i propri cari. Ormai si è capito che affidare tutti i servizi e in particolare le cure palliative esclusivamente al pubblico è decisamente un atteggiamento antistorico, oltreché più costoso." Il Presidente ANT ha poi proseguito: "Nessuna regione italiana ha avuto una tale lungimiranza e per questo ringrazio l'assessore Attolini - qui presente - perché da anni, in questo settore sta avviando, attraverso la nostra Fondazione, una politica di risparmi sui ricoveri impropri, non certo a discapito della qualità dell'assistenza al sofferente di tumore - che viene assistito in modo professionale fino all'ultimo giorno."
Dal punto di vista economico, i proventi raccolti nel 2011 in Puglia ammontano a 3.993.047 euro, a fronte di una spesa complessiva pari a 4.076.513 euro. Il disavanzo è dunque pari a 83.466 euro, mentre nel 2010 vi era stato un avanzo di gestione in Puglia pari a 187.843 euro. Questo nonostante le convenzioni con le ASL locali - per un totale di 1.927.400 euro - siano cresciute del 2.7% rispetto all'esercizio precedente. I crediti nei confronti delle ASL al 31 dicembre 2011 ammontavano a 1.600.732 euro, con tempi di incasso medio di 300 giorni e picchi che vanno oltre i 450 giorni. I contributi da parte della Regione Puglia hanno avuto un incremento del 56.4% nel 2011, passando da 117.000 a 183.000 euro.
"Le convenzioni stipulate in Puglia rappresentano un esempio virtuoso di integrazione tra pubblico e privato, ma occorre fare ancora di più. Il nostro bilancio riferito alla regione Puglia ha chiuso in passivo, ovvero quanto ANT spende per fare assistenza in Puglia è più di quanto riesce a raccogliere in questa terra, sia con le donazioni e gli eventi, sia con le convenzioni con le ASL" - ha affermato Raffaella Pannuti, che poi ha proseguito - "Se la nostra Fondazione non avesse una dimensione nazionale e un bilancio complessivo in attivo, in grado di far fronte ai momenti di criticità della Puglia, non saremmo in grado di proseguire nella nostra opera di assistenza sul territorio. Faccio quindi un appello alle Istituzioni regionali, che sono state sempre molto attente e lungimiranti, a fare un ulteriore sforzo di affiancamento a ANT.
L'assistenza domiciliare può potenzialmente essere ampliata anche ai restanti sofferenti in fase terminale che ora non vengono assistiti, tenendo conto che una giornata di presa in carico da parte di ANT costa meno di 30 euro, quando una giornata in hospice ne costa più di 200. ANT continua a essere un fattore strategico per continuare a fornire cure palliative domiciliari in questa regione, a maggior ragione in previsione dei pesanti piani di ridimensionamento delle spese previsti nel prossimo periodo. Cosa vogliamo fare? - ha concluso Pannuti - assistere pochi fortunati o fare sì che tutti possano avere una vita dignitosa fino alla fine?".
"L'ANT rappresenta una realtà preziosa, con lo straordinario bagaglio di competenze ed esperienza maturate in oltre trent'anni di attività sul territorio - dichiara l'assessore comunale al Welfare Ludovico Abbaticchio -. Nel rapporto di integrazione tra pubblico e privato sociale esprime una tale qualità nell'assistenza socio sanitaria ai pazienti oncologici, da rivelarsi preziosa perfino per la formazione della classe medica. Con la chiusura di una serie di presidi ospedalieri e la progressiva riduzione dei posti letto disponibili l'assistenza domiciliare pubblica - sia sanitaria che sociale - deve poter contare sul supporto di fondi in bilancio regionale. Solo così i Comuni, in collaborazione con il mondo del volontariato e del terzo settore, saranno in grado di erogare servizi sempre più "europei", espressione di un'alta cultura civile nei confronti dei malati e delle persone fragili".
Tutti in crescita i numeri di ANT nel territorio pugliese nel 2011: i sofferenti assistiti sono infatti aumentati del 17.5% rispetto all'anno precedente, passando complessivamente da 3.150 a 3.702 persone. Le giornate di presa in carico dei Pazienti da parte di ANT sono cresciute del 21%, dalle 308.876 del 2010 alle 373.612 del 2011. Il dato dei sofferenti seguiti ogni giorno è cresciuto del 17.4%, per un totale di 1.234 persone (dato aggiornato al 31 dicembre 2011) assistite da uno staff - anche questo in aumento - di 47 medici, 36 infermieri e 4 psicologi che lavorano per la Fondazione (erano rispettivamente 45, 32 e 3 gli operatori sanitari attivi nel 2010). Sono 6 gli Ospedali Domiciliari Oncologici ANT presenti in Puglia, dove ANT è operativa dal 1988: Bari, Brindisi, Foggia, Lecce, BAT, Taranto. E' Taranto la provincia dove l'attività è più intensa, con 1.249 Pazienti assisiti nel 2011, seguita da Brindisi con 740 assistiti, Lecce con 530, e dalla BAT, con 519 persone seguite lo scorso anno. Anche il dato dei Pazienti che hanno potuto usufruire di un percorso di dimissioni protette grazie alle convenzioni stipulate da ANT con le ASL locali pugliesi è in crescita: erano 1.424 gli assistiti in convenzione nel 2010, dato che sale a 1.752 nel 2011.
"ANT è stata la prima realtà a occuparsi di cure palliative in Puglia, e da noi sono filiate tutte le altre esperienze, domiciliari e di hospice, presenti sul territorio - ha dichiarato Raffaella Pannuti - grazie all'accordo con le ASL che hanno ben interpretato il concetto di sussidiarietà (privato sociale e pubblico insieme per la sanità intesa come "bene comune"). Assistiamo in Puglia il 20% dei sofferenti che decedono a causa di un tumore, e di questi oltre il 90% riesce a morire a domicilio tra i propri cari. Ormai si è capito che affidare tutti i servizi e in particolare le cure palliative esclusivamente al pubblico è decisamente un atteggiamento antistorico, oltreché più costoso." Il Presidente ANT ha poi proseguito: "Nessuna regione italiana ha avuto una tale lungimiranza e per questo ringrazio l'assessore Attolini - qui presente - perché da anni, in questo settore sta avviando, attraverso la nostra Fondazione, una politica di risparmi sui ricoveri impropri, non certo a discapito della qualità dell'assistenza al sofferente di tumore - che viene assistito in modo professionale fino all'ultimo giorno."
Dal punto di vista economico, i proventi raccolti nel 2011 in Puglia ammontano a 3.993.047 euro, a fronte di una spesa complessiva pari a 4.076.513 euro. Il disavanzo è dunque pari a 83.466 euro, mentre nel 2010 vi era stato un avanzo di gestione in Puglia pari a 187.843 euro. Questo nonostante le convenzioni con le ASL locali - per un totale di 1.927.400 euro - siano cresciute del 2.7% rispetto all'esercizio precedente. I crediti nei confronti delle ASL al 31 dicembre 2011 ammontavano a 1.600.732 euro, con tempi di incasso medio di 300 giorni e picchi che vanno oltre i 450 giorni. I contributi da parte della Regione Puglia hanno avuto un incremento del 56.4% nel 2011, passando da 117.000 a 183.000 euro.
"Le convenzioni stipulate in Puglia rappresentano un esempio virtuoso di integrazione tra pubblico e privato, ma occorre fare ancora di più. Il nostro bilancio riferito alla regione Puglia ha chiuso in passivo, ovvero quanto ANT spende per fare assistenza in Puglia è più di quanto riesce a raccogliere in questa terra, sia con le donazioni e gli eventi, sia con le convenzioni con le ASL" - ha affermato Raffaella Pannuti, che poi ha proseguito - "Se la nostra Fondazione non avesse una dimensione nazionale e un bilancio complessivo in attivo, in grado di far fronte ai momenti di criticità della Puglia, non saremmo in grado di proseguire nella nostra opera di assistenza sul territorio. Faccio quindi un appello alle Istituzioni regionali, che sono state sempre molto attente e lungimiranti, a fare un ulteriore sforzo di affiancamento a ANT.
L'assistenza domiciliare può potenzialmente essere ampliata anche ai restanti sofferenti in fase terminale che ora non vengono assistiti, tenendo conto che una giornata di presa in carico da parte di ANT costa meno di 30 euro, quando una giornata in hospice ne costa più di 200. ANT continua a essere un fattore strategico per continuare a fornire cure palliative domiciliari in questa regione, a maggior ragione in previsione dei pesanti piani di ridimensionamento delle spese previsti nel prossimo periodo. Cosa vogliamo fare? - ha concluso Pannuti - assistere pochi fortunati o fare sì che tutti possano avere una vita dignitosa fino alla fine?".
"L'ANT rappresenta una realtà preziosa, con lo straordinario bagaglio di competenze ed esperienza maturate in oltre trent'anni di attività sul territorio - dichiara l'assessore comunale al Welfare Ludovico Abbaticchio -. Nel rapporto di integrazione tra pubblico e privato sociale esprime una tale qualità nell'assistenza socio sanitaria ai pazienti oncologici, da rivelarsi preziosa perfino per la formazione della classe medica. Con la chiusura di una serie di presidi ospedalieri e la progressiva riduzione dei posti letto disponibili l'assistenza domiciliare pubblica - sia sanitaria che sociale - deve poter contare sul supporto di fondi in bilancio regionale. Solo così i Comuni, in collaborazione con il mondo del volontariato e del terzo settore, saranno in grado di erogare servizi sempre più "europei", espressione di un'alta cultura civile nei confronti dei malati e delle persone fragili".