Brindisi: Perrino in tilt, è senza infermieri
BRINDISI. "Il Piano delle emergenze-estate 2012 non convince". E' quanto denunciano Mimmo Stella e Antonio Di Bella, rispettivamente delegati aziendali della Cgil e della Cisl che sottolineano la grave carenza di personale infermieristico e di operatori socio-sanitari nell’ospedale Perrino. "Data la gravità della situazione" il documento è stato inviato anche al sindaco Mimmo Consales "in qualità di garante della salute pubblica".
Il caso che, a loro detta, nei mesi estivi raggiungerà picchi preoccupanti, era stato già segnalato nei giorni scorsi dal segretario generale Cgil Antonio Macchia che aveva messo nero su bianco alcune osservazioni al “piano delle emergenze-estate 2012” elaborato dalla Asl.
Stella e Di Bella lanciano l’allarme: "L’ospedale Perrino è al collasso: tutte le unità operative sono gestite in “cattività”; le stesse terapie intensive e il blocco operatorio sono al collasso".
"Dal Piano presentato si evince la chiusura, se pur temporanea, stando a quanto sostiene la Direzione generale - proseguono - delle unità operative di dermatologia ed endocrinologia (fermo restando la garanzia dell’apertura di due rispettivi ambulatori) con il recupero di circa 18 unità infermieristiche e l’assunzione a tempo determinato per soli tre mesi di altre 10 unità infermieristiche, difficilmente reperibili a nostro avviso, proprio per le modalità di contratto (altre Asl evidentemente propongono contratti più lunghi e quindi più vantaggiosi) per un totale comunque di circa 28 infermieri che potrebbero essere a disposizione della Direzione sanitaria dello stabilimento ospedaliero Perrino".
Dal momento che il personale così reclutato coprirebbe una minima parte della carenza complessiva, i sindacalisti insistono nel sottolineare le enormi difficoltà che si incontreranno per garantire l’assistenza e soprattutto la qualità del servizio.
"Non é chiaro, infatti, - aggiungono - se esista la possibilità di recuperare altre unità infermieristiche per poter mitigare la drammatica situazione in cui versa il più grande ed importante ospedale della Provincia. I numeri che abbiamo incutono molta preoccupazione per le possibili ricadute negative sulla qualità del servizio da prestare e per il rischio stress lavoro correlato e rischio clinico cui vanno incontro gli stessi operatori del comparto costretti a lavorare perennemente in emergenza".
Il caso che, a loro detta, nei mesi estivi raggiungerà picchi preoccupanti, era stato già segnalato nei giorni scorsi dal segretario generale Cgil Antonio Macchia che aveva messo nero su bianco alcune osservazioni al “piano delle emergenze-estate 2012” elaborato dalla Asl.
Stella e Di Bella lanciano l’allarme: "L’ospedale Perrino è al collasso: tutte le unità operative sono gestite in “cattività”; le stesse terapie intensive e il blocco operatorio sono al collasso".
"Dal Piano presentato si evince la chiusura, se pur temporanea, stando a quanto sostiene la Direzione generale - proseguono - delle unità operative di dermatologia ed endocrinologia (fermo restando la garanzia dell’apertura di due rispettivi ambulatori) con il recupero di circa 18 unità infermieristiche e l’assunzione a tempo determinato per soli tre mesi di altre 10 unità infermieristiche, difficilmente reperibili a nostro avviso, proprio per le modalità di contratto (altre Asl evidentemente propongono contratti più lunghi e quindi più vantaggiosi) per un totale comunque di circa 28 infermieri che potrebbero essere a disposizione della Direzione sanitaria dello stabilimento ospedaliero Perrino".
Dal momento che il personale così reclutato coprirebbe una minima parte della carenza complessiva, i sindacalisti insistono nel sottolineare le enormi difficoltà che si incontreranno per garantire l’assistenza e soprattutto la qualità del servizio.
"Non é chiaro, infatti, - aggiungono - se esista la possibilità di recuperare altre unità infermieristiche per poter mitigare la drammatica situazione in cui versa il più grande ed importante ospedale della Provincia. I numeri che abbiamo incutono molta preoccupazione per le possibili ricadute negative sulla qualità del servizio da prestare e per il rischio stress lavoro correlato e rischio clinico cui vanno incontro gli stessi operatori del comparto costretti a lavorare perennemente in emergenza".