BRINDISI. I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Lecce, a conclusione di indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Brindisi, in particolare dal procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi, hanno sequestrato a Sandonaci due parchi fotovoltaici, estesi su una superficie complessiva di circa trenta ettari, costituiti da sette da due impianti fotovoltaici, ciascuno di potenza inferiore ad un megawatt.
Secondo quanto accertato formalmente gli impianti appartengono a sette distinte societa', in realta' riconducibili ad un'unica compagine societaria che ha artificiosamente frazionato gli impianti per eludere le normative di settore regionale e nazionale. Il provvedimento di sequestro e' stato emesso dal gip del Tribunale di Brindisi.
Dalle indagini e' emerso che per tutti gli impianti c'era un unico progettista, un unico direttore dei lavori ed un'unica ditta esecutrice e che le Dichiarazioni di inizio attivita', tutte presentate nel 2008, sono praticamente identiche. Per questo si e' arrivati alla conclusione che, nonostante siano intestati formalmente a srl diverse, sono riconducibili ad un unico centro di interessi.
La ragione del frazionamento sta nell'evitare le leggi che prevedono il rilascio dell'autorizzazione unica regionale per impianti di quelle dimensioni mentre, invece, per quelle sotto 1 megawatt si attivano singole procedure semplificate e cioe' la Dia. Sono 12 le persone indagate tra tecnici, progettisti e rappresentanti legali delle societa' coinvolte. Il valore complessivo degli impianti sequestrati ammonta a circa 45 milioni di euro.
Secondo quanto accertato formalmente gli impianti appartengono a sette distinte societa', in realta' riconducibili ad un'unica compagine societaria che ha artificiosamente frazionato gli impianti per eludere le normative di settore regionale e nazionale. Il provvedimento di sequestro e' stato emesso dal gip del Tribunale di Brindisi.
Dalle indagini e' emerso che per tutti gli impianti c'era un unico progettista, un unico direttore dei lavori ed un'unica ditta esecutrice e che le Dichiarazioni di inizio attivita', tutte presentate nel 2008, sono praticamente identiche. Per questo si e' arrivati alla conclusione che, nonostante siano intestati formalmente a srl diverse, sono riconducibili ad un unico centro di interessi.
La ragione del frazionamento sta nell'evitare le leggi che prevedono il rilascio dell'autorizzazione unica regionale per impianti di quelle dimensioni mentre, invece, per quelle sotto 1 megawatt si attivano singole procedure semplificate e cioe' la Dia. Sono 12 le persone indagate tra tecnici, progettisti e rappresentanti legali delle societa' coinvolte. Il valore complessivo degli impianti sequestrati ammonta a circa 45 milioni di euro.