USA. Pechino ''liberi tutti i prigionieri detenuti'' per il loro coinvolgimento e ''fornisca un lista completa pubblica delle persone che furono uccise, di quelle che furono arrestate e di chi risulta ancora disperso''. Sono le parole del portavoce del dipartimento di Stato, Mark Toner, in occasione del 23esimo anniversario della repressione delle proteste di Piazza Tienanmen, chiedendo al governo di Pechino di ''porre fine alle continue persecuzioni dei partecipanti a quelle manifestazioni e alle loro famiglie''. ''Noi rinnoviamo la nostra richiesta alla Cina di proteggere i diritti universali di tutti i suoi cittadini'', conclude la nota del portavoce. La protesta di piazza Tienanmen, scoccata il 15 aprile del 1989 e culminata il 4 giugno dello stesso anno, racchiuse una serie di dimostrazioni guidate da studenti, intellettuali ed operai nella Repubblica Popolare Cinese volte a reclamare l'attuazione di riforme democratiche nel Paese. Allora l'esercito cinese disperse con i carri armati le folle riversate in strada. Simbolo della rivolta fu il 'Rivoltoso Sconosciuto', uno studente che, da solo e completamente disarmato, si paro' davanti ad una colonna di blindati per fermarli: le fotografie che lo ritraggono sono popolari nel mondo intero e per molti un simbolo di lotta contro la tirannia. Non e' mai stato fornito un bilancio ufficiale delle vittime del massacro, ma secondo Amnesty International rimasero uccise oltre mille persone, con 10mila feriti e migliaia di arrestati.
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