Consiglio: approvato odg contro trivellazioni
BARI. Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno predisposto dall’Ufficio di Presidenza e firmato dai consiglieri Di Gioia e Lonigro, con cui si accolgono le sollecitazioni delle associazioni ambientaliste e si impegna il Presidente della Regionale ad intervenire presso il Governo nazionale e presso i Ministeri competenti, per rivedere le deroghe del decreto liberalizzazioni e ripristinare la distanza delle 12 miglia dalla costa per le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare. Nell’ordine del giorno si chiede anche di vietare le trivellazioni terrestri e marine prospicienti le aree protette terrestri e marine o che la distanza dalle stesse sia di almeno 20 miglia, escluse le isole; di istituire, inoltre, un tavolo tecnico con Croazia, Albania, Montenegro e Grecia, per una determinazione comune che vieti in tutto l’adriatico le prospezioni geosismiche e farsi portavoce presso l’Ue per l’adozione di una legge che le regolamenti a livello comunitario.
Nell’ordine del giorno l’Ufficio di Presidenza sottolinea come l’Adriatico sia un mare chiuso, mette in relazione lo spiaggiamento dei cetacei con il ricorso alla tecnica dell’ ‘Airgun’ e i rischi per le attività turistiche ed ittiche che derivano dalle prospezioni condotte dalle società petrolifere.
IMPEGNO ASSOLTO DA INTRONA - Impegno assolto da parte del presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna. La massima Assemblea pugliese, all’unanimità, ha ribadito il no alle trivellazioni petrolifere in mare ed ha chiesto al Governo regionale di intervenire presso i Ministeri dell’Ambiente e dello sviluppo economico.
Nel recente incontro operativo della Rete di associazioni per la tutela dell’Adriatico e dello Ionio dal petrolio, a Rodi Garganico il 31 maggio, con Amministratori locali di diverse località garganiche, rappresentanti di associazioni ambientaliste e cittadini, il presidente Introna aveva annunciato di rendersi promotore di un nuovo pronunciamento del Consiglio pugliese.
L’iniziativa del presidente Introna, sottoscritta dall’Ufficio di Presidenza e dai consiglieri Di Gioia e Lonigro, sottolinea i rischi derivanti dalle torri petrolifere marine per l’ambiente e l’economia di un bacino chiuso come l’Adriatico restano inaccettabili. Solo per restare alla Puglia, pesca e turismo sono tra le principali attività economiche nella regione e danno lavoro a migliaia e migliaia di famiglie, la cui già fragile economia è investita da una crisi globale dagli sviluppi imprevedibili. Ricerche scientifiche stanno accertando il rapporto di causa effetto tra lo spiaggiamento di cetacei (come avvenuto sulle coste del Gargano, Salento e Grecia) e le prospezioni geosismiche con la tecnica dell’AIRGUN, che danneggerebbero in maniera irreversibile l’udito dei cetacei, facendo perdere l’orientamento.
La Puglia richiede in particolare che vengano riviste le deroghe del decreto liberalizzazioni e ripristinata la distanza delle 12 miglia dalla costa per le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in mare. Sollecita inoltre il divieto di trivellazioni prospicenti le aree protette terrestri e marine. Quantomeno, la distanza dalle stesse dovrebbe essere fissata a 20 miglia almeno, escluse le isole.
Il Consiglio regionale pugliese propone un tavolo tecnico con le nazioni transadriatiche: Croazia, Albania, Montenegro e Grecia, per una determinazione comune che vieti in tutto l’Adriatico le prospezioni geosismiche e per l’adozione di una disciplina comunitaria che le regolamenti a livello europeo. (
Tags:
Politica