ROMA. Monti ce l'ha fatta facendo il 'goal' più significativo per l'economia del Belpaese dopo una maratona negoziale conclusasi solo nella tarda notte di ieri: al pacchetto sulla crescita si affianchera' un meccanismo per cui i paesi 'adempienti' potranno fare ricorso al fondo-salva Stati per fronteggiare le minacce speculative e raffreddare gli spread. Il meccanismo non sara' utilizzato direttamente dall'Italia. Almeno non adesso. Ma servira' come deterrente psicologico per far capire agli speculatori che esiste uno scudo a protezione dei paesi virtuosi.
Monti parla di passi avanti dell'Europa "in un modo e con una visione che corrispondono molto a quelli che l'Italia sostiene". Il patto sulla crescita ("un'operazione imponente"), gia' rivendicato dall'Italia mesi fa all'epoca dell'approvazione del Fiscal Compact, da solo non sarebbe bastato, ripete il premier a vertice concluso. Ecco il motivo per cui "abbiamo forzato l'agenda dei lavori del Consiglio sul meccanismo anti-spread e alla fine abbiamo prodotto un testo che ci sembra molto concreto". La messa in campo del meccanismo "e' stata faticosa proprio perche' non era in agenda", aggiunge. Ma "non potevamo, e l'abbiamo detto fin dal primo minuto, approvare conclusioni per cui si diceva nel preambolo che la crisi del mercato dei titoli sovrani rallenta la ripresa e la stabilita' dell'Unione poi non fare nulla.
Sarebbe stato incoerente elencare questi gravi fattori di rischio e poi dedicarsi solo alla crescita e alle misure di lungo periodo".
L'Italia si batte per "l'idea, per noi naturale ma non sempre considerata tale, che deve esserci sinergia tra disciplina di bilancio e misure per la crescita", sottolinea Monti con una punta di soddisfazione e siamo certi che questa visione pervada tutte le politiche economiche, anche quella francese che si era presentata, specie nel periodo elettorale, alla ribalta con accenti un po' diversi".
Serviva intervenire subito, dunque. Ma la misura decisa nella notte a Bruxelles, non sara' utilizzata direttamente dall'Italia. Almeno non nell'immediato. Quel che conta, ripete, e' l'effetto psicologico. "In questo momento ho detto che l'Italia non utilizzera' i meccanismi anti-spread, ma non escludo niente per il futuro - dice Monti - il meccanismo e' studiato per i Paesi che non vogliono avere finanziamenti, ma che pensano di poter aver bisogno di qualche incoraggiamento per trasmettere un messaggio ai mercati". Al di la' dell'automatismo sull'utilizzo del meccanismo per raffreddare gli spread (che Monti spiega tra l'altro di non aver mai indicato se non in maniera "preterintenzionale") il premier considera fondamentale la questione psicologica.
Monti ricorda che solo mesi fa, nel momento in cui fu approvato il Fiscal Compact, parlare di misure per la crescita era quasi tabu', mentre oggi il risultato e' invece in cassaforte: 120 milioni di euro, l'1% del Pil del Continente, saranno destinate al pacchetto crescita e occupazione. Al di la' delle resistenze e delle formule tecniche, e' il ragionamento, il risultato politico e' che se alla vigilia l'ipotesi era nettamente avversata da alcuni paesi, Germania in testa, oggi e' agli atti che un paese virtuoso, che si trovi sotto attacco speculativo, ha gli strumenti per proteggersi da tali attacchi. E cio' accadra' senza che sia necessario l'intervento della Trojka ma semplicemente attraverso una comunicazione formale e un memorandum d'intesa.
E' sbagliato dire che Italia e Spagna siano i veri vincitori del Consiglio europeo che si e' tenuto a Bruxelles. Lo ha sottolineato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble spiegando che "questo e' un modo vecchio di pensare".
"Non mi piace il dibattito: chi ha vinto, chi ha perso, Italia, Germania o Spagna", ha affermato il ministro in Parlamento. La politica, ha proseguito Schaeuble, non e' una partita di calcio e le decisioni "positive per tutta l'Europa" sono vittorie di tutti. Il ministro ha poi ribadito che gli eurobond "senza una responsabilita' e senza una politica finanziaria comune sono qualcosa che non vorro' mai".
Monti parla di passi avanti dell'Europa "in un modo e con una visione che corrispondono molto a quelli che l'Italia sostiene". Il patto sulla crescita ("un'operazione imponente"), gia' rivendicato dall'Italia mesi fa all'epoca dell'approvazione del Fiscal Compact, da solo non sarebbe bastato, ripete il premier a vertice concluso. Ecco il motivo per cui "abbiamo forzato l'agenda dei lavori del Consiglio sul meccanismo anti-spread e alla fine abbiamo prodotto un testo che ci sembra molto concreto". La messa in campo del meccanismo "e' stata faticosa proprio perche' non era in agenda", aggiunge. Ma "non potevamo, e l'abbiamo detto fin dal primo minuto, approvare conclusioni per cui si diceva nel preambolo che la crisi del mercato dei titoli sovrani rallenta la ripresa e la stabilita' dell'Unione poi non fare nulla.
Sarebbe stato incoerente elencare questi gravi fattori di rischio e poi dedicarsi solo alla crescita e alle misure di lungo periodo".
L'Italia si batte per "l'idea, per noi naturale ma non sempre considerata tale, che deve esserci sinergia tra disciplina di bilancio e misure per la crescita", sottolinea Monti con una punta di soddisfazione e siamo certi che questa visione pervada tutte le politiche economiche, anche quella francese che si era presentata, specie nel periodo elettorale, alla ribalta con accenti un po' diversi".
Serviva intervenire subito, dunque. Ma la misura decisa nella notte a Bruxelles, non sara' utilizzata direttamente dall'Italia. Almeno non nell'immediato. Quel che conta, ripete, e' l'effetto psicologico. "In questo momento ho detto che l'Italia non utilizzera' i meccanismi anti-spread, ma non escludo niente per il futuro - dice Monti - il meccanismo e' studiato per i Paesi che non vogliono avere finanziamenti, ma che pensano di poter aver bisogno di qualche incoraggiamento per trasmettere un messaggio ai mercati". Al di la' dell'automatismo sull'utilizzo del meccanismo per raffreddare gli spread (che Monti spiega tra l'altro di non aver mai indicato se non in maniera "preterintenzionale") il premier considera fondamentale la questione psicologica.
Monti ricorda che solo mesi fa, nel momento in cui fu approvato il Fiscal Compact, parlare di misure per la crescita era quasi tabu', mentre oggi il risultato e' invece in cassaforte: 120 milioni di euro, l'1% del Pil del Continente, saranno destinate al pacchetto crescita e occupazione. Al di la' delle resistenze e delle formule tecniche, e' il ragionamento, il risultato politico e' che se alla vigilia l'ipotesi era nettamente avversata da alcuni paesi, Germania in testa, oggi e' agli atti che un paese virtuoso, che si trovi sotto attacco speculativo, ha gli strumenti per proteggersi da tali attacchi. E cio' accadra' senza che sia necessario l'intervento della Trojka ma semplicemente attraverso una comunicazione formale e un memorandum d'intesa.
E' sbagliato dire che Italia e Spagna siano i veri vincitori del Consiglio europeo che si e' tenuto a Bruxelles. Lo ha sottolineato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble spiegando che "questo e' un modo vecchio di pensare".
"Non mi piace il dibattito: chi ha vinto, chi ha perso, Italia, Germania o Spagna", ha affermato il ministro in Parlamento. La politica, ha proseguito Schaeuble, non e' una partita di calcio e le decisioni "positive per tutta l'Europa" sono vittorie di tutti. Il ministro ha poi ribadito che gli eurobond "senza una responsabilita' e senza una politica finanziaria comune sono qualcosa che non vorro' mai".
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