Euro 2012: la prima finalista è la Spagna. Rigori fatali per CR7 e compagni
di Andrea Stano. I calci di rigore regalano la finale alla Roja di Vicente Del Bosque. La Donbas Arena di Donetsk ha ospitato la prima semifinale di Euro2012, l’attesissimo derby iberico tra Spagna e Portogallo, una partita in verità per nulla irresistibile.
Novità tra le due formazioni. Paulo Bento è costretto a modificare l’attacco inserendo Hugo Almeida in virtù dell’infortunio di Helder Postiga. L’allenatore spagnolo schiera inaspettatamente Negredo, finora mai sceso in campo. Del Bosque sembra ispirarsi sempre più al Barcellona di Guardiola, dove il mister catalano è avvezzo a sorprendere tutti schierando in campo uomini inattesi.
Il match stenta a decollare. E’ la Spagna che prova per prima a ghermire l’avversario. Avanza forsennatamente nei primi dieci minuti con la solita eleganza e come se fosse un corpo unico ed armonioso. La prima occasione è di Arbeloa che spara alto al limite dell’aria dopo la sponda di Negredo. Poi nulla più.
Il Portogallo, che ha acquisito fiducia e consapevolezza nei propri mezzi tecnici, gioca con tranquillità senza sprofondare nel nervosismo dando a tutti l’impressione di poter sconfiggere una volta per tutte le Furie Rosse.
La Spagna si fa prendere dall’isteria con i lusitani che le bloccano ogni manovra costringendo Casillas e compagni a ripetute ed insolite imprecisioni.
Al 30esimo minuto si vede finalmente Cristiano Ronaldo (sentitissima per lui questa sfida) con una fiammata delle sue. Rasoiata di sinistro che sfiora il palo dopo il pressing insistito di un ineccepibile Moutinho.
Il primo tempo, tutt’altro che trascendentale, termina sullo 0 a 0.
Era da tempo immemore che non si vedeva una Spagna così poco incisiva e in difficoltà nel costruire il suo stucchevole possesso palla, del resto veniva da 18 partite ufficiali di fila senza sconfitte.
Nella seconda metà di gara la musica non cambia. La Spagna è anchilosata ed irriconoscibile. Muta atteggiamento, diventa più intraprendente con gli ingressi di Jesus Navas e Fabregas, ma gioco e percussioni rimangono inconcludenti.
Dall’altra parte Ronaldo cuce palle meravigliose sul terreno di gioco ma le conclusioni di Almeida dalla sinistra lasciano il tempo che trovano. L’attaccante di riferimento non è brillante sotto porta ma, tuttavia, alla bisogna sa rendersi utile nei ripiegamenti difensivi.
CR7 non ruggisce mai. Ne avrebbe occasione su calci da fermo ma le sue punizioni non graffiano come dovrebbero e non sono all’altezza delle sue consuete manfrine durante la preparazione al tiro.
Nemmeno al 90esimo, su insidiosissima ripartenza rossoverde, la stella del Real riesce nel gol qualificazione. Dal limite sinistro d’aria di rigore calcia malissimo e palla tra gli spalti.
0 a 0 e tempi supplementari.
Il Portogallo, nonostante i due giorni di riposo in più rispetto la Spagna, svanisce dal campo concedendo troppo ai propri avversari.
Prima Iniesta, in seguito ad una dirompente discesa dell’irrefrenabile Jordi Alba, si divora l’1 a 0 strozzando in gola l’urlo di gioia dei tifosi spagnoli. Rui Patricio è bravissimo a deviare in corner.
Successivamente è Ramos a sfiorare il gol su calcio di punizione. Una cannonata fuori non di molto.
Infine è ancora il portiere lusitano a superarsi sulla conclusione ravvicinata di Jesu Navas.
Portogallo in netta difficoltà, si difende per custodire il risultato accontentandosi dei calci di rigore, che arrivano puntuali.
Casillas e Patricio annullano i primi due tiri dal dischetto di Alonso e Moutinho. Segnano poi Iniesta, Pepe, Pique, Nani e Sergio Ramos (quest'ultimo su cucchiaio).
Bruno Alves (probabile futuro juventino) colpisce la traversa, Fabregas non sbaglia e porta la Spagna in finale per la seconda volta consecutiva, la quarta nella sua storia.
Farà senz’altro discutere la scelta di riservare il miglior rigorista, ovvero Ronaldo, per l’ultimo rigore.
Portogallo – Spagna 2-4 d.c.r. (0-0 al 120’)
Sequenza rigori: Xabi Alonso (S) parato, Joao Moutinho (P) parato, Iniesta (S) gol, Pepe (P) gol, Pique (S) gol, Nani (P) gol, Ramos (S) gol, Bruno Alves (P) traversa, Fabregas (S) gol
Formazioni: Rui Patricio, Fabio Coentrao, Bruno Alves, Pepe, Joao Pereira, Veloso (al 1’ s.t.s. Custodio), Joao Moutinho, Raul Mereiles (all’8’ s.t.s. Varela), Nani, Cristiano Ronaldo, Hugo Almeida (al 36’ s.t. Nelson Oliveira)
Casillas, Arbeloa, Ramos, Pique, Alba, Busquets, Xavi (al 42’ s.t. Pedro), Xabi Alonso, Silva (al 15’ s.t. Jesus Navas), Iniesta, Negredo (al 9’ s.t. Fabregas)
NOTE: Recupero: 1’, 3’ (1’ al p.t.s.)
Ammonizioni: al 41’ p.t. Ramos (S) per gioco scorretto, al 45’ p.t. Fabio Coentrao (P) per gioco scorretto, al 15’ s.t. Busquets (S) per proteste, al 16’ s.t. Pepe (P) per gioco scorretto, al 19’ s.t. Joao Pereira (P) per gioco scorretto, al 38’ s.t. Arbeloa (S) per comportamento non regolamentare, al 40’ s.t. Bruno Alves (P) per gioco scorretto, al 45’+3 s.t. Veloso (P) per gioco scorretto, al 9’ del s.t.s. Xabi Alonso per gioco scorretto
Novità tra le due formazioni. Paulo Bento è costretto a modificare l’attacco inserendo Hugo Almeida in virtù dell’infortunio di Helder Postiga. L’allenatore spagnolo schiera inaspettatamente Negredo, finora mai sceso in campo. Del Bosque sembra ispirarsi sempre più al Barcellona di Guardiola, dove il mister catalano è avvezzo a sorprendere tutti schierando in campo uomini inattesi.
Il match stenta a decollare. E’ la Spagna che prova per prima a ghermire l’avversario. Avanza forsennatamente nei primi dieci minuti con la solita eleganza e come se fosse un corpo unico ed armonioso. La prima occasione è di Arbeloa che spara alto al limite dell’aria dopo la sponda di Negredo. Poi nulla più.
Il Portogallo, che ha acquisito fiducia e consapevolezza nei propri mezzi tecnici, gioca con tranquillità senza sprofondare nel nervosismo dando a tutti l’impressione di poter sconfiggere una volta per tutte le Furie Rosse.
La Spagna si fa prendere dall’isteria con i lusitani che le bloccano ogni manovra costringendo Casillas e compagni a ripetute ed insolite imprecisioni.
Al 30esimo minuto si vede finalmente Cristiano Ronaldo (sentitissima per lui questa sfida) con una fiammata delle sue. Rasoiata di sinistro che sfiora il palo dopo il pressing insistito di un ineccepibile Moutinho.
Il primo tempo, tutt’altro che trascendentale, termina sullo 0 a 0.
Era da tempo immemore che non si vedeva una Spagna così poco incisiva e in difficoltà nel costruire il suo stucchevole possesso palla, del resto veniva da 18 partite ufficiali di fila senza sconfitte.
Nella seconda metà di gara la musica non cambia. La Spagna è anchilosata ed irriconoscibile. Muta atteggiamento, diventa più intraprendente con gli ingressi di Jesus Navas e Fabregas, ma gioco e percussioni rimangono inconcludenti.
Dall’altra parte Ronaldo cuce palle meravigliose sul terreno di gioco ma le conclusioni di Almeida dalla sinistra lasciano il tempo che trovano. L’attaccante di riferimento non è brillante sotto porta ma, tuttavia, alla bisogna sa rendersi utile nei ripiegamenti difensivi.
CR7 non ruggisce mai. Ne avrebbe occasione su calci da fermo ma le sue punizioni non graffiano come dovrebbero e non sono all’altezza delle sue consuete manfrine durante la preparazione al tiro.
Nemmeno al 90esimo, su insidiosissima ripartenza rossoverde, la stella del Real riesce nel gol qualificazione. Dal limite sinistro d’aria di rigore calcia malissimo e palla tra gli spalti.
0 a 0 e tempi supplementari.
Il Portogallo, nonostante i due giorni di riposo in più rispetto la Spagna, svanisce dal campo concedendo troppo ai propri avversari.
Prima Iniesta, in seguito ad una dirompente discesa dell’irrefrenabile Jordi Alba, si divora l’1 a 0 strozzando in gola l’urlo di gioia dei tifosi spagnoli. Rui Patricio è bravissimo a deviare in corner.
Successivamente è Ramos a sfiorare il gol su calcio di punizione. Una cannonata fuori non di molto.
Infine è ancora il portiere lusitano a superarsi sulla conclusione ravvicinata di Jesu Navas.
Portogallo in netta difficoltà, si difende per custodire il risultato accontentandosi dei calci di rigore, che arrivano puntuali.
Casillas e Patricio annullano i primi due tiri dal dischetto di Alonso e Moutinho. Segnano poi Iniesta, Pepe, Pique, Nani e Sergio Ramos (quest'ultimo su cucchiaio).
Bruno Alves (probabile futuro juventino) colpisce la traversa, Fabregas non sbaglia e porta la Spagna in finale per la seconda volta consecutiva, la quarta nella sua storia.
Farà senz’altro discutere la scelta di riservare il miglior rigorista, ovvero Ronaldo, per l’ultimo rigore.
Portogallo – Spagna 2-4 d.c.r. (0-0 al 120’)
Sequenza rigori: Xabi Alonso (S) parato, Joao Moutinho (P) parato, Iniesta (S) gol, Pepe (P) gol, Pique (S) gol, Nani (P) gol, Ramos (S) gol, Bruno Alves (P) traversa, Fabregas (S) gol
Formazioni: Rui Patricio, Fabio Coentrao, Bruno Alves, Pepe, Joao Pereira, Veloso (al 1’ s.t.s. Custodio), Joao Moutinho, Raul Mereiles (all’8’ s.t.s. Varela), Nani, Cristiano Ronaldo, Hugo Almeida (al 36’ s.t. Nelson Oliveira)
Casillas, Arbeloa, Ramos, Pique, Alba, Busquets, Xavi (al 42’ s.t. Pedro), Xabi Alonso, Silva (al 15’ s.t. Jesus Navas), Iniesta, Negredo (al 9’ s.t. Fabregas)
NOTE: Recupero: 1’, 3’ (1’ al p.t.s.)
Ammonizioni: al 41’ p.t. Ramos (S) per gioco scorretto, al 45’ p.t. Fabio Coentrao (P) per gioco scorretto, al 15’ s.t. Busquets (S) per proteste, al 16’ s.t. Pepe (P) per gioco scorretto, al 19’ s.t. Joao Pereira (P) per gioco scorretto, al 38’ s.t. Arbeloa (S) per comportamento non regolamentare, al 40’ s.t. Bruno Alves (P) per gioco scorretto, al 45’+3 s.t. Veloso (P) per gioco scorretto, al 9’ del s.t.s. Xabi Alonso per gioco scorretto
a me ha incuriosito la scelta di bento di ricorrere solo ai supplementari ai cambi e per di più non inserendo rigoristi.
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