MILANO. All'inizio della messa che Benedetto XVI presiede questa mattina a conclusione del settimo Incontro mondiale delle Famiglie, sono oltre 850 mila i fedeli presenti nel Parco di Bresso, a Milano per assistere alla celebrazione, mentre altre persone continuano ad arrivare.
+ "Serve società più giusta. No a logica massimo profitto"
Numerosissime anche le autorità arrivate per ascoltare la Messa celebrata da Papa Benedetto XVI. In prima fila sono seduti tra gli altri il premier Mario Monti, il ministro della Cultura Ornaghi, il ministro Riccardi. Ci sono poi Maurizio Lupi, Rosi Bindi, Umberto Bossi, il presidente di Confindustria Squinzi, il segretario della Cisl Bonanni, tutte le autorità locali: il governatore lombardo Formigoni, il presidente della Provincia di Milano Podestà e il sindaco Giuliano Pisapia. Benedetto XVI è arrivato all'aeroporto di Bresso e si è diretto con la papamobile verso il palco dove è stato allestito l'altare per la celebrazione della messa. Il pontefice è stato accolto da un boato delle centinaia di migliaia di persone che riempiono completamente l'enorme campo che può contenere fino a un milione di pellegrini.
Alla periferia di Milano e nelle aree di accesso al Parco Nord, dove si svolge il momento clou del Family 2012, ci sono da ore lunghissime file di pellegrini che arrivano a piedi per ascoltare il pontefice, molti in gruppi divisi per nazionalità e con in mano bandiere di tutto il mondo. Con la grande messa nel Parco Nord di Bresso, Benedetto XVI chiude oggi la sua visita di tre giorni a Milano per il settimo Incontro mondiale delle Famiglie. Alla celebrazione presieduta dal Papa è prevista anche la partecipazione del presidente del Consiglio Mario Monti. Tre giorni fitti di eventi quelli della visita pastorale nella città ambrosiana, durante i quali il Pontefice ha lanciato forti messaggi alla politica, chiamata a "farsi amare", a "non fare promesse che non può realizzare", ad essere "responsabile verso il bene di tutti", oltre che a difendere i valori della vita e della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Dopo la messa che conclude stamane il meeting delle famiglie, e nella quale sarà annunciata la sede del prossimo Incontro mondiale, Benedetto XVI ripartirà nel pomeriggio in aereo per Roma, per fare rientro in Vaticano.
FAMIGLIA E' UOMO-DONNA - La famiglia è "fondata sul matrimonio tra l'uomo e la donna": "Dio ha creato l'essere umano maschio e femmina, con pari dignità, ma anche con proprie e complementari caratteristiche" perché, dice il Papa, "i due fossero dono l'uno per l'altro, si valorizzassero reciprocamente e realizzassero una comunità di amore e di vita".
Nel matrimonio gli sposi si donano "la vita intera", ha affermato il Papa nella messa che chiude a Milano l'Incontro delle Famiglie. "Il vostro amore è fecondo innanzitutto per voi stessi, perché desiderate e realizzate il bene l'uno dell'altro", ha detto. E' "fecondo" poi "nella procreazione, generosa e responsabile, dei figli, nella cura premurosa per essi e nell'educazione attenta e sapiente". E' fecondo infine "per la società perché il vissuto familiare è la prima e insostituibile scuola delle virtù sociali".
IL MONITO ALLA POLITICA - Chi fa politica, ha detto ieri il Papa, deve ''farsi amare''. L'unico fine dev'essere ''dedicarsi al bene dei cittadini'': solo così ''la politica è profondamente nobilitata'' e diventa ''un'elevata forma di carità''. Parlando alle autorità milanesi, in questo secondo giorno nella città ambrosiana per l'Incontro mondiale delle famiglie, il Papa ha rivolto un forte monito a chi occupa ruoli pubblici, ricordando anche come lo Stato debba essere ''al servizio'' della difesa della vita e della famiglia, la cui unica ''identità'' è ''fondata sul matrimonio'' e ''aperta'' alla nascita di figli.
RESPONSABILITA’ DEI PARTITI - Ieri sera, nella veglia con le famiglie al Parco Nord, davanti a 350 mila persone, è tornato sul tema. Rispondendo infatti a una famiglia greca ha detto: ''Dovrebbe crescere il senso di responsabilità dei partiti, che non devono promettere cose che non possono realizzare. Non cerchino solo voti per sé e siano responsabili per il bene di tutti. La politica è responsabilità davanti a Dio e agli uomini''.
DIVORZIATI - Rispondendo a una domanda di una famiglia sulla sofferenza per il mancato accesso ai Sacramenti delle persone risposate, il Papa ha affermato che questa è ''una grande sofferenza di oggi'' e che ''non abbiamo ricette'' ma che ''la Chiesa li ama, non sono fuori anche se non possono avere l'Eucarestia e la Confessione''.
LAICITA’ DELLO STATO .- Il Papa ha dapprima detto che La ''laicità dello Stato'' ha ''uno dei principali elementi'' nell' ''assicurare la libertà affinché tutti possano proporre la loro visione della vita comune, sempre, però, nel rispetto dell'altro e nel contesto delle leggi che mirano al bene di tutti''. Per Ratzinger, poi, le leggi dello Stato ''debbono trovare giustificazione e forza nella legge naturale'', basando su di essa il loro fondamento ''etico'', nella prospettiva di ''un ordine adeguato alla dignità della persona umana''. ''Lo Stato - ha quindi detto il Papa - è a servizio e a tutela della persona e del suo 'ben essere' nei suoi molteplici aspetti, a cominciare dal diritto alla vita, di cui non può mai essere consentita la deliberata soppressione''. E per questo ha avvertito che ''la legislazione e l'opera delle istituzioni statuali debbano essere in particolare a servizio della famiglia''. Secondo il Pontefice, ''lo Stato è chiamato a riconoscere l'identità propria della famiglia, fondata sul matrimonio e aperta alla vita'', come pure ''il diritto primario dei genitori alla libera educazione e formazione dei figli, secondo il progetto educativo da loro giudicato valido e pertinente''. ''Non si rende giustizia alla famiglia - ha aggiunto -, se lo Stato non sostiene la libertà di educazione per il bene comune dell'intera società''. Nella sua densa e articolata argomentazione, il Papa non ha mancato di definire ''preziosa'' la ''costruttiva collaborazione'' dello Stato con la Chiesa, ''non per una confusione delle finalità e dei ruoli diversi e distinti del potere civile e della stessa Chiesa, ma per l'apporto che questa ha offerto e tuttora può offrire alla società'', in particolare con le sue opere ''al servizio del popolo''.
LA POLITICA - E' alla fine del suo intervento che Benedetto XVI, citando Sant'Ambrogio, ha ricordato che ''a quanti vogliono collaborare al governo e all'amministrazione pubblica, egli richiede che si facciano amare''. La ragione, ha rimarcato, che ''muove e stimola la vostra operosa e laboriosa presenza nei vari ambiti della vita pubblica non può che essere la volontà di dedicarvi al bene dei cittadini'', e quindi ''una chiara espressione e un evidente segno di amore''. E' così che ''la politica è profondamente nobilitata, diventando una elevata forma di carità''.
+ "Serve società più giusta. No a logica massimo profitto"
Numerosissime anche le autorità arrivate per ascoltare la Messa celebrata da Papa Benedetto XVI. In prima fila sono seduti tra gli altri il premier Mario Monti, il ministro della Cultura Ornaghi, il ministro Riccardi. Ci sono poi Maurizio Lupi, Rosi Bindi, Umberto Bossi, il presidente di Confindustria Squinzi, il segretario della Cisl Bonanni, tutte le autorità locali: il governatore lombardo Formigoni, il presidente della Provincia di Milano Podestà e il sindaco Giuliano Pisapia. Benedetto XVI è arrivato all'aeroporto di Bresso e si è diretto con la papamobile verso il palco dove è stato allestito l'altare per la celebrazione della messa. Il pontefice è stato accolto da un boato delle centinaia di migliaia di persone che riempiono completamente l'enorme campo che può contenere fino a un milione di pellegrini.
Alla periferia di Milano e nelle aree di accesso al Parco Nord, dove si svolge il momento clou del Family 2012, ci sono da ore lunghissime file di pellegrini che arrivano a piedi per ascoltare il pontefice, molti in gruppi divisi per nazionalità e con in mano bandiere di tutto il mondo. Con la grande messa nel Parco Nord di Bresso, Benedetto XVI chiude oggi la sua visita di tre giorni a Milano per il settimo Incontro mondiale delle Famiglie. Alla celebrazione presieduta dal Papa è prevista anche la partecipazione del presidente del Consiglio Mario Monti. Tre giorni fitti di eventi quelli della visita pastorale nella città ambrosiana, durante i quali il Pontefice ha lanciato forti messaggi alla politica, chiamata a "farsi amare", a "non fare promesse che non può realizzare", ad essere "responsabile verso il bene di tutti", oltre che a difendere i valori della vita e della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Dopo la messa che conclude stamane il meeting delle famiglie, e nella quale sarà annunciata la sede del prossimo Incontro mondiale, Benedetto XVI ripartirà nel pomeriggio in aereo per Roma, per fare rientro in Vaticano.
FAMIGLIA E' UOMO-DONNA - La famiglia è "fondata sul matrimonio tra l'uomo e la donna": "Dio ha creato l'essere umano maschio e femmina, con pari dignità, ma anche con proprie e complementari caratteristiche" perché, dice il Papa, "i due fossero dono l'uno per l'altro, si valorizzassero reciprocamente e realizzassero una comunità di amore e di vita".
Nel matrimonio gli sposi si donano "la vita intera", ha affermato il Papa nella messa che chiude a Milano l'Incontro delle Famiglie. "Il vostro amore è fecondo innanzitutto per voi stessi, perché desiderate e realizzate il bene l'uno dell'altro", ha detto. E' "fecondo" poi "nella procreazione, generosa e responsabile, dei figli, nella cura premurosa per essi e nell'educazione attenta e sapiente". E' fecondo infine "per la società perché il vissuto familiare è la prima e insostituibile scuola delle virtù sociali".
IL MONITO ALLA POLITICA - Chi fa politica, ha detto ieri il Papa, deve ''farsi amare''. L'unico fine dev'essere ''dedicarsi al bene dei cittadini'': solo così ''la politica è profondamente nobilitata'' e diventa ''un'elevata forma di carità''. Parlando alle autorità milanesi, in questo secondo giorno nella città ambrosiana per l'Incontro mondiale delle famiglie, il Papa ha rivolto un forte monito a chi occupa ruoli pubblici, ricordando anche come lo Stato debba essere ''al servizio'' della difesa della vita e della famiglia, la cui unica ''identità'' è ''fondata sul matrimonio'' e ''aperta'' alla nascita di figli.
RESPONSABILITA’ DEI PARTITI - Ieri sera, nella veglia con le famiglie al Parco Nord, davanti a 350 mila persone, è tornato sul tema. Rispondendo infatti a una famiglia greca ha detto: ''Dovrebbe crescere il senso di responsabilità dei partiti, che non devono promettere cose che non possono realizzare. Non cerchino solo voti per sé e siano responsabili per il bene di tutti. La politica è responsabilità davanti a Dio e agli uomini''.
DIVORZIATI - Rispondendo a una domanda di una famiglia sulla sofferenza per il mancato accesso ai Sacramenti delle persone risposate, il Papa ha affermato che questa è ''una grande sofferenza di oggi'' e che ''non abbiamo ricette'' ma che ''la Chiesa li ama, non sono fuori anche se non possono avere l'Eucarestia e la Confessione''.
LAICITA’ DELLO STATO .- Il Papa ha dapprima detto che La ''laicità dello Stato'' ha ''uno dei principali elementi'' nell' ''assicurare la libertà affinché tutti possano proporre la loro visione della vita comune, sempre, però, nel rispetto dell'altro e nel contesto delle leggi che mirano al bene di tutti''. Per Ratzinger, poi, le leggi dello Stato ''debbono trovare giustificazione e forza nella legge naturale'', basando su di essa il loro fondamento ''etico'', nella prospettiva di ''un ordine adeguato alla dignità della persona umana''. ''Lo Stato - ha quindi detto il Papa - è a servizio e a tutela della persona e del suo 'ben essere' nei suoi molteplici aspetti, a cominciare dal diritto alla vita, di cui non può mai essere consentita la deliberata soppressione''. E per questo ha avvertito che ''la legislazione e l'opera delle istituzioni statuali debbano essere in particolare a servizio della famiglia''. Secondo il Pontefice, ''lo Stato è chiamato a riconoscere l'identità propria della famiglia, fondata sul matrimonio e aperta alla vita'', come pure ''il diritto primario dei genitori alla libera educazione e formazione dei figli, secondo il progetto educativo da loro giudicato valido e pertinente''. ''Non si rende giustizia alla famiglia - ha aggiunto -, se lo Stato non sostiene la libertà di educazione per il bene comune dell'intera società''. Nella sua densa e articolata argomentazione, il Papa non ha mancato di definire ''preziosa'' la ''costruttiva collaborazione'' dello Stato con la Chiesa, ''non per una confusione delle finalità e dei ruoli diversi e distinti del potere civile e della stessa Chiesa, ma per l'apporto che questa ha offerto e tuttora può offrire alla società'', in particolare con le sue opere ''al servizio del popolo''.
LA POLITICA - E' alla fine del suo intervento che Benedetto XVI, citando Sant'Ambrogio, ha ricordato che ''a quanti vogliono collaborare al governo e all'amministrazione pubblica, egli richiede che si facciano amare''. La ragione, ha rimarcato, che ''muove e stimola la vostra operosa e laboriosa presenza nei vari ambiti della vita pubblica non può che essere la volontà di dedicarvi al bene dei cittadini'', e quindi ''una chiara espressione e un evidente segno di amore''. E' così che ''la politica è profondamente nobilitata, diventando una elevata forma di carità''.