Governo: oggi decreto Sviluppo in primo piano nel Cdm

di Redazione. Buoni gli esiti dell'incontro di ieri del premier Monti con il presidente Hollande, in vista della prossima riunione del Consiglio europeo che si terrà il 28 giugno. Ma per salvare l'euro non ci possono essere pause e così già oggi si torna al lavoro. Il Cdm e' convocato alle 9 a Palazzo Chigi. L'ordine del giorno e' nutrito con vari adempimenti da compiere, i riflettori sono tuttavia puntati soprattutto sul decreto sviluppo che e' ritenuto centrale per avviare la fase di crescita dopo quella del risanamento.

Il ministro dello Sviluppo economico e delle infrastrutture Corrado Passera dovrebbe aver risolto il problema della copertura finanziaria al decreto sviluppo che aveva creato qualche incomprensione, poi smentita, tra lui e Vittorio Grilli, viceministro dell'Economia.

Secondo alcune indiscrezioni, nei primi articoli del decreto si modificherebbe la legge di stabilita' del 2012, in particolare per quanto riguarda la defiscalizzazione nel finanziamento delle infrastrutture. L'articolo 6 del decreto consentirebbe poi ai Comuni di utilizzare i crediti di imposta sui dividendi delle societa' che gestiscono servizi pubblici locali per la realizzazione di opere infrastrutturali.

Verrebbe inoltre reintrodotta l'Iva sulle cessioni e le locazioni di nuovi immobili rimasti invenduti. Il bonus Irpef per le ristrutturazioni edilizie salirebbe dal 36 al 50%, con un tetto di 96mila euro fino al 30 giugno 2013. Proroga di sei mesi per l'efficienza energetica: il bonus scende dal 55 al 50% per le spese sostenute dall'1 gennaio al 30 giugno 2013.

Il decreto annovererebbe inoltre l'esenzione per tre anni della tassa Imu sugli immobili invenduti. Verrebbe varato anche il piano nazionale per le citta' con cui realizzare interventi mirati nelle aree urbane degradate con l'obiettivo della riqualificazione urbana con incentivi alla costruzione di alloggi e scuole.

Un capitolo fondamentale riguarda gli incentivi alle imprese. Verrebbero cancellate oltre quaranta norme nazionali. Risorse di revoche e abrogazioni confluiranno nel Fondo unico per la crescita che dovrebbe poter contare da subito su 300 milioni. Altri 300 milioni arriveranno da vecchi fondi della programmazione negoziata, circa 1 miliardo potra' derivare dal Fondo rotativo per le imprese (Fri) della Cassa depositi e prestiti, altrettanto dalle revoche della legge 488 del 1992, resa operativa dal 1996, che stabiliva la politica degli incentivi per le imprese nelle aeree economiche ritenute depresse. Il credito di imposta non riguardera' gli investimenti ma solo le assunzioni di personale qualificato con un limite pari a 200mila euro ad impresa.

Verrebbe eliminata la norma che consente di erogare contributi direttamente dal Ministero dello Sviluppo economico alle imprese tramite le associazioni di categoria.

Le risorse saranno concentrate sui consorzi per l'internazionalizzazione e le Camere di commercio all'estero.

Il decreto sviluppo dovrebbe contenere una serie di misure preparato dal ministero della Giustizia: tempi certi sulla durata dei processi (sei anni) e risarcimenti con limiti fissi. Verrebbe fissato, in questo contesto, uno stop agli abusi sui ricorsi in Cassazione.

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