Via al Torneo dell’Immigrazione: 14 nazionalità in campo a favore dell’integrazione

BARI. Dopo il successo dello scorso anno, torna, con una partecipazione ancor maggiore e con tante novità, il Torneo dell’Immigrazione UN.IT.I. (Unione Italiana Immigrati). Il “Mundial” tutto barese, organizzato in collaborazione con la UIL di Puglia, il Patronato ITAL, Laboratorio.Com, Uisp e Somed, conterà quest’anno sulla partecipazione di circa 100 atleti provenienti da quattro continenti e ben 14 nazioni diverse (cinque in più rispetto a 12 mesi fa) di stranieri residenti e quindi ormai “adottati” dalla provincia di Bari: oltre alle confermate Afghanistan, Georgia, Romania, Albania, Senegal, Nigeria, Mauritius e Italia, hanno aderito alla manifestazione anche Costa d’Avorio, Argentina, Sierra Leone, Russia e Ucraina.
La novità principale della II edizione del Torneo dell’Immigrazione sarà il raggruppamento dei giocatori in quattro squadre rappresentative, rispettivamente, di Asia, Africa, Europa e Italia, che sarà rappresentata dalla compagine multiculturale degli “studenti per Bari”, associazione composta da studenti delle scuole medie superiori baresi italiani e immigrati di “seconda generazione”.
L’appuntamento è per i prossimi 9 e 10 giugno al centro sportivo “Capocasale” di Bari (nei pressi della pineta di San Francesco). Il sorteggio degli accoppiamenti per il calendario avrà luogo domani, martedì 5 giugno, alle ore 11,30, presso la sala Giunta del Comune di Bari, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa a cui prenderanno parte l’assessore allo Sport Elio Sannicandro, l’assessore alle Politiche educative e giovanili, Accoglienza e Pace, Fabio Losito e il presidente del CONI provinciale di Bari, Eustacchio Lionetti.
“Troppo spesso si parla di nuovi cittadini – è il commento della presidentessa dell’Uniti, Vera Guelfi – o di nuovi italiani, eppure spesso per tanti giovani immigrati anche piccole iniziative come organizzare una partita di calcio diventano grandi imprese. Lo sport invece può svolgere un ruolo fondamentale nel completamento di un necessario processo di integrazione che vada al di là della retorica, ma che conceda ai giovani che vivono, lavorano e studiano nella nostra terra, una dignità reale e non solo sulla carta”.