MARTINA FRANCA (TA). Martedì 26 giugno sarà presentato, alle 18 e 30, il libro di Anna Grazia Semeraro “La figlia del diavolo” presso l’auditorium della Fondazione Paolo Grassi a Martina Franca. È la prima presentazione del libro dell'autrice nella sua città natale, che arriva dopo l’introduzione del romanzo al Salone del Libro di Torino, dove ha incuriosito la critica e il pubblico.
Inserito nella settimana dei festeggiamenti per il decennale dei Presidi del Libro, il romanzo si ispira a un fatto di cronaca realmente accaduto a Martina Franca alla fine degli anni '50 e che ebbe risonanza nazionale: una donna uccise il marito a coltellate, lo fece a pezzi e ne gettò i resti a mare. Del fatto si occuparono tutti i giornali dell'epoca: negli archivi si trovano articoli del Corriere della Sera, (che in prima pagina chiamò l'assassina "figlia del diavolo", da cui il titolo), di Oggi, de L'Unità, de La Stampa, ma soprattutto della Gazzetta del Mezzogiorno e del Corriere del Giorno, che seguirono tutte le vicende del caso.
L’assassina fu una delle pochissime donne in Italia ad essere condannata all'ergastolo, a causa anche di una cultura giuridica legata a pregiudizi lombrosiani, per cui la condanna fu intesa come una condanna morale alle infedeltà coniugali.
Partendo da una ricerca storica, la vicenda è stata poi romanzata. Il libro, dalla lettura agile e scorrevole, si articola in una serie di brevi capitoli che offrono un racconto dell'accaduto dalla tragica notte dell’omicidio fino alla condanna all’ergastolo, narrato da diversi punti di vista, e con un colpo di scena finale.
Una vicenda che portò la città della valle d’Itria alla ribalta nazionale nel 1 novembre del 1959 rivive in questo libro, pubblicato esattamente a cinquant’anni dal processo: la lettura chiarisce alcuni perché dell'uxoricidio e rievoca un pezzo di storia locale anche attraverso alcuni dei numerosissimi articoli della Gazzetta del Mezzogiorno e del Corriere del Giorno che seguirono da vicino il misfatto.
Inserito nella settimana dei festeggiamenti per il decennale dei Presidi del Libro, il romanzo si ispira a un fatto di cronaca realmente accaduto a Martina Franca alla fine degli anni '50 e che ebbe risonanza nazionale: una donna uccise il marito a coltellate, lo fece a pezzi e ne gettò i resti a mare. Del fatto si occuparono tutti i giornali dell'epoca: negli archivi si trovano articoli del Corriere della Sera, (che in prima pagina chiamò l'assassina "figlia del diavolo", da cui il titolo), di Oggi, de L'Unità, de La Stampa, ma soprattutto della Gazzetta del Mezzogiorno e del Corriere del Giorno, che seguirono tutte le vicende del caso.
L’assassina fu una delle pochissime donne in Italia ad essere condannata all'ergastolo, a causa anche di una cultura giuridica legata a pregiudizi lombrosiani, per cui la condanna fu intesa come una condanna morale alle infedeltà coniugali.
Partendo da una ricerca storica, la vicenda è stata poi romanzata. Il libro, dalla lettura agile e scorrevole, si articola in una serie di brevi capitoli che offrono un racconto dell'accaduto dalla tragica notte dell’omicidio fino alla condanna all’ergastolo, narrato da diversi punti di vista, e con un colpo di scena finale.
Una vicenda che portò la città della valle d’Itria alla ribalta nazionale nel 1 novembre del 1959 rivive in questo libro, pubblicato esattamente a cinquant’anni dal processo: la lettura chiarisce alcuni perché dell'uxoricidio e rievoca un pezzo di storia locale anche attraverso alcuni dei numerosissimi articoli della Gazzetta del Mezzogiorno e del Corriere del Giorno che seguirono da vicino il misfatto.