di Nicola Ricchitelli. Ospite quest’oggi della rubrica “L’Intervista” la giovane attrice milanese Pamela Saino, resa celebre per l’interpretazione di Patrizia Cecchini in “Don Matteo”.
D: Pamela, dal 2001 al 2011 hai recitato in ben 61 episodi della nota fiction di Rai 1: tutto ebbe inizio che avevi 14 anni oggi. Patrizia Cecchini da adolescente è diventata donna e si è sposata, nel frattempo anche Pamela è cresciuta, cosa vuol dire crescere al fianco di gente quali Terence Hill e Nino Frassica?
R:« Avere la possibilità di lavorare con due "grandi" come Nino e Terence da cosi tanto tempo è davvero una grande fortuna per me. Da loro ho imparato tantissimo in tutti questi anni, sono due grandi maestri
dal punto di vista professionale e, umanamente, due persone meravigliose. Sinceramente credo che la loro unicità arrivi anche a tutti gli spettatori che li seguono e li amano da decenni».
D: Pamela, quanta paura hai di essere nell’immaginario solo ed esclusivamente Patrizia Cecchini?
R: «Nessuna. Ovviamente Patrizia Cecchini, tra quelli che ho interpretato, è il personaggio più amato e Don Matteo, tra le fiction italiane, è indubbiamente la più seguita ma, fortunatamente ho avuto sempre la possibilità di mettermi alla prova e farmi apprezzare dal grande pubblico anche in tanti altri ruoli».
D: Il tuo debutto avviene all’età di 10 anni: è infatti il 1997 quando debutti nel film “Marianna Ucrìà”. Che ricordi conservi di quel periodo?
R:« Ricordi meravigliosi! Per me fu come essere catapultata in una favola, cavalli, costumi dell'800, il mio primo volo in aereo ma ricordo anche la grande professionalità del cast e del grande Roberto Faenza che con grande sensibilità e delicatezza mi ha introdotta in questa mia prima esperienza».
D: Pamela, dal 1997 ad oggi la tua vita si è divisa tra il set, la scuola e la famiglia. Ci descrivi la vita di una bambina prima e di una adolescente poi che vive la sua vita tra doveri e sacrifici?
R:« Ammetto che non sempre è stato facile riuscire a conciliare lavoro e studio e, soprattutto, lavoro e vita privata. Come tutti gli adolescenti, amavo uscire con gli amici, chiacchierare ore ed ore al telefono con le amiche del cuore, andare al cinema, vivermi i miei primi amori e talvolta è stato pesante doverci rinunciare perché impegnata su qualche set o nello studio. Fortunatamente la vita sul set e l'amore per la recitazione mi ripagavano mille volte di tutte queste piccole, all'epoca grandi, rinunce. Non sono mai stata tentata di mollare!».
D: Pamela, tanti i ruoli fin qui interpretati: vi è stato qualcuno che magari ti era poco congeniale e dove hai dovuto faticare non poco per fartelo calzare addosso?
R:« Sinceramente no. Ho sempre scelto i miei personaggi, rinunciando a quelli che non mi piacevano e alla visibilità che mi avrebbero portato».
D: Nel tuo curriculum un ruolo importante lo gioca la formazione: di fatti a cavallo tra il 2007 e il 2011 hai preso a diversi seminari intensivi - "Actors Training" presso l'Actor's Center di Michael Margotta, oltre ai vari laboratori di Beatrice Bracco e al Duse International con Francesca De Sapio – quanto la formazione ha migliorato il tuo modo di recitare?
R:« Credo che la formazione sia fondamentale in ogni mestiere, anche in quello dell'attore. I corsi che ho fatto, e che continuo a fare incessantemente, mi sono stati di grande aiuto per migliorarmi o per tenermi in allenamento nei momenti di pausa. Non posso però negare che il set è stata la mia scuola più grande!».
D: Pamela, dopo la maturità linguistica ti sei iscritta alla Facoltà di Arti e Scienze dello Spettacolo - Indirizzo Cinema. Da dove nasce il tuo amore per questa disciplina?
R:« Ovviamente dal mio lavoro. Ho intrapreso la carriera universitaria che più si accostava al percorso che avevo già intrapreso lavorativamente anche se, ironia della sorte, è stato proprio lui ad ostacolarlo. Infatti sono stata costretta a mettere in un angolino l'università dando la priorità al set. I lunghi viaggi e i tanti mesi di riprese erano inconciliabili con le lezioni e gli esami».
D: Dei tanti ruoli interpretati, a quale più di tutti resti legato e quale quello che più ti assomiglia?
R:« Quello che sicuramente più mi assomiglia è Patrizia Cecchini. Si può dire che siamo cresciute insieme e ho sempre aggiunto un pò di "Pamela" alle linee guida che mi forniva la sceneggiatura. Ma quello a cui sono più affezionata è indubbiamente Doria Manfredi nella miniserie "Puccini" per la regia di Giorgio Capitani. Interpretare un personaggio realmente esistito e dar voce ad un'esperienza cosi forte e drammatica come quella di questa giovane musa pucciniana è stata un'esperienza unica ed indimenticabile».
D: Pamela, nel 2007 e nel 2011 hai presenziato a due trasmissioni televisive a sfondo religioso – Agorà di Loreto” e “XXV Congresso Eucaristico Nazionale” – sei molto religiosa? Quanto è importante per te la religione?
R:« Sono religiosa ma non amo parlarne nelle interviste perchè penso che sia un discorso molto delicato e personale e che non può essere sintetizzato in cosi poche parole. Quella dell'Agorà di Loreto è stata per me un'esperienza meravigliosa che porterò sempre nel mio cuore, essere a contatto con cosi tanti giovani è stato per me fonte inesauribile di gioia e d'energia».
D: In futuro in quali progetti ti vedremo protagonista?
R:« Diverse cose bollono in pentola anche se, finchè i progetti non partono, in teoria non si potrebbe parlarne, ma voglio comunque accennarvi che, con grande probabilità, sarò di nuovo sul piccolo schermo con due fiction di grande successo. Infatti presto saranno in preparazione la seconda stagione della
serie "Il Restauratore" e l'attesissimo "Don Matteo9". Io non vi ho detto nulla eh?!?».
D: Pamela, dal 2001 al 2011 hai recitato in ben 61 episodi della nota fiction di Rai 1: tutto ebbe inizio che avevi 14 anni oggi. Patrizia Cecchini da adolescente è diventata donna e si è sposata, nel frattempo anche Pamela è cresciuta, cosa vuol dire crescere al fianco di gente quali Terence Hill e Nino Frassica?
R:« Avere la possibilità di lavorare con due "grandi" come Nino e Terence da cosi tanto tempo è davvero una grande fortuna per me. Da loro ho imparato tantissimo in tutti questi anni, sono due grandi maestri
dal punto di vista professionale e, umanamente, due persone meravigliose. Sinceramente credo che la loro unicità arrivi anche a tutti gli spettatori che li seguono e li amano da decenni».
D: Pamela, quanta paura hai di essere nell’immaginario solo ed esclusivamente Patrizia Cecchini?
R: «Nessuna. Ovviamente Patrizia Cecchini, tra quelli che ho interpretato, è il personaggio più amato e Don Matteo, tra le fiction italiane, è indubbiamente la più seguita ma, fortunatamente ho avuto sempre la possibilità di mettermi alla prova e farmi apprezzare dal grande pubblico anche in tanti altri ruoli».
D: Il tuo debutto avviene all’età di 10 anni: è infatti il 1997 quando debutti nel film “Marianna Ucrìà”. Che ricordi conservi di quel periodo?
R:« Ricordi meravigliosi! Per me fu come essere catapultata in una favola, cavalli, costumi dell'800, il mio primo volo in aereo ma ricordo anche la grande professionalità del cast e del grande Roberto Faenza che con grande sensibilità e delicatezza mi ha introdotta in questa mia prima esperienza».
D: Pamela, dal 1997 ad oggi la tua vita si è divisa tra il set, la scuola e la famiglia. Ci descrivi la vita di una bambina prima e di una adolescente poi che vive la sua vita tra doveri e sacrifici?
R:« Ammetto che non sempre è stato facile riuscire a conciliare lavoro e studio e, soprattutto, lavoro e vita privata. Come tutti gli adolescenti, amavo uscire con gli amici, chiacchierare ore ed ore al telefono con le amiche del cuore, andare al cinema, vivermi i miei primi amori e talvolta è stato pesante doverci rinunciare perché impegnata su qualche set o nello studio. Fortunatamente la vita sul set e l'amore per la recitazione mi ripagavano mille volte di tutte queste piccole, all'epoca grandi, rinunce. Non sono mai stata tentata di mollare!».
D: Pamela, tanti i ruoli fin qui interpretati: vi è stato qualcuno che magari ti era poco congeniale e dove hai dovuto faticare non poco per fartelo calzare addosso?
R:« Sinceramente no. Ho sempre scelto i miei personaggi, rinunciando a quelli che non mi piacevano e alla visibilità che mi avrebbero portato».
D: Nel tuo curriculum un ruolo importante lo gioca la formazione: di fatti a cavallo tra il 2007 e il 2011 hai preso a diversi seminari intensivi - "Actors Training" presso l'Actor's Center di Michael Margotta, oltre ai vari laboratori di Beatrice Bracco e al Duse International con Francesca De Sapio – quanto la formazione ha migliorato il tuo modo di recitare?
R:« Credo che la formazione sia fondamentale in ogni mestiere, anche in quello dell'attore. I corsi che ho fatto, e che continuo a fare incessantemente, mi sono stati di grande aiuto per migliorarmi o per tenermi in allenamento nei momenti di pausa. Non posso però negare che il set è stata la mia scuola più grande!».
D: Pamela, dopo la maturità linguistica ti sei iscritta alla Facoltà di Arti e Scienze dello Spettacolo - Indirizzo Cinema. Da dove nasce il tuo amore per questa disciplina?
R:« Ovviamente dal mio lavoro. Ho intrapreso la carriera universitaria che più si accostava al percorso che avevo già intrapreso lavorativamente anche se, ironia della sorte, è stato proprio lui ad ostacolarlo. Infatti sono stata costretta a mettere in un angolino l'università dando la priorità al set. I lunghi viaggi e i tanti mesi di riprese erano inconciliabili con le lezioni e gli esami».
D: Dei tanti ruoli interpretati, a quale più di tutti resti legato e quale quello che più ti assomiglia?
R:« Quello che sicuramente più mi assomiglia è Patrizia Cecchini. Si può dire che siamo cresciute insieme e ho sempre aggiunto un pò di "Pamela" alle linee guida che mi forniva la sceneggiatura. Ma quello a cui sono più affezionata è indubbiamente Doria Manfredi nella miniserie "Puccini" per la regia di Giorgio Capitani. Interpretare un personaggio realmente esistito e dar voce ad un'esperienza cosi forte e drammatica come quella di questa giovane musa pucciniana è stata un'esperienza unica ed indimenticabile».
D: Pamela, nel 2007 e nel 2011 hai presenziato a due trasmissioni televisive a sfondo religioso – Agorà di Loreto” e “XXV Congresso Eucaristico Nazionale” – sei molto religiosa? Quanto è importante per te la religione?
R:« Sono religiosa ma non amo parlarne nelle interviste perchè penso che sia un discorso molto delicato e personale e che non può essere sintetizzato in cosi poche parole. Quella dell'Agorà di Loreto è stata per me un'esperienza meravigliosa che porterò sempre nel mio cuore, essere a contatto con cosi tanti giovani è stato per me fonte inesauribile di gioia e d'energia».
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Che don matteo sarebbe senza Patrizia e Giulio..!!!!!!!!!
RispondiEliminaLi aspettiamo in Don Matteo 9
LAURA
Pamela Saino è una donna fantastica. Per don matteo 9 non è prevista la sua partecipazione! Ma come si fa? Toglieteci tutto ma non Pamela. Protesto formalmente con la produzione e la raitv.
RispondiEliminaMichele, 70124 Bari.
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