Monti: Italia ce la farà da sola

BOLOGNA. "La Merkel dice che l'Italia ce la fa, ma l'Italia ce la fa non perché lo dice la Merkel. Ce la faremo, ce la stiamo facendo da soli, non da soli contro un asserito ragioniere dotato di grandi poteri e che parla lingue dall'accento duro, ma ce la stiamo facendo da soli". A riferirlo è il premier italiano Mario Monti dal palco dell'iniziativa 'La Repubblica delle idee' in corso a Bologna.

"Una delle ragioni per cui mi batto perché l'Italia contribuisca alla riaffermazione dell'Europa è perché noi ne abbiamo bisogno più degli altri non perché siamo più deboli, ma perché guardiamo poco al futuro". Cosi' il opremier Monti che ha poi sottolineato come "la difficoltà del futuro dell' Italia è che l'Itala in passato ha pensato molto poco al suo futuro". Mario Monti ritiene positivo che la gestione della crisi in Italia sia in mano ad un governo che si appoggia ad una coalizione formata da Pdl, Pd e terzo Polo e che non si trovi invece sotto il tallone di una 'Troika'.

''Sono ottimista sul futuro dell'Italia, malgrado le difficoltà, ma diventerei pessimista se la struttura dell'Europa dovesse dissolversi, - ha detto - Ci troviamo in una situazione ancora piuttosto grave ma nel gestire questa situazione la possibilità di fare politiche molto orientate al futuro spesso ci manca perché la gestione dell'emergenza tende a prevalere".

SERENO AL G20 - "Vado al gruppo dei 20 domani in Messico con un animo più sereno" rispetto "al mio predecessore al gruppo dei 20 a Cannes - prosegue Monti - Ora siamo tra quelli a cui si chiede come si può migliorare l'Europa e non più di quanti soldi ancora abbiamo bisogno e come stiamo candendo nel baratro".

Ci vuole un po' di tempo, però spiragli di uscita in tempi ragionevoli dalla crisi io ne vedo. "Se nelle prossime cruciali due settimane noi riusciremo ad avere qualcosa di concreto e una prospettiva, con delle date, per una politica mirante alla crescita, beh credo che questo cambierà già il piano psicologico". Così il premier Mario Monti, da Bologna, a proposito della crisi

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