di Michele Tedesco
BARI. Il tempo non riesce per niente a scalfire realtà granitiche come quella degli Afterhours. Un ventennio sempre in attività , in un alternarsi vorticoso di studi di registrazione e palcoscenici in ogniddove. Dal 1988, quando uscì “All the good children go to hell” ne è passato di tempo. All’ epoca, Manuel Agnelli non era stato ancora folgorato dal fascino suscitato dai diabolici incastri tra i fonemi della lingua italiana e i pattern sonori dell’ indie rock di matrice anglosassone. Dal 1988 a oggi è cambiato tutto nel mondo della musica. Forse non sono cambiati il modo e la voglia di fare musica. Proprio questo hanno dimostrato ieri sul palco del “Summer Music Village”, nella tanto inconsueta quanto suggestiva cornice del lungomare Imperatore Traiano di Bari. Due ore di sublime rock in una superba esibizione che non azzardatamente potrebbe essere considerata una lectio magistralis di musica d’ autore. La tracklist di “Padania”, ottavo e ultimissimo lavoro della band, con i suoi innumerevoli richiami, soprattutto per quanto riguarda gli arrangiamenti vocali, agli anni 60-70 l’ ha fatta da padrone. “Metamorfosi”, “La Tempesta è in arrivo” e “Ci sarà una bella luce” si sono incastrate, in una scaletta dalla cadenza assai serrata, con quei brani che hanno rappresentato le tappe fondamentali della storia della band. “Pelle”, proposta in un inedito arrangiamento in coda al concerto è stata un indimenticabile cammeo, omaggio della band al pubblico accorso numeroso all’ evento. Nessuno dimenticherà la serata trascorsa in compagnia di Agnelli e dei suoi che, per l’ ennesima volta, hanno dato prova di essere più in forma che mai.