BARI. “Senza crescita e senza produzione da parte delle aziende non può esistere occupazione sana. E senza occupazione sana è un’utopia parlare di rinascita del Paese e di risanamento del debito”.
E’ quanto dichiarato da Rocco Palombella, Segretario Nazionale della UIL Metalmeccanici, nel corso della sua partecipazione all’attivo regionale pugliese di categoria. “Invece – ha continuato – si continua a tartassare lavoratori e pensionati, in un contesto di pressione fiscale non più sopportabile per chi aspira, o quantomeno dichiara come l’attuale governo, a dare nuova linfa all’economia nazionale”.
Sulla questione pugliese, Palombella ha sottolineato come “il settore industriale non sia certo un’isola felice, rispecchiando la condizione critica di tutto il Paese”.
Al centro dell’attenzione dell’iniziativa della categoria metalmeccanici è stato il rinnovo del contratto nazionale di lavoro.
“La situazione politica economica che il paese sta attraversando – ha detto il Segretario della UILM regionale, Franco Busto – rafforzerà una prassi già di per sé riconosciuta in Italia, laddove il contratto dei metalmeccanici si propone, per tutte le altre categorie, quale pietra di paragone. Tutto sommato, però, siamo soddisfatti del ruolo che il sindacato ha saputo ritagliarsi e degli obiettivi, che pur in una condizione di svantaggio e ovvie difficoltà, è riuscito a conseguire”.
Sulla crisi che non sta risparmiando il tessuto produttivo e occupazionale regionale, Busto ha chiarito come “un dato sia innegabile: in giro si respira un clima di paura, paura per una crisi che persiste e a causa di ciò va compreso come anche una piattaforma di rinnovo contrattuale, che riguarderà più di un milione e seicentomila addetti, che chiede più salario e nuovi diritti, che propone una evoluzione delle relazioni industriali, possa essere considerato un azzardo”.
“Se è pur vero – ha concluso Busto - che la Puglia, nel contesto nazionale, tiene meglio delle altre regioni meridionali la crisi, come hanno dimostrato i dati recenti dell’Istat nel primo trimestre del 2012, è indubbio che la costante recessione impone un cambio di marcia poderoso, che ponga il mercato occupazionale al centro di un percorso virtuoso”.
E’ quanto dichiarato da Rocco Palombella, Segretario Nazionale della UIL Metalmeccanici, nel corso della sua partecipazione all’attivo regionale pugliese di categoria. “Invece – ha continuato – si continua a tartassare lavoratori e pensionati, in un contesto di pressione fiscale non più sopportabile per chi aspira, o quantomeno dichiara come l’attuale governo, a dare nuova linfa all’economia nazionale”.
Sulla questione pugliese, Palombella ha sottolineato come “il settore industriale non sia certo un’isola felice, rispecchiando la condizione critica di tutto il Paese”.
Al centro dell’attenzione dell’iniziativa della categoria metalmeccanici è stato il rinnovo del contratto nazionale di lavoro.
“La situazione politica economica che il paese sta attraversando – ha detto il Segretario della UILM regionale, Franco Busto – rafforzerà una prassi già di per sé riconosciuta in Italia, laddove il contratto dei metalmeccanici si propone, per tutte le altre categorie, quale pietra di paragone. Tutto sommato, però, siamo soddisfatti del ruolo che il sindacato ha saputo ritagliarsi e degli obiettivi, che pur in una condizione di svantaggio e ovvie difficoltà, è riuscito a conseguire”.
Sulla crisi che non sta risparmiando il tessuto produttivo e occupazionale regionale, Busto ha chiarito come “un dato sia innegabile: in giro si respira un clima di paura, paura per una crisi che persiste e a causa di ciò va compreso come anche una piattaforma di rinnovo contrattuale, che riguarderà più di un milione e seicentomila addetti, che chiede più salario e nuovi diritti, che propone una evoluzione delle relazioni industriali, possa essere considerato un azzardo”.
“Se è pur vero – ha concluso Busto - che la Puglia, nel contesto nazionale, tiene meglio delle altre regioni meridionali la crisi, come hanno dimostrato i dati recenti dell’Istat nel primo trimestre del 2012, è indubbio che la costante recessione impone un cambio di marcia poderoso, che ponga il mercato occupazionale al centro di un percorso virtuoso”.