di Redazione. Destino sempre più incerto per il Popolo della Libertà , anche dopo la riunione di venerdì scorso dei gruppi parlamentari. Da qui la decisione dell'ex premier, Silvio Berlusconi, di diffondere una nota nel tentativo di arginare i mugugni nel Pdl: ''Non posso condividere le analisi distruttive sul Popolo della Liberta' apparse sul ''Corriere della Sera' e sul ''Giornale'. Galli della Loggia ha attaccato il gruppo dirigente del Popolo della Liberta' perche' non sa staccarsi da me, Vittorio Feltri rovescia il discorso: attacca me perche' non saprei liberarmi del gruppo dirigente del partito''. Continua l'ex premier: ''Visto da versanti opposti, il risultato sarebbe comunque lo stesso: la disgregazione del Popolo della Liberta' e la crisi totale del centrodestra. Continuo invece ad avere fiducia in un gruppo dirigente con il quale ho combattuto cento battaglie affrontando vittorie e sconfitte come sempre e' nella politica e nella vita. Del resto, ho sempre ripetuto e ripeto che distruggendo non si costruisce nulla''.
Nonostante la proposta del semipresidenzialismo che ha riportato il Pdl al centro del dibattito politico, il problema e' che non e' decollata quella ''novita''' a lungo annunciata dallo stesso Berlusconi e dal segretario Angelino Alfano. Dopo l'esito negativo delle recenti elezioni amministrative e i sondaggi che danno il Pdl al di sotto del 20%, si era ipotizzata infatti una ''federazione dei moderati'' per collegare al partito i centristi dell'Udc e la possibile scesa in campo di Luca Cordero di Montezemolo. Ma tale eventualita' non ha fatto un passo in avanti nelle ultime settimane. Anzi, nel Pdl e' diventato piu' aspro il confronto tra gli ex An e gli ex Forza Italia. A dividerli e' innanzitutto l'appoggio al governo guidato da Mario Monti.
Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato, ex An, dopo l'assemblea dei gruppi parlamentari e' tornato a puntare l'indice su Palazzo Chigi: ''Il governo non si occupa di debito pubblico e mostra imperizia su troppe cose. Fino a quando sopportare? Il problema non e' staccare la spina, ma controllare se la spina e' attaccata a una presa che da' energia''. La pensa cosi' anche Ignazio La Russa, ex ministro della Difesa.
Nella nota diffusa da Berlusconi si propone di ritrovare l'unita' interna: ''E' rafforzando il nostro movimento che si puo' invece cambiare, innovare, aggregare forze giovani e nuove. Sono sempre stato una persona positiva e costruttiva e non smettero' certo di esserlo adesso''.
Avendo pero' rinunciato a ricandidarsi come premier nelle elezioni del 2013 preferendo il ''ruolo dell'allenatore'', come ha detto nella riunione dei gruppi parlamentari, Berlusconi ha riaperto la questione della leadership che non sembra risolta una volta per tutte nella nomina a successore di Alfano. E poi resta da ricostruire una ipotesi di nuove alleanze, essendo per ora la Lega Nord indisponibile a rinnovare il rapporto preferenziale con il Pdl.
Sul tema del sostegno al governo Monti interviene pure Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera: ''Va posto un problema di fondo. O in tempi brevi-medi da un lato Monti segna una svolta e nel contempo si aggrega un vasto schieramento di moderati e riformisti, oppure il Pdl non puo' rimanere a meta' del guado e deve passare all'opposizione''.
L'analisi di Cicchitto si sofferma su un punto cruciale: ''La combinazione fra un partito a guida carismatica e un partito che a questo punto non puo' non avere una gestione democratica e' molto difficile. Oggi il Pdl sotto la guida di Alfano, ovviamente d'intesa con Berlusconi che ha un ruolo tutto suo, deve svolgere un compito difficilissimo: condizionare il governo Monti, fare i conti con una crisi del consenso, ricostruire se possibile uno schieramento di centrodestra con le forze centriste''.