Renzi sfida Bersani: siamo noi la maggioranza nel Pd

FIRENZE. ''Usciremo da questa dinamica non candidando un io ma candidando un noi: uomini e donne che cercano di dimostrare che la politica e' una cosa seria e che vale la pena farla''. E' quanto ha affermato Matteo Renzi, sindaco di Firenze, intervenendo alla convention 'Big Bang. Italia Obiettivo comune', che vede 1000 amministratori locali riuniti al Palacongressi.

''La domanda 'ti candidi?' - ha sostenuto - viene a noia anche a chi la fa. E' una visione marypoppinsiana politica.

Dobbiamo superare il modello culturale Mary Poppins. Lo schiocco delle dita non riesce a nessuno: non e' riuscito a chi diceva 'ghe pensi mi' e ha tradito le aspettative dei loro, noi non avevamo aspettative. E non ha funzionato neanche mettere un governo tecnico per risolvere i problemi della crisi e sanare le magagne del Paese''.

Ma "non io, Matteo - ammonisce -, ma noi amministratori". Aggiungendo che "nel mondo del militante del centrosinistra la nostra scommessa e' essere maggioranza". Nel suo intervento il sindaco di Firenze poi torna sull'ormai arcinoto piano che gli ha portato il soprannome di 'rottamatore': D'Alema, Veltroni, Bindi e Marini "ora basta lasciate la poltrona".

Consapevole che nelle stesse ore lo stato maggiore del partito da Roma guarda e sente, afferma: "Dobbiamo prendere un impegno con il nostro partito. L'adesione al principio di lealta' e a quello di realta'. Lo dico a Pierluigi Bersani, a cui va un saluto affettuoso da parte mia e spero da tutti noi". Ma allo stesso tempo Renzi non manca di sottolineare malizioso: "Mi dispiace che tutte le volte che facciamo qualcosa, le agende si complicano" e, giocando di anticipo, sottolinea: "lo dico subito che la Leopolda la faremo quindici giorni prima delle primarie". E' proprio sul terreno delle primarie che ruota la strategia renziana: questa "e' una partita che noi possiamo vincere. Poi se si perde nessun problema, ma noi si gioca la partita per vincere".

Nessuna illusione, nomi per ora nessuno, ma cavallerescamente afferma: "Noi ci chiamiamo partito democratico. Non dobbiamo essere fedeli alla ditta, ma leali alla comunita'. Se ci saranno le primarie, se saranno aperte e libere, se ci sara' qualcuno di noi nella partita, quando le avremo perse noi, dal giorno dopo, saremo a fianco di chi le ha vinte. E speriamo che la stessa cosa facciano anche dall'altra parte... putacaso - aggiunge sornione - che si possa vincere noi". La sfida e' partita.

Cosi' lanciata da fargli dire senza tanti giri di parole che "vanno cambiate idee, forme e facce" e con un tempismo teatrale e sorriso sulle labbra propone la stoccata. Introdotta dall'ascolto di un frammento del gruppo musicale 'I Righeira' degli anni '80 che recitava un brano dal titolo: 'L'estate sta finendo'. "C'e' gente che sta in Parlamento dai Righeira. Cari D'Alema, Veltroni, Bindi, Franco Marini...in tutti questi anni avete fatto molto per il paese, avete fatto molto per l'Italia...ma adessso anche basta, si puo' servire l'Italia senza stare necessariamente attaccati ad una poltrona".

Quanto invece alle critiche che da qualche tempo gli rivolgono circa i 'corteggiamenti' da parte del centrodestra, non manca di dire: "Ogni tanto sento qualcuno che mi dice: ma tu piaci a quelli di centrodestra?.....ebbene, pescare tra quelli di la' e' l'unica condizione per non riperdere le elezioni...piacere all'altra parte politica non e' mica un delitto!".

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