FOGGIA. “Per la provincia di Foggia, dal 2010 al 2012, l’ammontare degli investimenti per l’ammodernamento delle strutture ospedaliere è di 86 milioni di euro; per le strutture sanitarie territoriali, invece, comprese le strutture interessate dalla riconversione (Monte Sant’Angelo, Torremaggiore e San Marco in Lamis) sono stati stanziati quasi 37 milioni di euro, mentre l’acquisto e la modernizzazione della dotazione tecnologiche in tutte le strutture sanitarie dei distretti foggiani ha visto un impegno di quasi 15 milioni di euro. Complessivamente, quindi, la Regione Puglia ha investito in due anni per il potenziamento della rete dell’assistenza sanitaria di Foggia 138 milioni di euro, provenienti da diversi fonti di finanziamento”.
Lo ha detto l’assessore alla salute della Regione Puglia Ettore Attolini diffondendo il dato complessivo (138 milioni di euro) degli investimenti per la salute fatti nella provincia di Foggia dalla Giunta regionale negli ultimi due anni.
“Gli investimenti hanno riguardato – ha detto Attolini - l’ammodernamento e il potenziamento tecnologico dei presidi ospedalieri di eccellenza e di riferimento regionale, per ridurre la mobilità passiva e incrementare le attività di prevenzione, la riconversione di presidi e stabilimenti ospedalieri che possono accogliere centri territoriali di salute ovvero poliambulatoriali di terzo e secondo livello, secondo quanto già definito dal Piano Regionale di Salute 2008-2010, nonché altre strutture sanitarie territoriali in grado di incidere sul tasso di in appropriatezza dei ricoveri (posti letto di hospice, RSA, riabilitazione) e il completamento della rete dei servizi sanitari territoriali e distrettuali con poliambulatori di I, II e III livello, consultori, centri di salute territoriale, sedi per la medicina di gruppo e la continuità assistenziale.
Per quanto riguarda le fonti di finanziamento – ha aggiunto Attolini - sono state quelle per l’edilizia sanitaria ex articolo 20 e/o quelle dall’asse III, linea 3.1 dei Fondi FESR. Come noto, la scelta di utilizzare una specifica linea dei fondi europei, che si rivolgono allo sviluppo territoriale, per gli investimenti nel sistema sanitario è frutto di una difficile negoziazione con l'Unione Europea che oggi si rivela assolutamente corretta ed è maturata dalla convinzione che il miglioramento della qualità della vita passi anche dallo sviluppo delle infrastrutture e servizi per la prevenzione, la cura e l’inclusione sociale”.
Attolini, entrando nello specifico, ha detto che “i 138 milioni di euro sono stati stanziati per la realizzazione di 43 interventi complessivi sui territori, In particolare, è prevista la realizzazione di 28 nuove strutture sanitarie territoriali, a copertura di alcune carenze che l’assistenza sanitaria territoriale presenta nella provincia foggiana, sono stati cantierizzati 5 interventi di adeguamento di strutture ospedaliere esistenti, 6 interventi per il completamento di altrettante strutture che presentano criticità e cantieri mai completati e infine, 4 presidi sono stati interessati dall’acquisto di nuove macchine tecnologiche per la cura e la diagnostica”.
“Nel complesso – ha detto Attolini - il territorio della provincia di Foggia è stato quello in cui maggiormente si è investito in strutture sanitarie e sociosanitarie, con un rapporto di 134 € a persona, a fronte di una media regionale di 99 € a persona. Un programma di investimenti e di interventi poderoso cui andrebbero aggiunti gli interventi dedicati alla socialità, alle strutture assistenziali per anziani, agli asili nido e alle strutture socio-educative”.
Per Attolini “il potenziamento della rete assistenziale sanitaria e sociosanitaria territoriale è stata negli ultimi due anni la bussola che ha guidato gli interventi della Regione Puglia in materia sanitaria. L’urgenza e la necessità di modernizzare un sistema sanitario insostenibile, dispendioso, perché troppo schiacciato sull’assistenza ospedaliera e sui ricoveri inappropriati, era già stata affrontata dal Piano della Salute 2008-2010 ed ha trovato poi conferma in tutti i dati e le valutazioni fatte dal Ministero della Salute, in occasione del Piano di Riordino ospedaliero”.
In particolare, alcune realtà territoriali esprimevano le maggiori criticità in termini di eccessivo ricorso all’ospedalizzazione e fra questi c’è di certo tutto il territorio della provincia di Foggia, che presenta il maggiore tasso di ospedalizzazione (numero di ricoveri per mille abitanti) di tutta la regione. I numeri parlano chiaro: i cittadini della provincia di Foggia esprimono 223 ricoveri ogni 1.000 abitanti, mentre gli standard Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) prevedono 180 ricoveri ogni 1.000 abitanti. Inoltre, la provincia di Foggia è l’area in cui il numero di posti letto per 1.000 abitanti è il più elevato della regione: anche dopo il riordino ospedaliero, infatti, lo standard della ASL di Foggia è 4,2 posti letto ogni 1.000 abitanti, mentre la media regionale è di 3,4. Senza considerare la percentuale di mobilità passiva (i ricoveri fuori regione) che nella provincia di Foggia è più alta che in altre province pugliesi.
In sostanza, a fronte di una maggiore disponibilità di posti letto per abitanti, una parte dei cittadini della Capitanata preferisce ricoverarsi in ospedali fuori regione, nonostante la presenza di tre ospedali importanti, di riferimento nella provincia che da soli effettuano il 75% dei ricoveri dell’intera provincia. Va aggiunto, inoltre, che i ricoveri fuori regione avvengono per prestazioni di bassa complessità, come ad esempio l’intervento di cataratta che risulta al primo posto fra i DRG della mobilità passiva dei cittadini della provincia. Una mobilità, quindi, inappropriata, che porta solo ad un aumento dei costi.
“Appare chiaro quindi – ha aggiunto Attolini - che l’alta disponibilità di posti letto non solo stimola un utilizzo inappropriato delle strutture ospedaliere e dei ricoveri, ma non consente nemmeno di mettere un freno ad alcuni picchi di mobilità passiva ancora presenti nella nostra regione.
E proprio l’evidenza dei numeri è alla base degli interventi posti in essere dall’amministrazione regionale per cercare di correggere le defaillance di un sistema che negli anni ha privilegiato l’ospedalizzazione, a discapito dei territori, dei servizi territoriali e delle reti di servizi diffuse nei distretti. E il primo obiettivo – ha concluso Attolini - è stato quello, appunto, di investire ingenti risorse per consentire il potenziamento dei territori”.
Lo ha detto l’assessore alla salute della Regione Puglia Ettore Attolini diffondendo il dato complessivo (138 milioni di euro) degli investimenti per la salute fatti nella provincia di Foggia dalla Giunta regionale negli ultimi due anni.
“Gli investimenti hanno riguardato – ha detto Attolini - l’ammodernamento e il potenziamento tecnologico dei presidi ospedalieri di eccellenza e di riferimento regionale, per ridurre la mobilità passiva e incrementare le attività di prevenzione, la riconversione di presidi e stabilimenti ospedalieri che possono accogliere centri territoriali di salute ovvero poliambulatoriali di terzo e secondo livello, secondo quanto già definito dal Piano Regionale di Salute 2008-2010, nonché altre strutture sanitarie territoriali in grado di incidere sul tasso di in appropriatezza dei ricoveri (posti letto di hospice, RSA, riabilitazione) e il completamento della rete dei servizi sanitari territoriali e distrettuali con poliambulatori di I, II e III livello, consultori, centri di salute territoriale, sedi per la medicina di gruppo e la continuità assistenziale.
Per quanto riguarda le fonti di finanziamento – ha aggiunto Attolini - sono state quelle per l’edilizia sanitaria ex articolo 20 e/o quelle dall’asse III, linea 3.1 dei Fondi FESR. Come noto, la scelta di utilizzare una specifica linea dei fondi europei, che si rivolgono allo sviluppo territoriale, per gli investimenti nel sistema sanitario è frutto di una difficile negoziazione con l'Unione Europea che oggi si rivela assolutamente corretta ed è maturata dalla convinzione che il miglioramento della qualità della vita passi anche dallo sviluppo delle infrastrutture e servizi per la prevenzione, la cura e l’inclusione sociale”.
Attolini, entrando nello specifico, ha detto che “i 138 milioni di euro sono stati stanziati per la realizzazione di 43 interventi complessivi sui territori, In particolare, è prevista la realizzazione di 28 nuove strutture sanitarie territoriali, a copertura di alcune carenze che l’assistenza sanitaria territoriale presenta nella provincia foggiana, sono stati cantierizzati 5 interventi di adeguamento di strutture ospedaliere esistenti, 6 interventi per il completamento di altrettante strutture che presentano criticità e cantieri mai completati e infine, 4 presidi sono stati interessati dall’acquisto di nuove macchine tecnologiche per la cura e la diagnostica”.
“Nel complesso – ha detto Attolini - il territorio della provincia di Foggia è stato quello in cui maggiormente si è investito in strutture sanitarie e sociosanitarie, con un rapporto di 134 € a persona, a fronte di una media regionale di 99 € a persona. Un programma di investimenti e di interventi poderoso cui andrebbero aggiunti gli interventi dedicati alla socialità, alle strutture assistenziali per anziani, agli asili nido e alle strutture socio-educative”.
Per Attolini “il potenziamento della rete assistenziale sanitaria e sociosanitaria territoriale è stata negli ultimi due anni la bussola che ha guidato gli interventi della Regione Puglia in materia sanitaria. L’urgenza e la necessità di modernizzare un sistema sanitario insostenibile, dispendioso, perché troppo schiacciato sull’assistenza ospedaliera e sui ricoveri inappropriati, era già stata affrontata dal Piano della Salute 2008-2010 ed ha trovato poi conferma in tutti i dati e le valutazioni fatte dal Ministero della Salute, in occasione del Piano di Riordino ospedaliero”.
In particolare, alcune realtà territoriali esprimevano le maggiori criticità in termini di eccessivo ricorso all’ospedalizzazione e fra questi c’è di certo tutto il territorio della provincia di Foggia, che presenta il maggiore tasso di ospedalizzazione (numero di ricoveri per mille abitanti) di tutta la regione. I numeri parlano chiaro: i cittadini della provincia di Foggia esprimono 223 ricoveri ogni 1.000 abitanti, mentre gli standard Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) prevedono 180 ricoveri ogni 1.000 abitanti. Inoltre, la provincia di Foggia è l’area in cui il numero di posti letto per 1.000 abitanti è il più elevato della regione: anche dopo il riordino ospedaliero, infatti, lo standard della ASL di Foggia è 4,2 posti letto ogni 1.000 abitanti, mentre la media regionale è di 3,4. Senza considerare la percentuale di mobilità passiva (i ricoveri fuori regione) che nella provincia di Foggia è più alta che in altre province pugliesi.
In sostanza, a fronte di una maggiore disponibilità di posti letto per abitanti, una parte dei cittadini della Capitanata preferisce ricoverarsi in ospedali fuori regione, nonostante la presenza di tre ospedali importanti, di riferimento nella provincia che da soli effettuano il 75% dei ricoveri dell’intera provincia. Va aggiunto, inoltre, che i ricoveri fuori regione avvengono per prestazioni di bassa complessità, come ad esempio l’intervento di cataratta che risulta al primo posto fra i DRG della mobilità passiva dei cittadini della provincia. Una mobilità, quindi, inappropriata, che porta solo ad un aumento dei costi.
“Appare chiaro quindi – ha aggiunto Attolini - che l’alta disponibilità di posti letto non solo stimola un utilizzo inappropriato delle strutture ospedaliere e dei ricoveri, ma non consente nemmeno di mettere un freno ad alcuni picchi di mobilità passiva ancora presenti nella nostra regione.
E proprio l’evidenza dei numeri è alla base degli interventi posti in essere dall’amministrazione regionale per cercare di correggere le defaillance di un sistema che negli anni ha privilegiato l’ospedalizzazione, a discapito dei territori, dei servizi territoriali e delle reti di servizi diffuse nei distretti. E il primo obiettivo – ha concluso Attolini - è stato quello, appunto, di investire ingenti risorse per consentire il potenziamento dei territori”.