LECCE. Nuova maxi-truffa al fisco nel Salento. L'amministratore di fatto di una societa' di Acquarica del Capo, in provincia di Lecce, che opera nel settore tessile, dichiarata fallita nel 2009, e' stato arrestato da militari del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza del capoluogo salentino.
L'uomo, F.R., 53 anni, di Acquarica, e' accusato di bancarotta fraudolenta aggravata. Il provvedimento di custodia agli arresti domiciliari e' stato emesso dal gip del Tribunale di Lecce Ines Casciaro su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Giovanni De Palma.
Dalle indagini delle Fiamme Gialle, protrattesi per oltre un anno, e' emerso che l'amministratore si era reso autore di ingenti distrazioni, ai danni dei creditori, di beni e disponibilita' finanziarie per un valore complessivo di oltre 5,6 milioni di euro. In particolare, il valore dei macchinari, degli impianti, delle attrezzature e degli arredi ammonta a 1,8 milioni di euro, quello delle rimanenze, invece, a piu' di 1,5 milioni di euro, cui si aggiungono crediti e disponibilita' liquide per oltre 2,3 milioni.
I macchinari e le rimanenze sono stati distratti attraverso il ricorso a fatture per operazioni inesistenti emesse per un importo di oltre 3,7 milioni di euro nei confronti di altre due aziende riconducibili allo stesso arrestato. Una manovra volta a dissimulare le relative cessioni e, quindi, a richiedere anche indebiti rimborsi di Iva. Nel corso dei controlli, che hanno portato alla denuncia a piede libero di altre 8 persone, i finanzieri hanno accertato, inoltre, numerose irregolarita' contabili perpetrate per impedire la ricostruzione del volume di affari dell'impresa.
L'uomo, F.R., 53 anni, di Acquarica, e' accusato di bancarotta fraudolenta aggravata. Il provvedimento di custodia agli arresti domiciliari e' stato emesso dal gip del Tribunale di Lecce Ines Casciaro su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Giovanni De Palma.
Dalle indagini delle Fiamme Gialle, protrattesi per oltre un anno, e' emerso che l'amministratore si era reso autore di ingenti distrazioni, ai danni dei creditori, di beni e disponibilita' finanziarie per un valore complessivo di oltre 5,6 milioni di euro. In particolare, il valore dei macchinari, degli impianti, delle attrezzature e degli arredi ammonta a 1,8 milioni di euro, quello delle rimanenze, invece, a piu' di 1,5 milioni di euro, cui si aggiungono crediti e disponibilita' liquide per oltre 2,3 milioni.
I macchinari e le rimanenze sono stati distratti attraverso il ricorso a fatture per operazioni inesistenti emesse per un importo di oltre 3,7 milioni di euro nei confronti di altre due aziende riconducibili allo stesso arrestato. Una manovra volta a dissimulare le relative cessioni e, quindi, a richiedere anche indebiti rimborsi di Iva. Nel corso dei controlli, che hanno portato alla denuncia a piede libero di altre 8 persone, i finanzieri hanno accertato, inoltre, numerose irregolarita' contabili perpetrate per impedire la ricostruzione del volume di affari dell'impresa.