MODENA. Calano le scosse di terremoto nelle zone a cavallo fra le province di Mantova, Modena e Ferrara dove il 20 e il 29 maggio si sono verificati due terremoti che hanno devastato aziende e chiese, uccidendo in tutto 19 persone. Dalle 7 fino all'una le scosse di terremoto registrate dall'Istituto di geofisica sono state 6 contro le diverse decine registrate nello stesso arco di tempo nei giorni scorsi. Cala anche la magnitudo delle scosse, che nelle ultime ore non ha superato i 2,6 gradi Richter.
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+ In arrivo forti piogge
Si terranno domani alle 10, nella parrocchia della Madonna della Neve a Quartirolo di Carpi, i funerali di don Ivan Martini, il parroco di Rovereto, la frazione di Ostellato in provincia di Ferrara, ucciso dal crollo della sua chiesa per il terremoto del 29 maggio scorso.
"Quasi centomila ettari di terreno compresi tra Modena, Bologna, Ferrara e Mantova sono senza acqua a causa dei danni provocati dalle scosse di terremoto agli impianti idraulici che garantiscono la sicurezza del territorio". E' l'allarme lanciato dalla Coldiretti che stima interventi per decine di milioni di euro per "garantire l'irrigazione ed evitare che l'arrivo di forti piogge possa provocare alluvioni nelle campagne, ma anche nelle principali citta' emiliane". Il dissesto idrogeologico provocato dal sisma ha provocato danni agli impianti idraulici e frane in alcuni alvei che pregiudicano il regolare deflusso delle acque. "Una prima conseguenza e' stata la sospensione del servizio di irrigazione che e' necessario far ripartire per preservare, nell'emergenza, una delle agricolture piu' floride della Pianura Padana: ortofrutta, viticoltura, riso, parmigiano reggiano in particolare i settori a rischio. L'80% della produzione di pere made in Italy si concentra proprio nell'area compresa tra la provincia di Modena, di Ferrara e una parte di Bologna e la loro raccolta e' ora a rischio".
PRIME COMUNIONI IN PRATO - Dei 58 bambini che oggi avrebbero dovuto fare la prima comunione a Mirandola, in provincia di Modena, uno dei centri piu' colpiti dai terremoti, se ne sono presentati 7. "Abbiamo cercato di fare un passaparola - spiega don Alex, parroco di Mirandola - ma molti hanno lasciato il paese". Fra i bambini che hanno fatto la comunione c'e' Leonardo, 12 anni. Sua mamma Manuela Marchetti racconta: "Voleva vestirsi da scout ma non ho avuto il coraggio di rientrare in casa, cosi' ho trovato un pantalone e una camicia bianca qualsiasi". E sulla festa dice: "Nel ristorante avremmo paura, andiamo da Mc Donald's".
La messa si e' svolta in un prato di fronte a circa 250 persone, perche' tutte le chiese di Mirandola, se non sono crollate sono inagibili. Leonardo ha indossato un paio di pantaloni sportivi bianchi e una camicia bianca. "Chi e' riuscito a trovare abiti bianchi - spiega don Alex - li ha indossati, gli altri sono venuti con quello che avevano". Anche la festa di Leonardo sara' in tono minore. "Io lavoro al Mc Donald's - spiega sua mamma - e qui e' una delle poche strutture rimaste in piedi, quindi andremo li". Alla festa ci sara' oltre a Leonardo, anche suo papa', suo fratello e i vicini di tenda di questa famiglia, incontrati nella tendopoli, dopo il sisma.
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"Quasi centomila ettari di terreno compresi tra Modena, Bologna, Ferrara e Mantova sono senza acqua a causa dei danni provocati dalle scosse di terremoto agli impianti idraulici che garantiscono la sicurezza del territorio". E' l'allarme lanciato dalla Coldiretti che stima interventi per decine di milioni di euro per "garantire l'irrigazione ed evitare che l'arrivo di forti piogge possa provocare alluvioni nelle campagne, ma anche nelle principali citta' emiliane". Il dissesto idrogeologico provocato dal sisma ha provocato danni agli impianti idraulici e frane in alcuni alvei che pregiudicano il regolare deflusso delle acque. "Una prima conseguenza e' stata la sospensione del servizio di irrigazione che e' necessario far ripartire per preservare, nell'emergenza, una delle agricolture piu' floride della Pianura Padana: ortofrutta, viticoltura, riso, parmigiano reggiano in particolare i settori a rischio. L'80% della produzione di pere made in Italy si concentra proprio nell'area compresa tra la provincia di Modena, di Ferrara e una parte di Bologna e la loro raccolta e' ora a rischio".
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