Vendola: costruiremo 5 nuovi ospedali tra Bari e Brindisi. Il centrodestra insorge, in onda toto ospedali

BARI. Grosse novità in arrivo nell'ambito dei presidi sanitari in Puglia. Cinque nuovi ospedali di ultima generazione, di dimensioni medio-grandi, dai 350 ai 700 posti letto, saranno realizzati nel Sud Salento, a Taranto, lungo l'asse Brindisi-Bari, nella Bat e nel Nord Barese.

In queste zone, a fronte di 2000 nuovi posti letto, saranno chiusi tra i 10 e i 12 ospedali che si aggiungono ai 19 già chiusi nel resto della regione.

"In tutte le citta' - ha continuato Vendola - noi dobbiamo continuare a implementare la rete dei servizi socio-assistenziali territoriali. I vecchi piccoli ospedali si stanno trasformando in contenitori di servizi nei confronti dei cittadini, in luoghi utili per diventare case della salute, in poliambulatori e consultori.

Oggi, invece, presentiamo con un finanziamento previsto di 522 milioni di euro cinque nuovi ospedali, che insieme all'ospedale della Murgia e insieme a tutte le strutture che stanno sorgendo da una importante attivita', che e' anche attivita' edilizia, definiscono una rete ospedaliera evoluta, moderna e di grande qualita"'.

Lo hanno spiegato, oggi a Bari, nel corso di una conferenza stampa, il presidente della Regione, Nichi Vendola, e gli assessori regionali alla Sanità e alle Opere pubbliche, Ettore Attolini e Fabiano Amati.

Palese: “In onda il toto ospedali, ma siamo certi che taglino i fondi?” - “Il numero dei nuovi ospedali da realizzare in Puglia continua a cambiare di giorno in giorno: nel Piano della Salute ne erano previsti 12, qualche mese fa la stampa parlava di 4, oggi apprendiamo che saranno 5. Al momento, però, non ci risulta che la Regione Puglia, a differenza di altre, abbia firmato a Roma l’accordo di programma indispensabile per accedere ai fondi di edilizia sanitaria ex articolo 20”.
Lo dichiara in una nota il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese.
“Mesi fa si parlava del 30 giugno come termine entro cui andava firmato l’Accordo di Programma col Ministero per non rischiare di perdere i finanziamenti, magari a beneficio delle Regioni che hanno già firmato. Oggi - dice Palese - apprendiamo dalla conferenza stampa che siamo ancora alla fase della individuazione dei territori ma non ancora alla localizzazione degli ospedali che dovrebbe essere stabilita con le Conferenze dei Sindaci ancora in via di convocazione.

Chiediamo quindi al presidente Vendola e all’assessore Amati: il termine entro il quale va sottoscritto l’Accordo di Programma è quello del 30 giugno? E, se no, qual è il termine e siamo certi di poterlo rispettare? L’impressione, purtroppo, è che per ‘coprire’ mediaticamente la certa e già avvenuta chiusura di 22 ospedali in altrettanti Comuni pugliesi, si continui a promettere ai cittadini la costruzione di nuovi ospedali.

Se fosse un gioco, sarebbe il ‘Monopoli’ visto che i nuovi ospedali promessi continuano a diminuire, aumentare ed essere spostati come bandierine sulla cartina della Puglia. Ma siccome non è un gioco, ci auguriamo che una volta tanto alle promesse seguano i fatti. A scorrere le 178 pagine dell’accordo di programma firmato nel 2007 tra Regione Puglia e Ministero, però, non c’è di che sperare, perché si scopre che molti di quei 41 interventi all’epoca finanziati dallo Stato con oltre 400 milioni di euro, furono fatti su ospedali e/o reparti ristrutturati, completati, inaugurati nel 2010 ed oggi chiusi”.

Gatta (PDL): “Sui nuovi Ospedali, nuova discriminazione ai danni della Capitanata. E' tempo di reagire.”

"Nuove discriminazioni ai danni della Capitanata" - "Ho appena ascoltato con amarezza frammista a sdegno l’annuncio del Presidente Vendola in ordine alla realizzazione di nuovi Ospedali in Puglia, tra i quali NESSUNO in Capitanata.
E non ho potuto non collegare quest’ennesima discriminazione all’ormai lunghissima serie che l’ha preceduta, sempre ai danni della nostra Provincia, nelle politiche sanitarie, e non solo, della Regione vendoliana, dalla chiusura di ospedali a quella di reparti qualificati, che hanno di fatto privato territori vasti, accidentati e complessi, di servizi fondamentali ed indispensabili per il concreto esercizio del diritto costituzionale alla Salute. Lo dichiara il consigliere regionale del Pdl Gatta.

Soltanto ieri, in sede di approvazione delle variazioni al Bilancio, abbiamo subìto un altro scippo, al momento ancora “virtuale“ ma assolutamente possibile, con la eventualità di uno spalmamento delle nostre disponibilità per assunzioni a termine nel comparto sanitario a favore delle altre aree della Regione, che avevano già raggiunto il tetto consentito. Più o meno lo stesso trattamento riservatoci in materia di Consorzi di Bonifica, con la penalizzazione di fatto di gestioni che hanno avuto come unico torto quello di essere virtuose.

Certo è che non si può continuare così. La Capitanata non è né una colonia da sfruttare, né una Puglia di serie B. Noi non abbiamo meno diritti degli altri nostri corregionali, tanto più in materia di Salute. E’ tempo di reagire …”.

Sanità, Decaro e Romano: “Costruzione nuovi ospedali apre strada giusta”

Centrosinistra: costruzione ospedali apre strada giusta - ''I progetti per la costruzione di cinque nuovi ospedali contemporaneamente alle riconversioni delle strutture dismesse a causa del Piano di rientro, dimostrano che i sacrifici affrontati dalla Puglia non saranno vani. L'obiettivo della Regione e' costruire una nuova offerta sanitaria, più moderna e vicina alle esigenze dei cittadini''.
Lo sottolineano il capogruppo e il responsabile Sanità del Pd alla Regione, Antonio Decaro e Giuseppe Romano, ricordando anche che ''ieri il Consiglio regionale ha prorogato fino al 31 dicembre i contratti per 250 medici destabilizzati, che altrimenti avrebbero perso il posto di lavoro tra qualche giorno.

In questa maniera speriamo di garantire ai cittadini pugliesi l'assistenza sanitaria dovuta''. ''L'impegno comune - concludono Decaro e Romano - deve continuare affinché il Piano di rientro, che era una penalizzazione, si trasformi in opportunità.

La strada intrapresa con la realizzazione di presidi sanitari di eccellenza, con il potenziamento dell'offerta sanitaria territoriale e dei servizi socio-assistenziali, sembra essere davvero quella giusta''.

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