di Andrea Stano. Venerdì 8 giugno avrà inizio la 14esima edizione dei campionati europei di calcio. E pazienza se Polonia-Grecia non si presenta certo come un incontro estremamente accattivante.
E’ la prima volta che questa competizione si svolge nell’Est Europa (Polonia e Ucraina per l’appunto). Due i paesi ospitanti, come già era accaduto nella precedente edizione in Austria e Svizzera e nel 2000 quando Olanda e Belgio fecero da cornice alla vittoria della Francia ai danni degli Azzurri di Dino Zoff.
La Germania spicca imperiosa nell’albo d’oro. Custodisce gelosamente, infatti, il primato di successi con tre titoli portati a casa (precisiamo che in due occasioni fu la Germania dell’Ovest ad aver ottenuto il trofeo).
La nazionale teutonica vanta anche il maggior numero di partecipazioni al torneo (11) e di finali disputate, ben sei. A seguire l’Unione Sovietica (con 4 finali giocate) vera e propria squadra da battere agli albori della manifestazione. Tuttavia si registra un solo successo per i sovietici entrati comunque di diritto nella leggenda per essere stati i primi ad aver alzato in cielo l’ambita e prestigiosa coppa Henri Delaunay. Impossibile dimenticare l’uomo simbolo di quella generazione di campioni, Lev Jasin, da molti considerato il migliore portiere di sempre e celebre per essere stato l’unico ad aver ricevuto il pallone d’oro per il ruolo di estremo difensore (era l’anno 1963 e distanziò di ben 17 punti il golden boy Gianni Rivera).
La Spagna è la squadra detentrice del trofeo. Forte dei suoi pluridecorati fenomeni, l’allenatore Del Bosque cercherà di scrivere la storia agguantando i tre successi della Germania e diventando l’unica compagine nazionale ad aver vinto gli Europei per due volte di fila. Solo Unione Sovietica e Germania ci andarono molto vicine per poi arrendersi rispettivamente alla Spagna nel 64’ e alla Cecoslovacchia nel 76’.
Le Furie Rosse secondo i pronostici risultano le favorite nonostante le pesanti assenze di Carles Puyol e David Villa. Un problema, quello degli infortuni, che conosce bene l’Inghilterra che nel giro di tre settimane ha urtato pesantemente contro la sventura perdendo uomini chiave come Cahill, Barry e Lampard. Non sarà dunque semplice per Roy Hodgson condurre la nazionale più antica del mondo verso il primo successo della sua storia in ambito europeo.
Decise a spodestare i campioni in carica troviamo l’Olanda dei cannonieri Van Persie e Huntelaar e dell’eterno secondo Arjen Robben, e l’inossidabile Germania guidata da Joachin Low.
E l’Italia? Prandelli riuscirà a farci contemplare il tricolore garrire orgogliosamente al vento a distanza di sei anni dall’ultimo mitico successo internazionale ai mondiali di Germania? Pronti a rivaleggiare in accese battaglie, Cassano e compagni dovranno scrollarsi di dosso le esasperanti tensioni degli ultimi giorni, dimenticarsi l’orribile figuraccia con la Russia e lasciare in patria le vicende legate al calcioscommesse.
Gli Azzurri non vincono il titolo dal lontano 1968. Erano i tempi di Mazzola, Rivera e Facchetti che facevano sognare e gioire gli italiani alle prese col favoloso boom economico che oramai volgeva al termine.
Fu la seconda volta che il paese ospitante si aggiudicava anche il torneo. Era già capitato quattro anni prima con la Spagna e si ripeterà in un’altra sola occasione. Sarà il turno della Francia nel 1984, trascinata da un irresistibile Michel Platini che con le sue nove reti allora realizzate conserva tuttora il record di segnature nella competizione.
E’ la prima volta che questa competizione si svolge nell’Est Europa (Polonia e Ucraina per l’appunto). Due i paesi ospitanti, come già era accaduto nella precedente edizione in Austria e Svizzera e nel 2000 quando Olanda e Belgio fecero da cornice alla vittoria della Francia ai danni degli Azzurri di Dino Zoff.
La Germania spicca imperiosa nell’albo d’oro. Custodisce gelosamente, infatti, il primato di successi con tre titoli portati a casa (precisiamo che in due occasioni fu la Germania dell’Ovest ad aver ottenuto il trofeo).
La nazionale teutonica vanta anche il maggior numero di partecipazioni al torneo (11) e di finali disputate, ben sei. A seguire l’Unione Sovietica (con 4 finali giocate) vera e propria squadra da battere agli albori della manifestazione. Tuttavia si registra un solo successo per i sovietici entrati comunque di diritto nella leggenda per essere stati i primi ad aver alzato in cielo l’ambita e prestigiosa coppa Henri Delaunay. Impossibile dimenticare l’uomo simbolo di quella generazione di campioni, Lev Jasin, da molti considerato il migliore portiere di sempre e celebre per essere stato l’unico ad aver ricevuto il pallone d’oro per il ruolo di estremo difensore (era l’anno 1963 e distanziò di ben 17 punti il golden boy Gianni Rivera).
La Spagna è la squadra detentrice del trofeo. Forte dei suoi pluridecorati fenomeni, l’allenatore Del Bosque cercherà di scrivere la storia agguantando i tre successi della Germania e diventando l’unica compagine nazionale ad aver vinto gli Europei per due volte di fila. Solo Unione Sovietica e Germania ci andarono molto vicine per poi arrendersi rispettivamente alla Spagna nel 64’ e alla Cecoslovacchia nel 76’.
Le Furie Rosse secondo i pronostici risultano le favorite nonostante le pesanti assenze di Carles Puyol e David Villa. Un problema, quello degli infortuni, che conosce bene l’Inghilterra che nel giro di tre settimane ha urtato pesantemente contro la sventura perdendo uomini chiave come Cahill, Barry e Lampard. Non sarà dunque semplice per Roy Hodgson condurre la nazionale più antica del mondo verso il primo successo della sua storia in ambito europeo.
Decise a spodestare i campioni in carica troviamo l’Olanda dei cannonieri Van Persie e Huntelaar e dell’eterno secondo Arjen Robben, e l’inossidabile Germania guidata da Joachin Low.
E l’Italia? Prandelli riuscirà a farci contemplare il tricolore garrire orgogliosamente al vento a distanza di sei anni dall’ultimo mitico successo internazionale ai mondiali di Germania? Pronti a rivaleggiare in accese battaglie, Cassano e compagni dovranno scrollarsi di dosso le esasperanti tensioni degli ultimi giorni, dimenticarsi l’orribile figuraccia con la Russia e lasciare in patria le vicende legate al calcioscommesse.
Gli Azzurri non vincono il titolo dal lontano 1968. Erano i tempi di Mazzola, Rivera e Facchetti che facevano sognare e gioire gli italiani alle prese col favoloso boom economico che oramai volgeva al termine.
Fu la seconda volta che il paese ospitante si aggiudicava anche il torneo. Era già capitato quattro anni prima con la Spagna e si ripeterà in un’altra sola occasione. Sarà il turno della Francia nel 1984, trascinata da un irresistibile Michel Platini che con le sue nove reti allora realizzate conserva tuttora il record di segnature nella competizione.