TARANTO. “Sul futuro anche immediato delle industrie tarantine si addensano incognite inquietanti, alle quali è appesa la sorte di decine di migliaia di famiglie e dell’economia dell’intera Città". Così il Consigliere regionale PdL Pietro Lospinuso.
"All’ILVA, - prosegue Lospinuso - nonostante gli ingenti investimenti richiesti e realizzati con frequenza presso che ininterrotta, c’è aria di smobilitazione, con dimissioni a catena che non preannunciano niente di buono e crescenti venticelli giudiziari che potrebbero segnare una svolta devastante sulle sorti dell’azienda.
E c’è anche chi canta vittoria per la rinuncia di Enipower al raddoppio ed all’ammodernamento della sua centrale, che peraltro avrebbe alleggerito ed non appesantito le condizioni ambientali.
Tutto questo mentre le riforme in cantiere si apprestano a ridimensionare drasticamente gli ammortizzatori sociali, con la conseguenza di lasciar rapidamente senza copertura alcuna i lavoratori privati delle aziende di riferimento.
Sono i frutti letali di un fanatismo finalizzato al protagonismo vanesio degli immancabili ed onnipresenti personaggi in cerca d’autore, che il Popolo tarantino pure ha sostanzialmente quanto pesantemente sconfessato in occasione delle ultime elezioni comunali, nelle quali anche Stefàno e la sua coalizione si sono schierati dalla parte dei lavoratori, ed i porta-bandiera, colonizzatori compresi, dell’oscurantismo anti-industriale hanno registrato sonore batoste.
Sconfitti sarebbero quanti hanno saggiamente operato per un doveroso equilibrio tra le ragioni del lavoro e quelle dell’ambiente.
Nella miseria che rischia di invadere Taranto, per di più in una fase inquietante di recessione dell’economia mondiale ed italiana, ci sarà poco da consolarsi”, conclude il consigliere regionale.
"All’ILVA, - prosegue Lospinuso - nonostante gli ingenti investimenti richiesti e realizzati con frequenza presso che ininterrotta, c’è aria di smobilitazione, con dimissioni a catena che non preannunciano niente di buono e crescenti venticelli giudiziari che potrebbero segnare una svolta devastante sulle sorti dell’azienda.
E c’è anche chi canta vittoria per la rinuncia di Enipower al raddoppio ed all’ammodernamento della sua centrale, che peraltro avrebbe alleggerito ed non appesantito le condizioni ambientali.
Tutto questo mentre le riforme in cantiere si apprestano a ridimensionare drasticamente gli ammortizzatori sociali, con la conseguenza di lasciar rapidamente senza copertura alcuna i lavoratori privati delle aziende di riferimento.
Sono i frutti letali di un fanatismo finalizzato al protagonismo vanesio degli immancabili ed onnipresenti personaggi in cerca d’autore, che il Popolo tarantino pure ha sostanzialmente quanto pesantemente sconfessato in occasione delle ultime elezioni comunali, nelle quali anche Stefàno e la sua coalizione si sono schierati dalla parte dei lavoratori, ed i porta-bandiera, colonizzatori compresi, dell’oscurantismo anti-industriale hanno registrato sonore batoste.
Sconfitti sarebbero quanti hanno saggiamente operato per un doveroso equilibrio tra le ragioni del lavoro e quelle dell’ambiente.
Nella miseria che rischia di invadere Taranto, per di più in una fase inquietante di recessione dell’economia mondiale ed italiana, ci sarà poco da consolarsi”, conclude il consigliere regionale.
morite voi di cancro.noi Tarantini vogliamo morire di fame
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