BARI. “Dal 2010 al 2012 si è registrato un incremento del 20% del monte ore dedicato alla specialistica ambulatoriale nei territori. In soli due anni si è passati da 17.545 ore a 21.108 ore di servizi erogati ai cittadini direttamente sui loro territori di riferimento. Più nello specifico, i picchi di aumento delle ore di specialistica ambulatoriale si sono registrati nelle provincie di BAT (54% con un monte ore complessivo che passa da 987 a 1.516) e Taranto (38% di incremento, si passa da 2.688 ore nel 2010 a 3.701 ore nel 2012)”.
Lo ha comunicato l’assessore alla salute della Regione Puglia Ettore Attolini aggiungendo che “il potenziamento e l’aumento più consistente delle ore di specialistica ambulatoriale si è concentrato proprio in quei distretti interessati dalla prima fase di riordino ospedaliero che ha visto riconvertire quelle strutture ospedaliere con poca attrattività sui territori e che costituivano un eccesso di offerta ospedaliera insostenibile”.
+ Decaro: dati Attolini confermano che può essere opportunitÃ
Per Attolini “l’incremento costante del monte ore di servizi di specialistica ambulatoriale è uno dei dati che, insieme ad altri, meglio racconta gli sforzi dell’amministrazione regionale indirizzati alla modernizzazione del sistema sanitario regionale, con l’obiettivo di dare ai cittadini risposte adeguate alle loro domande di salute, direttamente sui loro territori, senza ricorrere all’utilizzo inappropriato dei ricoveri. E’ la dimostrazione – ha aggiunto Attolini - che le risorse “liberate” dall’eccessivo ricorso ai ricoveri inappropriati possono essere utilizzate per l’implementazione di nuovi e più moderni servizi, a vantaggio dei cittadini e della tutela della salute. La Regione Puglia non ha investito risorse solo ed esclusivamente dunque per l’acquisto di infrastrutture e di dotazioni tecnologiche ma anche per offrire nuovi servizi ai cittadini, rafforzando il potenziamento della rete dei servizi e dei presidi territoriali”.
Per quanto riguarda i dati di analisi della rete ospedaliera nel 2010 in Puglia, Attolini ha sottolineato che questi “hanno evidenziato come l’elevata ospedalizzazione e l’eccessiva disponibilità di posti letto nelle strutture, sia indice spesso di inappropriatezza dell’utilizzo dei presidi ospedalieri e dei ricoveri. Basti considerare che, sempre secondo i dati del 2010, tra i 20 DRG (raggruppamenti omogenei di diagnosi) per cui più frequentemente ci si ricovera in Puglia, 11 sono considerati dal Ministero della Salute “ad alto rischio di inappropriatezza se erogati in regime di ricovero”. Inoltre – ha spiegato Attolini - si è calcolato che circa il 24% dei ricoveri per acuti del 2010 avrebbe potuto essere trasferito in un setting non residenziale. Più nello specifico, è stato evidenziato che circa 195.000 ricoveri per acuti nel 2010 avrebbero potuto essere trattati con forme assistenziali differenti dal ricovero, e di questi, ben 139.000 avrebbero potuto usufruire di prestazioni ambulatoriali, senza il ricorso al posto letto. Un’organizzazione di questo tipo ridurrebbe il ricorso al ricovero come forma assistenziale predominante, e di conseguenza, contribuirebbe ad un consistente contenimento dei costi per tutto il sistema sanitario regionale oltre che essere più funzionale e più confortevole per i cittadini. Nel 2010 il tasso di ospedalizzazione per ricoveri acuti è stato di 199 ogni 1.000 abitanti; se fossero state utilizzate le altre forme di assistenza, più appropriate e funzionali rispetto alla ospedalizzazione, il tasso pugliese sarebbe sceso a 158 ricoveri per 1.000 abitanti”.
“In definitiva - ha detto ancora una volta Attolini - i dati ci raccontano come la salute non passi solo ed esclusivamente attraverso il ricorso all’utilizzo degli ospedali e del ricovero, ma anche attraverso l’implementazione della sanità territoriale. Per questo è stato necessario rimodulare l’offerta ospedaliera in termini di razionalizzazione e riqualificazione dell’offerta, procedendo parallelamente al potenziamento dell’assistenza sanitaria nei territori e della rete dei servizi territoriali, cominciando proprio dalle sedi degli ospedali riconvertiti dalla prima fase del riordino ospedaliero”.
Lo ha comunicato l’assessore alla salute della Regione Puglia Ettore Attolini aggiungendo che “il potenziamento e l’aumento più consistente delle ore di specialistica ambulatoriale si è concentrato proprio in quei distretti interessati dalla prima fase di riordino ospedaliero che ha visto riconvertire quelle strutture ospedaliere con poca attrattività sui territori e che costituivano un eccesso di offerta ospedaliera insostenibile”.
+ Decaro: dati Attolini confermano che può essere opportunitÃ
Per Attolini “l’incremento costante del monte ore di servizi di specialistica ambulatoriale è uno dei dati che, insieme ad altri, meglio racconta gli sforzi dell’amministrazione regionale indirizzati alla modernizzazione del sistema sanitario regionale, con l’obiettivo di dare ai cittadini risposte adeguate alle loro domande di salute, direttamente sui loro territori, senza ricorrere all’utilizzo inappropriato dei ricoveri. E’ la dimostrazione – ha aggiunto Attolini - che le risorse “liberate” dall’eccessivo ricorso ai ricoveri inappropriati possono essere utilizzate per l’implementazione di nuovi e più moderni servizi, a vantaggio dei cittadini e della tutela della salute. La Regione Puglia non ha investito risorse solo ed esclusivamente dunque per l’acquisto di infrastrutture e di dotazioni tecnologiche ma anche per offrire nuovi servizi ai cittadini, rafforzando il potenziamento della rete dei servizi e dei presidi territoriali”.
Per quanto riguarda i dati di analisi della rete ospedaliera nel 2010 in Puglia, Attolini ha sottolineato che questi “hanno evidenziato come l’elevata ospedalizzazione e l’eccessiva disponibilità di posti letto nelle strutture, sia indice spesso di inappropriatezza dell’utilizzo dei presidi ospedalieri e dei ricoveri. Basti considerare che, sempre secondo i dati del 2010, tra i 20 DRG (raggruppamenti omogenei di diagnosi) per cui più frequentemente ci si ricovera in Puglia, 11 sono considerati dal Ministero della Salute “ad alto rischio di inappropriatezza se erogati in regime di ricovero”. Inoltre – ha spiegato Attolini - si è calcolato che circa il 24% dei ricoveri per acuti del 2010 avrebbe potuto essere trasferito in un setting non residenziale. Più nello specifico, è stato evidenziato che circa 195.000 ricoveri per acuti nel 2010 avrebbero potuto essere trattati con forme assistenziali differenti dal ricovero, e di questi, ben 139.000 avrebbero potuto usufruire di prestazioni ambulatoriali, senza il ricorso al posto letto. Un’organizzazione di questo tipo ridurrebbe il ricorso al ricovero come forma assistenziale predominante, e di conseguenza, contribuirebbe ad un consistente contenimento dei costi per tutto il sistema sanitario regionale oltre che essere più funzionale e più confortevole per i cittadini. Nel 2010 il tasso di ospedalizzazione per ricoveri acuti è stato di 199 ogni 1.000 abitanti; se fossero state utilizzate le altre forme di assistenza, più appropriate e funzionali rispetto alla ospedalizzazione, il tasso pugliese sarebbe sceso a 158 ricoveri per 1.000 abitanti”.
“In definitiva - ha detto ancora una volta Attolini - i dati ci raccontano come la salute non passi solo ed esclusivamente attraverso il ricorso all’utilizzo degli ospedali e del ricovero, ma anche attraverso l’implementazione della sanità territoriale. Per questo è stato necessario rimodulare l’offerta ospedaliera in termini di razionalizzazione e riqualificazione dell’offerta, procedendo parallelamente al potenziamento dell’assistenza sanitaria nei territori e della rete dei servizi territoriali, cominciando proprio dalle sedi degli ospedali riconvertiti dalla prima fase del riordino ospedaliero”.
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