BARI. L’agroalimentare può fornire un aiuto immediato agli operai ma la politica faccia la sua parte senza infingimenti.
Una nota del consigliere Patrizio Mazza (Idv)
Dalle notizie emerse dal tavolo della capitale sembra che siano stati stanziati 336 milioni di euro per le bonifiche da attuare nelle aree inquinate di Taranto.
Con 336 milioni di euro ritengo che da subito si possa risolvere la grave questione che attanaglia Taranto, nonché il problema della sussistenza degli operai dell’Ilva l’importante è utilizzarli per dare soluzioni immediate, serie e concrete.
L’unica risposta rapida che si può fornire agli operai, considerata la grande disponibilità manifestata al sottoscritto da parte di numerosissimi imprenditori agricoli, consiste nell'utilizzare lo stanziamento e le unità lavorative dell’industria in un unico progetto agroalimentare che può finalmente garantire lavoro “dignitoso”,“sano” ed “ecosostenibile”.
Gli imprenditori agricoli sia della provincia di Taranto che di province a questa limitrofe hanno in animo, per le loro imprese, di poter usufruire di agevolazioni che il Governo possa mettere a loro disposizione, in maniera da implementare le proprie imprese, ed in questa maniera assorbire tutta la massa lavorativa che proviene dall’Ilva e dall’indotto, allora : perché non utilizzare in questo settore quei 336milioni di euro che il governo dice di mettere a disposizione per risolvere la questione ambientale del territorio?
Il tutto può essere ripartito in contribuzioni per gli stipendi, in contribuzione per le detassazioni, in termini di eventuali ulteriori progettazioni utili al settore ma anche tese a garantire un lavoro certo e capace di ridisegnare un nuovo futuro; del resto consumi ed export votati all’agroalimentare sono in Puglia l’unico settore che garantisce una risalita economica.
Ecco che si potrebbe mettere in atto un sistema di recupero di tutte le aree incolte e contestualmente si potrebbe mettere in atto sistema industriale dedicato alla trasformazione dei prodotti dell’intero sistema basato in primis sul comparto agroalimentare. Il tutto potrebbe portare finalmente ad una scelta di trasformazione economica dell’intera area geografica tarantina facendola diventare da situazione oggi altamente inquinata a territorio salvaguardato sotto il profilo dell’ambiente.
La proposta non credo sia utopica e la ribadisco validissima per affrancante immediatamente i disagi degli operai e di Taranto, ciò in quanto indipendentemente dalle decisioni della magistratura, coraggiosissima nel suo operato, non si può pensare che così tanti lavoratori ed un territorio così vasto possano dipendere dalla sola monocoltura dell’acciaio e dalle sorti di una unica azienda.
La mia sensazione è che la politica e certi politici non vogliano una soluzione di questo tipo basata sulle alternative e diversificazione economica e vogliano invece usare il problema Ilva interferendo con questo problema nella vita di una comunità e nella vita degli operai, strumentalizzandoli per dare loro ad intendere che si adoperano per qualcosa di positivo. La situazione odierna e le soluzioni che la politica prospetta non mi convincono''.
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