"Bce non acquisti bond". Berlino: è indipendente

ROMA. La Bundesbank riafferma la propria contrarieta' agli interventi della Bce sul mercato dei titoli del debito pubblico. Lo ha detto un portavoce della banca centrale tedesca all'agenzia Market News International. ''La Bundesbank non ha cambiato posizione, gli acquisti di titoli di stato da parte della Bce non sono il migliore strumento per affrontare la crisi'', ha detto il portavoce. La precisazione arriva dopo le dichiarazioni di ieri di Mario Draghi, presidente della Bce, che, secondo le interpretazioni degli operatori di mercato, potrebbero preludere alla riattivazione del programma di acquisti di titoli di Stato dei paesi periferici dell'eurozona, programma ''in sonno'' da 19 settimane. Tuttavia il governo tedesco, per bocca del portavoce Georg Streiter, ha ribadito di ''rispettare l'indipendenza della Bce''. A chi gli ha chiesto un'opinione a proposito delle affermazioni di Mario Draghi su una Banca centrale europea ''pronta a fare di tutto per salvare la moneta unica'', Streiter, nel corso di una conferenza stampa, ha quindi ricordato che con tale posizione la Bce ''adempie a quella che e' la sua missione''. Il governo tedesco, ha poi ribadito il portavoce, ''fara' di tutto per salvare la zona euro'', aggiungendo anche di volere che ''la Grecia resti nella zona euro''. Intanto, secondo quanto scrive il quotidiano Le Monde, sarebbe gia' pronto un piano di intervento anti-spread che vedrebbe congiuntamente in azione i due fondi europei salva-stati (Efsf ed Esm) e la Bce. Secondo il quotidiano francese, l'Efsf e poi l'Esm, che dovrebbe essere operativo da settembre e rimpiazzare l'Efsf, acquisterebbero titoli di Sstato italiani e spagnoli sul mercato primario, dunque all'emissione, in modo da consentire agli stati di finanziare il rinnovo del debito a tassi d'interesse piu' contenuti. La Bce invece comprerebbe titoli sul mercato secondario per evitare impennate dei rendimenti e favorire i meccanismi di trasmissione della politica monetaria, ''ma la Bce si muovera' solo se i governi saranno pronti ad attivare le risorse dei fondi salva stati'' spiega, al quotidiano francese, una fonte che segue la vicenda. Resta un ostacolo da superare. La richiesta dell'attivazione del fondo salva-stati prevede delle '''condizioni'' che devono essere rispettate dagli Stati che ne beneficiano. Dunque gli Stati beneficiari rischiano di finire sotto tutela, per questo si starebbe studiando un meccanismo di sorveglianza piu' morbido per addolcire la pillola.

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