ROMA. La Puglia sale sul podio per il ciclo illegale del cemento, il racket degli animali, le discariche abusive di pneumatici fuori uso mentre scende al terzo posto nel ciclo illegale dei rifiuti. Bari, Foggia e Lecce fra le prime dieci province per illegalita' ambientale in Italia nel 2011. Sono alcuni dei dati del Rapporto Ecomafia 2012, l'indagine annuale di Legambiente sull'illegalita' ambientale, che sono stati presentati oggi a Bari da Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia alla presenza di Antonio Laudati, procuratore capo della Repubblica e da Lorenzo Nicastro, assessore alla Qualita' dell'Ambiente della Regione Puglia, oltre che ex magistrato della stessa Procura.
"Nel Rapporto Ecomafia 2012, pur rimanendo stabile al quarto posto nella classifica generale delle illegalita' ambientali - dichiara Tarantini - la nostra regione peggiora sia sul fronte del ciclo illegale del cemento che del racket degli animali. Il mattone selvaggio imperversa e le costruzioni spuntano ovunque: nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico o idrogeologico e soprattutto sui litorali. A questo - continua Tarantini - si aggiungono le corse clandestine di cavalli, la macellazione clandestina, il record di discariche abusive di pneumatici fuori uso. Inoltre, la Puglia, anche se scende al terzo posto, rimane sul podio nel ciclo illegale dei rifiuti e si conferma base logistica di traffici internazionali di rifiuti".
Numeri da capogiro che dimostrano la florida salute della cosiddetta 'ecomafia'. ono 33.817 i reati ambientali scoperti nel 2011, quasi 93 al giorno, il 9,7% in piu' rispetto al 2010. Aumentano i reati contro il patrimonio faunistico, gli incendi boschivi, i furti delle opere d'arte e dei beni archeologici. Triplicano gli illeciti nel settore agroalimentare. Un dato allarmante che testimonia l'enorme pervasivita' dei traffici gestiti da ecomafiosi e ecocriminali che nel 2011 hanno accumulato ben 16,6 miliardi di euro.
Queste le cifre dell'attacco al Belpaese e al suo patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale e artistico da parte di ecocriminali e ecomafiosi che saccheggiano e distruggono il territorio mettendo in pericolo la salute dei cittadini e il futuro del Paese, raccolti e descritti dal rapporto Ecomafia 2012 presentato oggi a Roma, l'indagine annuale di Legambiente sull'illegalita' ambientale, che anche quest'anno fotografa una situazione ''grave e impressionante, con un business illecito dalle cifre scioccanti, contrastato con impegno e perizia dalle forze dell'ordine che, solo nel 2011, hanno effettuato 8.765 sequestri, 305 arresti (100 in piu', rispetto all'anno precedente con un incremento del 48,8%), con 27.969 persone denunciate (7,8% in piu' rispetto al 2010)''.
I clan continuano a prosperare: 296 quelli censiti sino ad oggi, sei in piu' rispetto allo scorso anno. A cambiare invece, sembra essere l'immagine del mafioso di professione, che si e' evoluto nel corso delle generazioni e ora si contraddistingue per buona educazione e cultura, conoscenza delle lingue straniere, aspetto distinto. Tutte caratteristiche utili a condurre truffe e falsificazioni di documenti anche nei circuiti legali.
"Nel Rapporto Ecomafia 2012, pur rimanendo stabile al quarto posto nella classifica generale delle illegalita' ambientali - dichiara Tarantini - la nostra regione peggiora sia sul fronte del ciclo illegale del cemento che del racket degli animali. Il mattone selvaggio imperversa e le costruzioni spuntano ovunque: nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico o idrogeologico e soprattutto sui litorali. A questo - continua Tarantini - si aggiungono le corse clandestine di cavalli, la macellazione clandestina, il record di discariche abusive di pneumatici fuori uso. Inoltre, la Puglia, anche se scende al terzo posto, rimane sul podio nel ciclo illegale dei rifiuti e si conferma base logistica di traffici internazionali di rifiuti".
Numeri da capogiro che dimostrano la florida salute della cosiddetta 'ecomafia'. ono 33.817 i reati ambientali scoperti nel 2011, quasi 93 al giorno, il 9,7% in piu' rispetto al 2010. Aumentano i reati contro il patrimonio faunistico, gli incendi boschivi, i furti delle opere d'arte e dei beni archeologici. Triplicano gli illeciti nel settore agroalimentare. Un dato allarmante che testimonia l'enorme pervasivita' dei traffici gestiti da ecomafiosi e ecocriminali che nel 2011 hanno accumulato ben 16,6 miliardi di euro.
Queste le cifre dell'attacco al Belpaese e al suo patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale e artistico da parte di ecocriminali e ecomafiosi che saccheggiano e distruggono il territorio mettendo in pericolo la salute dei cittadini e il futuro del Paese, raccolti e descritti dal rapporto Ecomafia 2012 presentato oggi a Roma, l'indagine annuale di Legambiente sull'illegalita' ambientale, che anche quest'anno fotografa una situazione ''grave e impressionante, con un business illecito dalle cifre scioccanti, contrastato con impegno e perizia dalle forze dell'ordine che, solo nel 2011, hanno effettuato 8.765 sequestri, 305 arresti (100 in piu', rispetto all'anno precedente con un incremento del 48,8%), con 27.969 persone denunciate (7,8% in piu' rispetto al 2010)''.
I clan continuano a prosperare: 296 quelli censiti sino ad oggi, sei in piu' rispetto allo scorso anno. A cambiare invece, sembra essere l'immagine del mafioso di professione, che si e' evoluto nel corso delle generazioni e ora si contraddistingue per buona educazione e cultura, conoscenza delle lingue straniere, aspetto distinto. Tutte caratteristiche utili a condurre truffe e falsificazioni di documenti anche nei circuiti legali.