di Marco Masciopinto. Sono la nuova sorpresa musicale dell’anno in corso, il nuovo lato della musica indipendente che vuole farsi spazio senza farsi sopraffare dal mondo della discografia nazionale.
Giovani, maturi e con le idee chiare i Garden of Alibis (Stefano Dughera, Andrea Dutto, Giacomo Felicioli e Vladimiro Orengo), sono quattro ragazzi made in Torino, che in una maniera al quanto strategica hanno deciso di far conoscere la loro musica tramite una testata italiana molto famosa, XL/Repubblica.
Furbi o no, hanno fatto centro, ma i giovani musicisti sanno che hanno ancora molta strada da percorrere.
Colours’ è il loro disco d’esordio, un progetto originale, divertente, fresco e condito di atmosfere romantiche, con ritmi orecchiabili che ti prendono al primo acchito.
L’elettronica e il pop rock prediligono nel disco della giovane band piemontese.
A breve partiranno in un lungo tour che toccherà le principali città europee.
Se avete voglia di scatenarvi, scegliete la musica dei Garden of Alibis.
Li abbiamo raggiunti qualche giorno fa e leggete cosa ci hanno raccontato.
Siete appena dei 13enni quando salite sul palco per la prima volta. Da quella esperienza avete capito che la musica era la vostra strada?
BAND: ‘Abbiamo iniziato a suonare l’ultimo anno delle scuole medie. Ci siamo trovati un giorno e abbiamo stabilito a tavolino chi avrebbe suonato quale strumento.
Di li a poco il nostro primo concerto.
Dal 2003 ad oggi non abbiamo mai cambiato formazione (come ipotesi, non sarebbe in nessun modo considerabile).
La nostra musica invece è cambiata, si è evoluta ed ha seguito una traiettoria abbastanza comune, diventando via via più matura. Allo stesso modo è maturata, col passare degli anni, la consapevolezza di voler fare della musica una professione, la nostra vita’.
Avete scelto la testata ‘XL’ per distribuire il vostro primo lp ‘Colours’. Questo è stato un modo per arrivare prima al pubblico?
BAND: ‘L’uscita con XL è un’operazione in cui crediamo molto. Portare in giro un album non ancora pubblicato, farlo sentire agli addetti del music business, ammesso che in Italia esista questa categoria, è molto frustrante.
Il settore discografico è completamente incapace di recepire nuova musica, ma questo non significa che non ci sia una forte domanda da parte del pubblico. Bisogna solo ragionare su strategie nuove e uscire dalla mentalità ‘’mi cerco un’etichetta e ho risolto’’.
Siamo andati in redazione a Roma e abbiamo proposto di allegare quante più copie possibili in regalo. Loro hanno accettato la nostra proposta e hanno esteso l’operazione su tutta la tiratura.
Alla fine si tratta di un’uscita discografica figa e coinvolgente, fatta non da major, ma da un gruppo editoriale fantastico, da una società di comunicazione (Eggers 2.0) e da una piccola etichetta indipendente ( Hertz Brigade Records), una scelta un pò insolita ma noi crediamo che possa funzionare’.
La scelta di cantare in inglese?
BAND: ‘Cantare in inglese... beh, bisogna considerare le due facce della medaglia.
Da un lato potrebbe essere un risultato un pò penalizzante dato che siamo in Italia e i gruppi che riescono ad emergere cantano solo in italiano, sia quelli un pò più indipendenti alla Teatro degli Orrori, sia i figli dei talent tipo Emma Marrone, per non parlare poi dei big, dai Negramaro alla Pausini.
Le major della discografia investono esclusivamente sulla musica cantanta in italiano.
D’altro canto la scelta di cantare in inglese permette di rivolgersi ad un pubblico internazionale e dà la possibilità di esportare la musica oltre confine e di crearsi uno spazio in una scena musicale vasta ed eterogenea e consente di avere un bacino di potenziale pubblico decisamente più vasto e di rivolgerci a persone che sentiamo più vicine, cioè i giovani europei’.
‘WICAYO’ è il vostro primo singolo estratto, un pezzo energico con ritmi incalzanti che ti mette voglia di ballare...
BAND: ‘Wicayo’ è l’ultimo pezzo che abbiamo composto. E come dici tu, è un pezzo molto energico, con ritmi incalzanti e ti metta voglia di ballare e scatenarti.
A nostro avviso, è il nostro brano più riuscito.
Lo definiamo immediato ma non banale, con una linea vocale ripetitiva e martellante, che proprio per queste sue caratteristiche, non può che restare in testa.
Infatti i Motel Connection (il cantante è Samuel dei Subsonica) ndr, sono rimasti colpiti dal pezzo che hanno deciso di farne un remix’.
Quali sono i vostri riferimenti musicali?
BAND: ‘E’ difficile dirlo, la lista è ovviamente infinita e molto varia. Ascoltiamo e abbiamo ascoltato di tutto, ma non mi sentirei di indicare dei ‘riferimenti’ precisi.
Cerchiamo di non farci influenzare troppo da niente, per mantenere una certa libertà nella composizione’.
La dimensione live è molto importante per una band: voi come cercate di arrivare al pubblico?
BAND: ‘Quando suoniamo cerchiamo di offrire sempre uno spettacolo di qualità , facendo particolare attenzione alla produzione del concerto. Abbiamo l’enorme fortuna di avere un fonico che ci segue e che mette a nostra disposizione il materiale audio e luci.
Sul palco poi cerchiamo di essere più naturali possibile’.
Quest’estate suonerete anche all’estero (Parigi, Berlino, Bruxelles). Contenti di far conoscere la vostra musica all’estero?
BAND: ‘Certo, contentissimi. Come dicevamo prima, ha vinto la scelta di cantare in inglese. In fin dei conti noi della ‘generazione erasmus’ ci sentiamo europei e limitarsi all’Italia sarebbe un peccato.
Inoltre nel resto d’Europa c’e più interesse verso la musica emergente’.
L’obiettivo principale che volete raggiungere?
BAND: ‘Vivere della nostra musica e farla conoscere al più alto numero di persone possibili e continuare a farlo liberamente e con la stessa passione che ci abbiamo messo un questi dieci anni’.
Confrontandoci con la realtà delle cose, abbiamo dovuto realizzare che nella nostra nazione non ci sono praticamente investimenti sulla musica emergente, perlomeno nell’ambito strettamente discografico.
E poi la gente non compra i dischi, questo è risaputo. Mettendo insieme questi due aspetti ci è venuta l’idea di regalare la nostra musica e di affidarci ad una grande testata come XL. Abbiamo avuto la fortuna di trovare in loro dei partner interessati e ricettivi e siamo soddisfatti di essere riusciti a portare avanti questa operazione’.
TRACKLIST: ‘COLOURS’
‘’W.I.C.A.Y.O’’
‘’FLOWER POWER’’
‘’COLOURS’’
‘’GOA’’
‘’PAPER DREAMS’’
‘’OVERPLASTIC’’
‘’WINTER LULLABIES’’
‘’W.I.C.A.Y.O (MOTEL CONNECTION REMIX).
EUROPEAN SUMMER TOUR 2012:
- PARIGI (04 LUGLIO)
- BRUXELLES (05 LUGLIO)
- BERLINO (13 LUGLIO)
- ROTTERDAM (20 LUGLIO)
- ALPETTE ROCK FESTIVAL (26 LUGLIO)
- RADIOLEVANO SUMMER FESTIVAL (27 LUGLIO).
Giovani, maturi e con le idee chiare i Garden of Alibis (Stefano Dughera, Andrea Dutto, Giacomo Felicioli e Vladimiro Orengo), sono quattro ragazzi made in Torino, che in una maniera al quanto strategica hanno deciso di far conoscere la loro musica tramite una testata italiana molto famosa, XL/Repubblica.
Furbi o no, hanno fatto centro, ma i giovani musicisti sanno che hanno ancora molta strada da percorrere.
Colours’ è il loro disco d’esordio, un progetto originale, divertente, fresco e condito di atmosfere romantiche, con ritmi orecchiabili che ti prendono al primo acchito.
L’elettronica e il pop rock prediligono nel disco della giovane band piemontese.
A breve partiranno in un lungo tour che toccherà le principali città europee.
Se avete voglia di scatenarvi, scegliete la musica dei Garden of Alibis.
Li abbiamo raggiunti qualche giorno fa e leggete cosa ci hanno raccontato.
Siete appena dei 13enni quando salite sul palco per la prima volta. Da quella esperienza avete capito che la musica era la vostra strada?
BAND: ‘Abbiamo iniziato a suonare l’ultimo anno delle scuole medie. Ci siamo trovati un giorno e abbiamo stabilito a tavolino chi avrebbe suonato quale strumento.
Di li a poco il nostro primo concerto.
Dal 2003 ad oggi non abbiamo mai cambiato formazione (come ipotesi, non sarebbe in nessun modo considerabile).
La nostra musica invece è cambiata, si è evoluta ed ha seguito una traiettoria abbastanza comune, diventando via via più matura. Allo stesso modo è maturata, col passare degli anni, la consapevolezza di voler fare della musica una professione, la nostra vita’.
Avete scelto la testata ‘XL’ per distribuire il vostro primo lp ‘Colours’. Questo è stato un modo per arrivare prima al pubblico?
BAND: ‘L’uscita con XL è un’operazione in cui crediamo molto. Portare in giro un album non ancora pubblicato, farlo sentire agli addetti del music business, ammesso che in Italia esista questa categoria, è molto frustrante.
Il settore discografico è completamente incapace di recepire nuova musica, ma questo non significa che non ci sia una forte domanda da parte del pubblico. Bisogna solo ragionare su strategie nuove e uscire dalla mentalità ‘’mi cerco un’etichetta e ho risolto’’.
Siamo andati in redazione a Roma e abbiamo proposto di allegare quante più copie possibili in regalo. Loro hanno accettato la nostra proposta e hanno esteso l’operazione su tutta la tiratura.
Alla fine si tratta di un’uscita discografica figa e coinvolgente, fatta non da major, ma da un gruppo editoriale fantastico, da una società di comunicazione (Eggers 2.0) e da una piccola etichetta indipendente ( Hertz Brigade Records), una scelta un pò insolita ma noi crediamo che possa funzionare’.
La scelta di cantare in inglese?
BAND: ‘Cantare in inglese... beh, bisogna considerare le due facce della medaglia.
Da un lato potrebbe essere un risultato un pò penalizzante dato che siamo in Italia e i gruppi che riescono ad emergere cantano solo in italiano, sia quelli un pò più indipendenti alla Teatro degli Orrori, sia i figli dei talent tipo Emma Marrone, per non parlare poi dei big, dai Negramaro alla Pausini.
Le major della discografia investono esclusivamente sulla musica cantanta in italiano.
D’altro canto la scelta di cantare in inglese permette di rivolgersi ad un pubblico internazionale e dà la possibilità di esportare la musica oltre confine e di crearsi uno spazio in una scena musicale vasta ed eterogenea e consente di avere un bacino di potenziale pubblico decisamente più vasto e di rivolgerci a persone che sentiamo più vicine, cioè i giovani europei’.
‘WICAYO’ è il vostro primo singolo estratto, un pezzo energico con ritmi incalzanti che ti mette voglia di ballare...
BAND: ‘Wicayo’ è l’ultimo pezzo che abbiamo composto. E come dici tu, è un pezzo molto energico, con ritmi incalzanti e ti metta voglia di ballare e scatenarti.
A nostro avviso, è il nostro brano più riuscito.
Lo definiamo immediato ma non banale, con una linea vocale ripetitiva e martellante, che proprio per queste sue caratteristiche, non può che restare in testa.
Infatti i Motel Connection (il cantante è Samuel dei Subsonica) ndr, sono rimasti colpiti dal pezzo che hanno deciso di farne un remix’.
Quali sono i vostri riferimenti musicali?
BAND: ‘E’ difficile dirlo, la lista è ovviamente infinita e molto varia. Ascoltiamo e abbiamo ascoltato di tutto, ma non mi sentirei di indicare dei ‘riferimenti’ precisi.
Cerchiamo di non farci influenzare troppo da niente, per mantenere una certa libertà nella composizione’.
La dimensione live è molto importante per una band: voi come cercate di arrivare al pubblico?
BAND: ‘Quando suoniamo cerchiamo di offrire sempre uno spettacolo di qualità , facendo particolare attenzione alla produzione del concerto. Abbiamo l’enorme fortuna di avere un fonico che ci segue e che mette a nostra disposizione il materiale audio e luci.
Sul palco poi cerchiamo di essere più naturali possibile’.
Quest’estate suonerete anche all’estero (Parigi, Berlino, Bruxelles). Contenti di far conoscere la vostra musica all’estero?
BAND: ‘Certo, contentissimi. Come dicevamo prima, ha vinto la scelta di cantare in inglese. In fin dei conti noi della ‘generazione erasmus’ ci sentiamo europei e limitarsi all’Italia sarebbe un peccato.
Inoltre nel resto d’Europa c’e più interesse verso la musica emergente’.
L’obiettivo principale che volete raggiungere?
BAND: ‘Vivere della nostra musica e farla conoscere al più alto numero di persone possibili e continuare a farlo liberamente e con la stessa passione che ci abbiamo messo un questi dieci anni’.
Confrontandoci con la realtà delle cose, abbiamo dovuto realizzare che nella nostra nazione non ci sono praticamente investimenti sulla musica emergente, perlomeno nell’ambito strettamente discografico.
E poi la gente non compra i dischi, questo è risaputo. Mettendo insieme questi due aspetti ci è venuta l’idea di regalare la nostra musica e di affidarci ad una grande testata come XL. Abbiamo avuto la fortuna di trovare in loro dei partner interessati e ricettivi e siamo soddisfatti di essere riusciti a portare avanti questa operazione’.
TRACKLIST: ‘COLOURS’
‘’W.I.C.A.Y.O’’
‘’FLOWER POWER’’
‘’COLOURS’’
‘’GOA’’
‘’PAPER DREAMS’’
‘’OVERPLASTIC’’
‘’WINTER LULLABIES’’
‘’W.I.C.A.Y.O (MOTEL CONNECTION REMIX).
EUROPEAN SUMMER TOUR 2012:
- PARIGI (04 LUGLIO)
- BRUXELLES (05 LUGLIO)
- BERLINO (13 LUGLIO)
- ROTTERDAM (20 LUGLIO)
- ALPETTE ROCK FESTIVAL (26 LUGLIO)
- RADIOLEVANO SUMMER FESTIVAL (27 LUGLIO).